Intervista al Corriere della Sera
L'Ordine di Malta e le tensioni con il Vaticano.Ruspoli: "Ordine sovrano,ma disobbedire al Papa mai"
Don Sforza Marescotti Ruspoli, membro dell'Ordine di Malta, è il primo a esporsi dall'inizio dello scontro con la Santa Sede. "Un Papa è scelto dallo Spirito Santo. E lo si serve, non lo si critica"

"Mi irrita profondamente l`idea che i tradizionalisti passino nell`immaginario collettivo come una categoria che si permette di criticare il Santo Padre. Perché un autentico tradizionalista ha come prima norma l`obbedienza al Pontefice. Il Papa non si critica: si serve e basta. Quindi anche l`Ordine di Malta, essendo un ordine religioso continuatore dello spirito dei monaci guerrieri dai tempi di Rodi, non può far altro che dichiarare la propria obbedienza a Francesco". Don Sforza Marescotti Ruspoli, principe romano, dei principi di Cerveteri, membro dell'Ordine di Malta, parla in una intervista al Corriere della Sera. Detto Lillo, 90anni appena compiuti, è il primo a esporsi dall'inizio della crisi dell'Ordine e lo scontro con la Santa Sede.
Tutto comincia a dicembre scorso, quando Papa Francesco dispone la costituzione di un gruppo "di cinque autorevoli membri" con l'incarico "di raccogliere elementi atti a informare compiutamente e in tempi brevi la Santa Sede" in merito a una vicenda che interessa il Gran Cancelliere dell'Ordine di Malta, il tedesco Albrecht Freiherr von Boeselager, sostituito il 15 dicembre dai vertici dell'Ordine, il cui patrono è il cardinale conservatore Raymond Leo Burke.
All'origine della sostituzione di Von Boeselager, una vicenda del 2013, quando il barone, non ancora Cancelliere, si occupava delle iniziative assistenziali nel mondo. Una Ong che collabora con i Cavalieri di Malta aveva distribuito dei preservativi in Myanmar in violazione della morale cattolica. Lui ne sarebbe stato a conoscenza e non avrebbe fatto nulla per impedirlo.
Entra in gioco il cardinale Burke, che nel novembre 2016 va in udienza dal Papa e gli assicura che Boeselager è il responsabile del condom-gate. Chiede una lettera pontificia per avallare la sua sostituzione. Francesco scrive così ai Cavalieri, invitandoli a vigilare sul rispetto della morale cattolica. Ma chiede esplicitamente di risolvere la contesa con un confronto interno, senza tagliare delle teste. La sua volontà non viene però presa in considerazione e il 15 dicembre Boeselager viene allontanato.
Francesco chiede quindi l'istituzione di una commissione d’inchiesta sulla rimozione del barone. Il Gran Maestro Matthew Festing controbatte in modo durissimo, con un comunicato nel quale rivendica l’autonomia dei Cavalieri, non riconosce alcuna legittimità alla commissione e impone ai vertici dell’Ordine di non collaborare. Un comportamento inaccettabile per il Pontefice. Nel frattempo, inoltre, gli investigatori vaticani scoprono che non gli è stata raccontata la verità e che Boeselager non ha responsabilità sul caso dei preservativi: appena venuto a sapere della distribuzione, infatti, aveva interrotto la collaborazione con l’Ong. La sfida aperta del Gran Maestro alla Santa Sede, e le informazioni non complete sul caso dei preservativi sono la goccia che fa traboccare il vaso. Il 24 gennaio Festing incontra Francesco e viene invitato a dimettersi. Accetta, anche se il cardinale Burke nelle ore successive tenta di dissuaderlo, mettendosi dunque apertamente contro il Papa. Festing si dimette davanti al Gran Consiglio dell'Ordine e Albrecht Boeselager viene rinominato gran cancelliere.
In seguito alle dimissioni di Festing, l'interim viene assunto come "luogotenente interinale" dal gran commendatore fra' Ludwig Hoffmann von Rumerstein. Francesco ha scritto in queste ore un'altra lettera nella quale definisce i rapporti tra governo ad interim affidato al gran commendatore e il delegato speciale che sarà designato dal Vaticano. Nessun commissariamento. Anzi, un invito a collaborare tutti.
A commento di questi fatti, arriva oggi l'intervista del Corriere a Don Sforza Marescotti Ruspoli. Quello di Ruspoli, decano della nobiltà nera, è un monito all'Ordine. Il Gran maestro Matthew Festing, che alla fine ha rassegnato le dimissioni, ha sbagliato? E il cardinale patrono Raymond Burke? "L`Ordine è sovrano, ma disobbedire al Papa è impensabile- afferma il principe- Il rosso cardinalizio simboleggia il sangue dei martiri, ma un Papa è scelto dallo Spirito Santo. E lo si serve, non lo si critica. Mai".