MONDO
Mercoledì 23 giugno
Le notizie dal mondo
La rassegna stampa internazionale di Rainews

Partiamo dai giornali americani con in primo piano le primarie democratiche per il candidato sindaco di New York.
NEW YORK TIMES
Eric Adams, la figura dominante in una corsa democratica per succedere al sindaco Bill de Blasio, è in vantaggio ma servirà tempo per assegnare la vittoria. Con oltre l'82% dei voti scrutinati è comunque ben al di sotto della vittoria assoluta: è al 31,5%. Ex comandante di polizia, presidente del distretto più popoloso della città, quello di Brooklyn - Eric Adams, 60 anni, che potrebbe diventare il secondo sindaco nero nella città dopo una campagna elettorale con al centro la lotta alla criminalità in aumento e la ricostruzione dopo la pandemia.
Altri due candidati seguono Adams al momento: l'avvocato per i diritti civili Maya Wiley (al 22.3%) e l'ex commissario per l'igiene della città Kathryn Garcia (19,7%). Più staccato Andrew Yang - all'11,5% - che ieri sera ha già rinunciato, dicendo che non aveva chance e ringraziando gli elettori.
Ma lo dicevamo: potremmo non sapere chi ha vinto le primarie per settimane, pobabilmente non prima del 12 luglio. Perchè devono arrivare decine di migliaia di schede del voto postale, e anche quelle dovranno essere contate.
E quest'anno c'è un altro apsetto che rende tutto più complicato: la città sta usando il voto a CLASSIFICA per la prima volta in una corsa per il nuovo sindaco.
Ecco un facsimile della scheda:
I newyorkesi possono assegnare una classifica in ordine di preferenza per un numero massimo di cinque candidati. E inizialmente nello spoglio viene considerato solo chi ha la preferenza più alta ma poi le scelte secondarie potrebbero diventare derterminanti. Se un candidato ottenesse più del 50 per cento dei voti di prima scelta, quelli più alti, avrebbe vinto a titolo definitivo. Ma con 13 Democratici al ballottaggio quest'anno, è altamente improbabile. Visto che nessuno ha ottenuto la maggioranza, entra in gioco la graduatoria.
L'ultimo candidato viene eliminato e i suoi voti vengono riassegnati ai sostenitori del candidato che si sono classificati subito dopo. Si continua così fino a quando rimangono solo due candidati, con il vincitore che riceve la maggioranza dei voti.
Il consiglio elettorale della città prevede di rivelare il primo turno di risultati il 29 giugno e rilascerà i risultati aggiornati una volta alla settimana man mano che vengono contati i voti per corrispondenza. Il consiglio elettorale della città ha ricevuto circa 220mila richieste di voto per corrispondenza, e in una corsa combattuta come questa, quei voti potrebbero fare la differenza. Finora più di 82.000 persone hanno compilato e restituito le schede per corrispondenza.
E forse - scrive il NYT - non è detto che Adams vincerà. Un altro candidato potrebbe vincere più voti di seconda e terza scelta e superare quel candidato.
Ecco perché i sostenitori di questo tipo di voto esortano i newyorkesi a essere pazienti perchè altri voti potrebbero arrivare tra i circa 3,7 milioni di democratici registrati a New York City. Nelle ultime primarie competitive del sindaco, nel 2013, hanno votato circa 700.000 democratici .
USA TODAY
Ma restiamo negli Usa per parlare di covid. Un obiettivo così vicino che puoi sentirne il sapore, scrive USa TOday. Parliamo dell'obiettivo immunità di gregge dal Covid per il 4 luglio, quello che si era dato e che non raggiungerà il presidente Joe Biden, ma è abbastanza vicino. Gli elettori di New York si sono diretti alle urne per scegliere il loro prossimo sindaco. E un crash della criptovaluta ha cancellato i guadagni.
Ancora poche settimane e ce l'avrebbero fatta. La Casa Bianca ieri ha ammesso che non avrebbe raggiunto il suo obiettivo di vaccinare almeno in parte il 70% degli americani contro il COVID-19 entro il 4 luglio, anche se ha affermato che alcuni gruppi di età raggiungeranno l'obiettivo. Almeno il 70% degli americani di età pari o superiore a 30 anni ha ricevuto almeno una vaccinazione e, in base alle stime attuali, l'amministrazione è sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo del 70% per i soggetti di età pari o superiore a 27 anni entro il fine settimana del 4 luglio. Arrivare ad almeno una dose per il 70% di tutti gli adulti richiederà qualche settimana in più. il paese ha più lavoro da fare è tra i 18 ei 26 anni. "La realtà è che molti giovani americani si sono sentiti come se il COVID-19 non fosse qualcosa che li avrebbe colpiti, e sono stati meno desiderosi di vaccinarsi", ha detto.
DAILYMAIL
Andiamo sui giornali inglesi che invece tornano a sperare nelle vacanze: decolla il progetto bvacanze - scrive il DAily Mail: il governo sta pensando di porre fine alla regola di quarantena per i vacanzieri completamente vaccinati di ritorno dai paesi della lista color ambra - in quel sistema a semaforo che regola le diverse norme per gli arrivi in Gran Bretagna. Il cambiamento potrebbe arrivare già il 19 luglio, afferma il Mail, e aprirebbe le vacanze estive nei paesi europei. E dunque scrive: si potrebbe finalmente viaggaire negli Usa, in Italia, Francia, Spagna e Italia, e si spera anche nelle isole più amate - le Baleari.
DAILY MIRROR
La speranza delle vacanze è appesa anche ai test giornalieri, secondo il Daily Mirror. I britannici vaccinati con doppia dose potrebbero presto non aver bisogno di quarantena al loro ritorno, dovranno piùttosto fare tamponi quotidiani. "Ci stiamo lavorando" ha detto ieri il ministro alla salute Matt Hancock. Anche i bambini sarebbero esentati dalla quarantena.
THE EYE
Fondamentale ora tenere a bada i contagi, scrive THE EYE, con la gran bretagna che sta accelerando sulla seconda dose contrariamente a quanto fatto inuna prima fase della campagna vaccinale e questo - scrive il giornale sta avendo la meglio sulla variante delta. Vaccini che funzionanoci sono nuove infezioni ma meno esiti gravi della malattia. C'è qualche sperazna che il governo elimini le restrizioni il 5 luglio, ma è più probabile che Downing Street aspetti altre due settimane.
THE TIMES:
E' certo che si apsetterà fino al 19 luglio il Times, come stabilito dopo il primo rinvio, ancora mascherine edistanziamento. Dopo la revoca delle regole, l'accento sarà posto sulla "responsabilità personale", afferma una fonte del governo, e alle persone verrà consigliato di indossare maschere in determinate circostanze.
Tutti i giornali inglesi hanno in primo piano immagini di tifosi e giocatori dell'Inghilterra che festeggiano dopo aver vinto la fase a gironi di Euro2020 e noi continuiamo a parlare di calcio, ma con un altro tema.
-----
Oggi tutte le pagine dei giornali tedeschi si tingono dei colori arcobaleno sia che siano a favore sia che siano contro la decisione della Uefa di non autorizzare che lo stadio di Monaco l'Allianz Arena si tinga dei colori LGBT durante Germania-Ungheria di stasera. Un gesto di protesta contro un pezzo d'Europa, contro la legge che proprio in Ungheria censura contenuti destinati ai minori film, libri, materiali scolastici che parlino di omosessualità e questioni di genere. Proposta caldeggiata dal consiglio comunale di Monaco.
DIE WELT
Il welt mette in primo piano la replica formale della Uefa, che per statuto È UN'ORGANIZZAZIONE NEUTRALE POLITICA E RELIGIOSA. E dunque la scelta per il giornale conservatore è un atto di saggezza. Se la nazionale tedesca dovesse andare in Ungheria, come giudicheremmo un'azione allo stadio contro la politica migratoria tedesca? Ma per altri è un autogol della Uefa perché se è vero che questo è un segnale politico e questo ha fatto dire no, allora non si dovrebbe procedere anche contro i giocatori che si inginocchiano in solidarietà col movimento Black Lives Matter? E non è la stessa Uefa che nelle sue campagne per la parità di diritti invita a non discriminare?
SUDDEUTSCHE
La tolleranza può essere politica? si chiede il gioanle liberale Suddeutsche Zeitung con in primo piano Manuel Noier che indossa la fascia da capitano color arcobaleno in segno di vicinanza alla comunità LGBT. L'associazione calcistica europea non rinuncia mai al potere delle immagini. E che immagine efficace sarebbe stata quella dello stadio arcobaleno trasmesso in milioni di salotti in tutto il mondo.
Definire questo gesto una miscela inammissibile di sport e politica, come ha fatto la UEFA che insiste sulla sua "neutralità" è semplicemente una sciocchezza scrive il suddeutsche. Il fatto che l'associazione calcistica non abbia il coraggio di suggerire date alternative per illuminare lo stadio con i colori LGBT è un corollario ipocrita e assurdo. Eppure, si chiede il giornale: perché questo gesto non è stato messo in pratica in tutte le partite di giugno, mese dell'orgoglio gay? Lo stesso giocatore Neuer nel mese dell'orgolgio gay - indossa da quattro partite la fascia di capitano color arcobaleno. Questi "segni di tolleranza" non dovrebbero venire in mente solo quando vengono approvate leggi discriminatorie in stati autoritari, quando è politicamente opportuno e comporta pochi rischi. Del resto, la Germania non è molto avanti: sta ancora aspettando che il primo giocatore della Bundesliga faccia coming out.
TAGESSPIEGEL
Perché no? Si chiede semplicemente in prima pagina il Tagesspiegel, secondo cui Ora dipende dai fan: tira fuori le tue bandiere, scrive il giornale. Certo, la giustificazione dell'associazione calcistica è una sciocchezza, ma la città, in quanto promotrice di una campagna ben intenzionata, deve sopportare una domanda spiacevole.
TAGESSPIEGEL
Molti altri stadi del Paese oggi si illumineranno con i colori dell'arcobaleno mercoledì sera. Non succederà a Monaco, ma a Berlino, Francoforte e Colonia e brilleranno nei cuori di tante persone. La Uefa può fare quello che vuole, e ora sta ai tifosi allo stadio prendere in mano la situazione. Chiunque voglia dare l'esempio contro l'omofobia dovrebbe venire allo stadio con una bandiera arcobaleno. L'Uefa non può vietarlo al pubblico.
Che l'azione incontrasse applausi in Uefa era un pio desiderio. Ci sono regole a cui un'associazione può fare riferimento in caso di tale avanzamento, per quanto ampio sia il consenso in società come questa.
Japan times
Chiudiamo tornando a parlare di sport perché manca un mese esatto alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo
Leggiamo dal Japan Times: protocolli fissati, preparativi al termine, così come la consegna degli impianti, palcoscenico quasi pronto dopo mesi di prove e tribolazioni per il Giappone che ospiterà il più grande evento sportivo del mondo durante una pandemia globale. Dopo il rinvio di un anno, ogni giorno appare meno probabile il rischio di dover cancellare del tutto i giochi di Tokyo, ma lascia intendere il giornale la possibilità non è ancora del tutto scongiurata. Sciolto il nodo delle presenze: 50% della capacità degli impianti o al massimo 10mila spettatori ma in 20mila potranno assistere alla cerimonia d'apertura il 23 luglio. Mascherina obbligatoria, agli spettatori verrà chiesto anche di evitare di tifare. Questo nonostante i consulenti del ministero della Salute nei giorni scorsi abbiano suggerito che la massima sicurezza è garantita solo da eventi senza pubblico. E probabilmente oggi si saprà come funzionerà una sorta di lotteria per le oltre 3 milioni e mezzo di persone che hanno biglietti per gli eventi per decidere chi potrà assistere e chi invece dovrà rinunciare e sarà rimborsato.
Quel che è certo è che ci sono molti timori in un Paese che ancora conta oltre 1300 contagi al giorno e una campagna vaccinale che sta accelerando ma che fin qui è stata molto lenta - il 16,4% ha ricevuto almeno una dose
Per i 30mila che saranno al villaggio olimpico doppio tampone prima della partenza, test quotidiani all'arrivo, dovranno poi presentare un programma dettagliato delle loro attività quotidiane e accettare che la loro posizione venga monitorata tramite GPS. Le vaccinazioni non saranno obbligatorie, ma circa l'80% degli atleti, dello staff e dei media sarà vaccinato entro la cerimonia di apertura.
Dalla redazione
Télam (Argentina)
Bolsonaro insulta la stampa brasiliana e ordina di far “tacere” una giornalista
Durante una conferenza stampa, il presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha insultato, mettendola a tacere, una giornalista che gli aveva chiesto spiegazioni sugli oltre 500 mila decessi per coronavirus. La giornalista gli aveva chiesto per quale motivo avesse iniziato la sua visita nella città di Guaratinguetá senza aver indossato la mascherina protettiva contro il covid-19, nonostante fosse stato recentemente multato nello stato di San Paolo per lo stesso motivo. Visibilmente irritato dalla domanda, Bolsonaro ha risposto: "Arrivo come voglio, dove voglio, mi prendo cura della mia vita...smettetela di parlare del tema!". E subito si è tolto di nuovo la mascherina. In quel momento, la giornalista televisiva ha provato a spiegare che indossare la mascherina è obbligatorio, ma il presidente l'ha interrotta dicendo "stai zitta".
La giornalista fa parte della redazione televisiva Vanguarda, affiliata alla rete Globo, la più importante del Paese, alla quale, e come di consueto, Bolsonaro si è rivolto con insulti. "Globo è una stampa di me...", alcuni giornalisti sono dei "mascalzoni" che "non aiutano per niente, distruggono solo le famiglia brasiliane e la religione". Dopo l'accaduto, il gruppo televisivo Vanguarda ha condannato energicamente il trattamento riservato da Bolsonaro alla collega Laurene Santos. Il Brasile è uno dei Paesi più colpiti al mondo dalla crisi sanitaria e, dopo aver superato questo fine settimana la barriera dei 500 mila morti, gli specialisti assicurano che sta affrontando una nuova ondata di pandemia, di cui dubita anche il Governo. Finora, solo poco più dell'11% dei 210 milioni di brasiliani ha ricevuto la seconda dose contro il coronavirus. La scorsa settimana Bolsonaro ha parlato di vaccinazione, ma per sottolineare che, a suo avviso e senza offrire alcun dato scientifico, in termini di immunizzazione, è "molto più efficace" contrarre il virus che applicare un vaccino.
iz.ru
Peggiora la crisi alimentare in Corea del Nord: frontiere chiuse e tifoni rischiano di provocare la fame
In Corea del Nord, la situazione dell’approvvigionamento del cibo e dei beni di prima necessità è seriamente peggiorata. Questo è stato riferito a Izvestia dagli esperti sulla Corea del Nord, commentando la recente confessione del leader nordcoreano Kim Jong-un sulla carenza di cibo nel paese. La colpa della situazione deplorevole può essere attribuita sia alla stagione dei tifoni dell'anno scorso, che ha distrutto i raccolti, sia alle frontiere con il mondo esterno, principalmente con la Cina, che in passato forniva la maggior parte dei beni di consumo al Nord della penisola coreana, che è chiusa da un anno e mezzo. Un'ulteriore prova della scarsità di cibo del paese sono i prezzi in aumento dei prodotti di base come il riso e il mais, e la campagna di riciclaggio dei rifiuti lanciata delle autorità.
La RPDC è stata il primo paese a chiudere le frontiere dall'inizio del coronavirus, ancor prima che l'Oms etichettasse la situazione come pandemia globale, ed è l'unico paese da allora che non ha pensato di invertire, anche solo parzialmente, la situazione. Anche in contrasto con la versione ufficiale sull’assenza dei casi di COVID-19 nel paese. Di conseguenza, il commercio della Corea del Nord con il principale, e praticamente unico, partner della RPDC, la Cina, nel 2020, secondo le statistiche doganali cinesi, è crollato del 39;81%. Insieme con il crollo del commercio è sceso anche il flusso di cibo e materie prime. Mentre negli anni precedenti il volume delle esportazioni cinesi alla RPDC era di 2,5-3,5 miliardi di dollari l’anno, lo scorso anno è sceso a soli 500 milioni di dollari. Allo stesso tempo, Pyongyang ha rifiutato con decisione la maggior parte degli aiuti umanitari per paura che il coronavirus potesse entrare nel paese insieme al cibo. Anche il PIL della Corea del Nord è crollato. La RPDC raramente pubblica tali dati, ma Fitch Solutions, una delle poche società di analisi che studiano l'economia della Corea del Nord, afferma che il PIL del Paese è sceso del 39,5% l'anno scorso.
Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha avvertito circa un anno fa che la RPDC aveva bisogno di assistenza umanitaria per circa il 40% della popolazione. E le restrizioni causate dalla pandemia hanno esacerbato la già grave crisi di malnutrizione del paese. Da allora è soltanto peggiorata. A causa della quasi morte del commercio attraverso il confine con la Cina, nella RPDC c'è un'acuta carenza di beni di prima necessità, dallo zucchero all'olio vegetale, alla carta igienica e ai prodotti per la pulizia, che dipendono dalle importazioni dalla Cina, ha detto a 'Foreign Policy' Lu Chao, un esperto sulla RPDC presso l'Accademia di Scienze Sociali di Liaoning a Shenyang. Secondo un rapporto della FAO, la Corea del Nord ha attualmente scorte di cibo sufficienti per circa due o tre mesi, e se non arriveranno generi alimentari d’importazione o aiuti alimentari in tempi brevissimi, la vita dei nordcoreani diventerà ancora più dura già ad agosto.

Eric Adams, la figura dominante in una corsa democratica per succedere al sindaco Bill de Blasio, è in vantaggio ma servirà tempo per assegnare la vittoria. Con oltre l'82% dei voti scrutinati è comunque ben al di sotto della vittoria assoluta: è al 31,5%. Ex comandante di polizia, presidente del distretto più popoloso della città, quello di Brooklyn - Eric Adams, 60 anni, che potrebbe diventare il secondo sindaco nero nella città dopo una campagna elettorale con al centro la lotta alla criminalità in aumento e la ricostruzione dopo la pandemia.
Altri due candidati seguono Adams al momento: l'avvocato per i diritti civili Maya Wiley (al 22.3%) e l'ex commissario per l'igiene della città Kathryn Garcia (19,7%). Più staccato Andrew Yang - all'11,5% - che ieri sera ha già rinunciato, dicendo che non aveva chance e ringraziando gli elettori.
Ma lo dicevamo: potremmo non sapere chi ha vinto le primarie per settimane, pobabilmente non prima del 12 luglio. Perchè devono arrivare decine di migliaia di schede del voto postale, e anche quelle dovranno essere contate.
E quest'anno c'è un altro apsetto che rende tutto più complicato: la città sta usando il voto a CLASSIFICA per la prima volta in una corsa per il nuovo sindaco.
Ecco un facsimile della scheda:
I newyorkesi possono assegnare una classifica in ordine di preferenza per un numero massimo di cinque candidati. E inizialmente nello spoglio viene considerato solo chi ha la preferenza più alta ma poi le scelte secondarie potrebbero diventare derterminanti. Se un candidato ottenesse più del 50 per cento dei voti di prima scelta, quelli più alti, avrebbe vinto a titolo definitivo. Ma con 13 Democratici al ballottaggio quest'anno, è altamente improbabile. Visto che nessuno ha ottenuto la maggioranza, entra in gioco la graduatoria.
L'ultimo candidato viene eliminato e i suoi voti vengono riassegnati ai sostenitori del candidato che si sono classificati subito dopo. Si continua così fino a quando rimangono solo due candidati, con il vincitore che riceve la maggioranza dei voti.
Il consiglio elettorale della città prevede di rivelare il primo turno di risultati il 29 giugno e rilascerà i risultati aggiornati una volta alla settimana man mano che vengono contati i voti per corrispondenza. Il consiglio elettorale della città ha ricevuto circa 220mila richieste di voto per corrispondenza, e in una corsa combattuta come questa, quei voti potrebbero fare la differenza. Finora più di 82.000 persone hanno compilato e restituito le schede per corrispondenza.
E forse - scrive il NYT - non è detto che Adams vincerà. Un altro candidato potrebbe vincere più voti di seconda e terza scelta e superare quel candidato.
Ecco perché i sostenitori di questo tipo di voto esortano i newyorkesi a essere pazienti perchè altri voti potrebbero arrivare tra i circa 3,7 milioni di democratici registrati a New York City. Nelle ultime primarie competitive del sindaco, nel 2013, hanno votato circa 700.000 democratici .

Ma restiamo negli Usa per parlare di covid. Un obiettivo così vicino che puoi sentirne il sapore, scrive USa TOday. Parliamo dell'obiettivo immunità di gregge dal Covid per il 4 luglio, quello che si era dato e che non raggiungerà il presidente Joe Biden, ma è abbastanza vicino. Gli elettori di New York si sono diretti alle urne per scegliere il loro prossimo sindaco. E un crash della criptovaluta ha cancellato i guadagni.
Ancora poche settimane e ce l'avrebbero fatta. La Casa Bianca ieri ha ammesso che non avrebbe raggiunto il suo obiettivo di vaccinare almeno in parte il 70% degli americani contro il COVID-19 entro il 4 luglio, anche se ha affermato che alcuni gruppi di età raggiungeranno l'obiettivo. Almeno il 70% degli americani di età pari o superiore a 30 anni ha ricevuto almeno una vaccinazione e, in base alle stime attuali, l'amministrazione è sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo del 70% per i soggetti di età pari o superiore a 27 anni entro il fine settimana del 4 luglio. Arrivare ad almeno una dose per il 70% di tutti gli adulti richiederà qualche settimana in più. il paese ha più lavoro da fare è tra i 18 ei 26 anni. "La realtà è che molti giovani americani si sono sentiti come se il COVID-19 non fosse qualcosa che li avrebbe colpiti, e sono stati meno desiderosi di vaccinarsi", ha detto.

Andiamo sui giornali inglesi che invece tornano a sperare nelle vacanze: decolla il progetto bvacanze - scrive il DAily Mail: il governo sta pensando di porre fine alla regola di quarantena per i vacanzieri completamente vaccinati di ritorno dai paesi della lista color ambra - in quel sistema a semaforo che regola le diverse norme per gli arrivi in Gran Bretagna. Il cambiamento potrebbe arrivare già il 19 luglio, afferma il Mail, e aprirebbe le vacanze estive nei paesi europei. E dunque scrive: si potrebbe finalmente viaggaire negli Usa, in Italia, Francia, Spagna e Italia, e si spera anche nelle isole più amate - le Baleari.

La speranza delle vacanze è appesa anche ai test giornalieri, secondo il Daily Mirror. I britannici vaccinati con doppia dose potrebbero presto non aver bisogno di quarantena al loro ritorno, dovranno piùttosto fare tamponi quotidiani. "Ci stiamo lavorando" ha detto ieri il ministro alla salute Matt Hancock. Anche i bambini sarebbero esentati dalla quarantena.

Fondamentale ora tenere a bada i contagi, scrive THE EYE, con la gran bretagna che sta accelerando sulla seconda dose contrariamente a quanto fatto inuna prima fase della campagna vaccinale e questo - scrive il giornale sta avendo la meglio sulla variante delta. Vaccini che funzionanoci sono nuove infezioni ma meno esiti gravi della malattia. C'è qualche sperazna che il governo elimini le restrizioni il 5 luglio, ma è più probabile che Downing Street aspetti altre due settimane.

E' certo che si apsetterà fino al 19 luglio il Times, come stabilito dopo il primo rinvio, ancora mascherine edistanziamento. Dopo la revoca delle regole, l'accento sarà posto sulla "responsabilità personale", afferma una fonte del governo, e alle persone verrà consigliato di indossare maschere in determinate circostanze.
Tutti i giornali inglesi hanno in primo piano immagini di tifosi e giocatori dell'Inghilterra che festeggiano dopo aver vinto la fase a gironi di Euro2020 e noi continuiamo a parlare di calcio, ma con un altro tema.
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Oggi tutte le pagine dei giornali tedeschi si tingono dei colori arcobaleno sia che siano a favore sia che siano contro la decisione della Uefa di non autorizzare che lo stadio di Monaco l'Allianz Arena si tinga dei colori LGBT durante Germania-Ungheria di stasera. Un gesto di protesta contro un pezzo d'Europa, contro la legge che proprio in Ungheria censura contenuti destinati ai minori film, libri, materiali scolastici che parlino di omosessualità e questioni di genere. Proposta caldeggiata dal consiglio comunale di Monaco.

Il welt mette in primo piano la replica formale della Uefa, che per statuto È UN'ORGANIZZAZIONE NEUTRALE POLITICA E RELIGIOSA. E dunque la scelta per il giornale conservatore è un atto di saggezza. Se la nazionale tedesca dovesse andare in Ungheria, come giudicheremmo un'azione allo stadio contro la politica migratoria tedesca? Ma per altri è un autogol della Uefa perché se è vero che questo è un segnale politico e questo ha fatto dire no, allora non si dovrebbe procedere anche contro i giocatori che si inginocchiano in solidarietà col movimento Black Lives Matter? E non è la stessa Uefa che nelle sue campagne per la parità di diritti invita a non discriminare?

La tolleranza può essere politica? si chiede il gioanle liberale Suddeutsche Zeitung con in primo piano Manuel Noier che indossa la fascia da capitano color arcobaleno in segno di vicinanza alla comunità LGBT. L'associazione calcistica europea non rinuncia mai al potere delle immagini. E che immagine efficace sarebbe stata quella dello stadio arcobaleno trasmesso in milioni di salotti in tutto il mondo.
Definire questo gesto una miscela inammissibile di sport e politica, come ha fatto la UEFA che insiste sulla sua "neutralità" è semplicemente una sciocchezza scrive il suddeutsche. Il fatto che l'associazione calcistica non abbia il coraggio di suggerire date alternative per illuminare lo stadio con i colori LGBT è un corollario ipocrita e assurdo. Eppure, si chiede il giornale: perché questo gesto non è stato messo in pratica in tutte le partite di giugno, mese dell'orgoglio gay? Lo stesso giocatore Neuer nel mese dell'orgolgio gay - indossa da quattro partite la fascia di capitano color arcobaleno. Questi "segni di tolleranza" non dovrebbero venire in mente solo quando vengono approvate leggi discriminatorie in stati autoritari, quando è politicamente opportuno e comporta pochi rischi. Del resto, la Germania non è molto avanti: sta ancora aspettando che il primo giocatore della Bundesliga faccia coming out.

Perché no? Si chiede semplicemente in prima pagina il Tagesspiegel, secondo cui Ora dipende dai fan: tira fuori le tue bandiere, scrive il giornale. Certo, la giustificazione dell'associazione calcistica è una sciocchezza, ma la città, in quanto promotrice di una campagna ben intenzionata, deve sopportare una domanda spiacevole.

Molti altri stadi del Paese oggi si illumineranno con i colori dell'arcobaleno mercoledì sera. Non succederà a Monaco, ma a Berlino, Francoforte e Colonia e brilleranno nei cuori di tante persone. La Uefa può fare quello che vuole, e ora sta ai tifosi allo stadio prendere in mano la situazione. Chiunque voglia dare l'esempio contro l'omofobia dovrebbe venire allo stadio con una bandiera arcobaleno. L'Uefa non può vietarlo al pubblico.
Che l'azione incontrasse applausi in Uefa era un pio desiderio. Ci sono regole a cui un'associazione può fare riferimento in caso di tale avanzamento, per quanto ampio sia il consenso in società come questa.

Chiudiamo tornando a parlare di sport perché manca un mese esatto alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo
Leggiamo dal Japan Times: protocolli fissati, preparativi al termine, così come la consegna degli impianti, palcoscenico quasi pronto dopo mesi di prove e tribolazioni per il Giappone che ospiterà il più grande evento sportivo del mondo durante una pandemia globale. Dopo il rinvio di un anno, ogni giorno appare meno probabile il rischio di dover cancellare del tutto i giochi di Tokyo, ma lascia intendere il giornale la possibilità non è ancora del tutto scongiurata. Sciolto il nodo delle presenze: 50% della capacità degli impianti o al massimo 10mila spettatori ma in 20mila potranno assistere alla cerimonia d'apertura il 23 luglio. Mascherina obbligatoria, agli spettatori verrà chiesto anche di evitare di tifare. Questo nonostante i consulenti del ministero della Salute nei giorni scorsi abbiano suggerito che la massima sicurezza è garantita solo da eventi senza pubblico. E probabilmente oggi si saprà come funzionerà una sorta di lotteria per le oltre 3 milioni e mezzo di persone che hanno biglietti per gli eventi per decidere chi potrà assistere e chi invece dovrà rinunciare e sarà rimborsato.
Quel che è certo è che ci sono molti timori in un Paese che ancora conta oltre 1300 contagi al giorno e una campagna vaccinale che sta accelerando ma che fin qui è stata molto lenta - il 16,4% ha ricevuto almeno una dose
Per i 30mila che saranno al villaggio olimpico doppio tampone prima della partenza, test quotidiani all'arrivo, dovranno poi presentare un programma dettagliato delle loro attività quotidiane e accettare che la loro posizione venga monitorata tramite GPS. Le vaccinazioni non saranno obbligatorie, ma circa l'80% degli atleti, dello staff e dei media sarà vaccinato entro la cerimonia di apertura.
Dalla redazione

Bolsonaro insulta la stampa brasiliana e ordina di far “tacere” una giornalista
Durante una conferenza stampa, il presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha insultato, mettendola a tacere, una giornalista che gli aveva chiesto spiegazioni sugli oltre 500 mila decessi per coronavirus. La giornalista gli aveva chiesto per quale motivo avesse iniziato la sua visita nella città di Guaratinguetá senza aver indossato la mascherina protettiva contro il covid-19, nonostante fosse stato recentemente multato nello stato di San Paolo per lo stesso motivo. Visibilmente irritato dalla domanda, Bolsonaro ha risposto: "Arrivo come voglio, dove voglio, mi prendo cura della mia vita...smettetela di parlare del tema!". E subito si è tolto di nuovo la mascherina. In quel momento, la giornalista televisiva ha provato a spiegare che indossare la mascherina è obbligatorio, ma il presidente l'ha interrotta dicendo "stai zitta".
La giornalista fa parte della redazione televisiva Vanguarda, affiliata alla rete Globo, la più importante del Paese, alla quale, e come di consueto, Bolsonaro si è rivolto con insulti. "Globo è una stampa di me...", alcuni giornalisti sono dei "mascalzoni" che "non aiutano per niente, distruggono solo le famiglia brasiliane e la religione". Dopo l'accaduto, il gruppo televisivo Vanguarda ha condannato energicamente il trattamento riservato da Bolsonaro alla collega Laurene Santos. Il Brasile è uno dei Paesi più colpiti al mondo dalla crisi sanitaria e, dopo aver superato questo fine settimana la barriera dei 500 mila morti, gli specialisti assicurano che sta affrontando una nuova ondata di pandemia, di cui dubita anche il Governo. Finora, solo poco più dell'11% dei 210 milioni di brasiliani ha ricevuto la seconda dose contro il coronavirus. La scorsa settimana Bolsonaro ha parlato di vaccinazione, ma per sottolineare che, a suo avviso e senza offrire alcun dato scientifico, in termini di immunizzazione, è "molto più efficace" contrarre il virus che applicare un vaccino.

Peggiora la crisi alimentare in Corea del Nord: frontiere chiuse e tifoni rischiano di provocare la fame
In Corea del Nord, la situazione dell’approvvigionamento del cibo e dei beni di prima necessità è seriamente peggiorata. Questo è stato riferito a Izvestia dagli esperti sulla Corea del Nord, commentando la recente confessione del leader nordcoreano Kim Jong-un sulla carenza di cibo nel paese. La colpa della situazione deplorevole può essere attribuita sia alla stagione dei tifoni dell'anno scorso, che ha distrutto i raccolti, sia alle frontiere con il mondo esterno, principalmente con la Cina, che in passato forniva la maggior parte dei beni di consumo al Nord della penisola coreana, che è chiusa da un anno e mezzo. Un'ulteriore prova della scarsità di cibo del paese sono i prezzi in aumento dei prodotti di base come il riso e il mais, e la campagna di riciclaggio dei rifiuti lanciata delle autorità.
La RPDC è stata il primo paese a chiudere le frontiere dall'inizio del coronavirus, ancor prima che l'Oms etichettasse la situazione come pandemia globale, ed è l'unico paese da allora che non ha pensato di invertire, anche solo parzialmente, la situazione. Anche in contrasto con la versione ufficiale sull’assenza dei casi di COVID-19 nel paese. Di conseguenza, il commercio della Corea del Nord con il principale, e praticamente unico, partner della RPDC, la Cina, nel 2020, secondo le statistiche doganali cinesi, è crollato del 39;81%. Insieme con il crollo del commercio è sceso anche il flusso di cibo e materie prime. Mentre negli anni precedenti il volume delle esportazioni cinesi alla RPDC era di 2,5-3,5 miliardi di dollari l’anno, lo scorso anno è sceso a soli 500 milioni di dollari. Allo stesso tempo, Pyongyang ha rifiutato con decisione la maggior parte degli aiuti umanitari per paura che il coronavirus potesse entrare nel paese insieme al cibo. Anche il PIL della Corea del Nord è crollato. La RPDC raramente pubblica tali dati, ma Fitch Solutions, una delle poche società di analisi che studiano l'economia della Corea del Nord, afferma che il PIL del Paese è sceso del 39,5% l'anno scorso.
Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha avvertito circa un anno fa che la RPDC aveva bisogno di assistenza umanitaria per circa il 40% della popolazione. E le restrizioni causate dalla pandemia hanno esacerbato la già grave crisi di malnutrizione del paese. Da allora è soltanto peggiorata. A causa della quasi morte del commercio attraverso il confine con la Cina, nella RPDC c'è un'acuta carenza di beni di prima necessità, dallo zucchero all'olio vegetale, alla carta igienica e ai prodotti per la pulizia, che dipendono dalle importazioni dalla Cina, ha detto a 'Foreign Policy' Lu Chao, un esperto sulla RPDC presso l'Accademia di Scienze Sociali di Liaoning a Shenyang. Secondo un rapporto della FAO, la Corea del Nord ha attualmente scorte di cibo sufficienti per circa due o tre mesi, e se non arriveranno generi alimentari d’importazione o aiuti alimentari in tempi brevissimi, la vita dei nordcoreani diventerà ancora più dura già ad agosto.