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POLITICA

Sanitopoli beneventana

De Girolamo indagata. L'avvocato non conferma ma l'indagine è a una svolta

L'ex ministro sarebbe nel registro degli indagati già da tempo, ma la sua posizione sarebbe coperta da segreto. Ragion per cui non avrebbe ricevuto nessuna comunicazione in tal senso. 

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L'ex ministro De Girolamo
Benevento
“Lei non è indagata, chi l’accusa sì”, aveva detto appena ieri mattina Dorina Bianchi (Ncd) parlando dell’ormai ex ministra Nunzia De Girolamo. Nemmeno 24 ore e anche l’ex titolare dell’agricoltura finisce nella non invidiabile compagine degli indagati. Il suo avvocato smentisce, la procura non conferma, ma l’accelerazione delle indagini sembra dar corpo a quelle che almeno per ora sono solo indiscrezioni.
 
All'indomani delle dimissioni da ministro di Nunzia De Girolamo, l'attività della procura di Benevento appare sempre più concentrarsi sul filone che più da vicino riguarda l'ex responsabile dell'Agricoltura la cui iscrizione nel registro degli indagati non trova conferme né negli ambienti giudiziari - chiusi in uno stretto riserbo - né dal suo legale che anche ieri pomeriggio ha ribadito di non aver ricevuto comunicazioni dalla procura. Eppure qualcosa si muove, e la sensazione avuta nei giorni scorsi di un'accelerazione nell'inchiesta trova conferme. Si tratta di fare luce su una vicenda che - trapela dagli inquirenti - appare sempre più complessa e divisa in più filoni.
 
Dodici, almeno, le persone inquisite secondo le indiscrezioni. Il pool della Procura che si occupa della Sanitopoli beneventana punta sui molteplici aspetti di una spy story che sembra consumata in una vera e propria “faida”, tra gruppi di potere, a colpi di registrazioni incrociate. Tutto comincia quando un dirigente dell’Asl, inquisito per truffa e peculato, Felice Pisapia, nel settembre del 2013 consegna alla Procura i file audio di lunghe conversazioni in cui la De Girolamo, Rossi, lo stesso Pisapia e altri discutono di “ogni aspetto della gestione” della Sanità sul territorio, a cominciare dalla gara d’appalto da 12 milioni per il 118. Ora, attraverso interrogatori serrati, ricerca di documentazione e forse altre azioni in arrivo, i pm stanno stringendo sui capitoli più scottanti: la presunta turbativa sugli appalti; le transazioni milionarie e le domiciliazioni fasulle autorizzate con milioni di denaro pubblico, a favore di avvocati amici; e soprattutto le gesta di quel “direttorio”, guidato dalla De Girolamo, che avrebbe ispirato a criteri di interesse personale o di ricerca di consenso elettorale, le scelte della Asl, come già paventava il gip Flavio Cusani nell’ordinanza del 27 dicembre. Da fonti qualificate, l’indiscrezione: l’attuale dg, Rossi, il manager che in privato si inchinava all’allora deputata Pdl (“Nunzia io non resterei un secondo di più alla Asl, se non per te e con te, perché la nomina l’ho chiesta a te, tu me l’hai data...”) è indagato con le ipotesi di abuso e turbativa d’asta. Il suo nome porta direttamente all’ipotesi di concorso per l’ex ministro De Girolamo, e dei suoi fedelissimi. L’iscrizione nel registro degli indagati, per la De Girolamo, risalirebbe già a tempo addietro, ma coperto da segreto.
 
Ieri mattina c’è stato un vertice in procura cui hanno preso parte, insieme al procuratore Giuseppe Maddalena, i tre sostituti che fanno parte del pool istituito di recente per valutare la copiosa documentazione agli atti (Giovanni Tartaglia Polcini, Nicoletta Giammarino e Flavia Felaco), il tenente colonnello della Guardia di Finanza Luca Lauro e i consulenti tecnici della procura. Nel mirino anche il contenuto delle registrazioni consegnate lo scorso anno dall'ex direttore amministrativo dell'Asl Felice Pisapia, personaggio chiave della vicenda, attualmente sottoposto all'obbligo di dimora.
 
Al centro dell'attenzione dei pm - secondo quanto si apprende - in particolare l'appalto per la gestione dei servizi del 118, al quale si faceva riferimento più volte nelle registrazioni fatte da Pisapia degli incontri dell'estate 2012 ai quali prese parte anche Nunzia De Girolamo. Ma i filoni d'indagine su cui si stanno concentrando i magistrati, anche sulla scorta degli elementi raccolti nel corso di recenti interrogatori e attività di indagine, sono molteplici.
 
Il sospetto che le dimissioni del ministro siano da ricondurre a imminenti sviluppi nell'inchiesta viene smentito dal suo legale, l'avvocato Angelo Leone: "Finora - ha precisato - tutto quello che so della vicenda è ciò che apprendo dai media, compresa la notizia delle sue dimissioni di cui ho saputo tramite la tv e che - ribadisco - sono di natura strettamente politica e non hanno alcuna relazione con la vicenda giudiziaria. Ad oggi non ho ricevuto alcuna comunicazione dalla procura circa un'eventuale iscrizione tra gli indagati".
 
Il penalista ha escluso la possibilità che Nunzia De Girolamo possa presentarsi spontaneamente in procura per rendere dichiarazioni in quanto - ha spiegato - dovrebbe riferire su circostanze che ad oggi sono state riportate esclusivamente dalla stampa e non fanno parte di atti giudiziari. E ha escluso l'intenzione di presentare richiesta alla procura per verificare l'eventuale iscrizione al modello 21 (il registro degli indagati, ndr) in quanto troppo lunghi i tempi per ottenere una risposta (si va in media dai 20 ai 25 giorni).
 
Che l’istruttoria sia ad una svolta, lo segnalano almeno due elementi. Da un lato, crolla il muro dell’omertà: alcuni testi, compresi dirigenti della Asl, si presentano in Procura. E, dall’altro, un fenomeno quantomeno insolito: alcuni studi professionali si sono presentati per restituire all’Asl ingenti somme, frutto di “errati calcoli” o di transazioni sbagliate.