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CULTURA

Breaking the code of silence

Liverpool: una mostra, una fotografa siciliana, la mafia

Il lavoro di Letizia Battaglia in mostra a Liverpool "per rompere il muro del silenzio". "In questi ultimi tempi è più difficile fotografare la mafia - ha commentato l'artista - perché i malavitosi sono laureati, hanno bei vestiti eleganti, non sono più i contadini di un tempo"

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"La cattura di Leoluca Bagarella", foto riflessa
di Carlotta Macerollo
"La mafia non è andata via, è ancora lì, soprattutto in Sicilia", parola della fotografa e fotogiornalista siciliana Letizia Battaglia. Le sue immagini di Cosa Nostra, più di 600mila nella sua carriera, hanno descritto la storia d'Italia contro la violenza e adesso tutto il suo intenso lavoro è racchiuso in una mostra a Liverpool.

Letizia Battaglia
"In questi ultimi tempi è più difficile fotografare la mafia - ha commentato Battaglia - perché i malavitosi sono laureati, hanno bei vestiti eleganti, non sono più i contadini di un tempo". Classe 1935, nata a Palermo ma cresciuta a Milano, l'artista ha lavorato in Sicilia come reporter in prima linea negli anni Ottanta e Novanta, ha visto da vicino la lotta della mafia allo Stato e l'assassinio dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi nel 1992: erano due suoi cari amici. 

La preoccupazione per Nino Di Matteo
Battaglia si dice preoccupata per il pm antimafia Nino Di Matteo, minacciato da Totò Riina, considerato ancora oggi il capo di Cosa Nostra. "Questi magistrati sono isolati, e la mafia può ancora uccidere", commenta la fotoreporter.