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Gli strafalcioni più comuni e originali

"Qual'è", "avvolte", "c'è né": gli svarioni più commessi dagli italiani

Secondo un’indagine condotta da "Libreriamo", 7 italiani su 10 litigano con la grammatica, commettendo errori sia nello scritto che nel parlato

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Ben 7 italiani su 10 litigano con la grammatica e l'ortografia, commettono errori inquietanti nello scritto, ma anche nel parlato. È quanto emerge da un’indagine condotta dalla testata online "Libreriamo" su circa 8000 italiani di età compresa tra i 18 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio online su testate di settore, social network, blog, forum e community dedicate al mondo della cultura.

Gli svarioni più comuni​
Strafalcioni molto spesso frutto dell’abuso di internet e dei social network, che hanno reso gli italiani incapaci di scrivere e di formulare a volte un ragionamento sensato. Gli errori degli italiani variano dall’apostrofo al congiuntivo, fino alla punteggiatura. “Qual’è”, “propio”, "un pò" sono i più comuni, senza dimenticare gli imperdibili “c'è ne” e “c'è né”.

Errori fantasiosi
Quali sono invece gli svarioni più originali? "Al linguine" al posto di "all'inguine", "pultroppo" invece di "purtroppo", "avvolte" sostituito dall'espressione "a volte". Un errore che fa imbestialire i letterati invece è l’uso spropositato della K (38%) al posto di C/CH. Ma la “storpiatura” della lingua italiana prevede tante altre abbreviazioni come "tt" e "nn" al posto di "tutto" e "non".

Alto tasso di analfabeti funzionali
Secondo uno studio realizzato dal Survey of Adult Skills (PIAAC), in Italia solo gli analfabeti funzionali, ossia le persone capaci di leggere e scrivere ma con difficoltà nel comprendere testi semplici, raggiungono il 28%, uno dei tassi più alti in Europa. Un dato preoccupante, che rappresenta lo specchio di una situazione ben più grave. Come risolvere la problematica della grammatica in Italia? Leggere con regolarità, scrivere a mano ed evitare neologismi nel parlato sono alcuni dei segreti per migliorare.