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SCIENZA

Enormi giacimenti d'acqua a 600 km di profondità

La Terra ha la pancia piena d'acqua

Un team di geofisici ha scoperto le più grandi riserve di acqua mineralizzata del pianeta nel cuore del mantello terrestre

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di Stefano Lamorgese
Un gruppo di scienziati nordamericani ha scoperto vaste riserve d'acqua ben al di sotto della crosta terrestre: si parla di profondità comprese tra 400 e 600 km, nello strato che la geologia definisce come "mantello".

Una scoperta che potrebbe cambiare le idee su come si è formato il nostro pianeta, sull'intera nostra storia geologica. Forse l'acqua terrestre viene da dentro e non da fuori: dalla "pancia" del pianeta e non dall'impatto casuale con una cometa di ghiaccio, come spesso si è ipotizzato.

La ringwoodite
L'acqua che si trova nella pancia della terra è intrappolata all'interno di un minerale chiamato ringwoodite, composto da magnesio, silicio e ossigeno; si tratterebbe di una specie di "spugna fisico-chimica" che si trova nel mantello, lo strato caldo intermedio tra il nucleo esterno e la crosta terrestre. Questo cristallo intrappolerebbe l'acqua in una forma minerale e non allo stato liquido, solido o gassoso,come di solito la vediamo e percepiamo noi, esseri superni.

"Credo che abbiamo trovato le prove per descrivere compiutamente l'intero ciclo dell'acqua sulla terra" spiega il geofisico Steve Jacobsen, della Northwestern University, e coautore della ricerca "potremo finalmente spiegare l'origine della grandissima quantità d'acqua che c'è sulla terra".

Non sembri una mera curiosità. Se tutti i calcoli effettuati verranno suffragati dalle prossime misurazioni si potrà pensare che l'1% del peso dell'intero mantello terrestre sia costituito d'acqua. Si tratterebbe di un volume potenziale equivalente al triplo di tutta l'acqua oceanica che, è l caso di dirlo, galleggia sulla crosta terrestre.

Lo studio, pubblicato dalla rivista Science, mette anche in evidenza che i movimenti rocciosi profondi nel cuore della terra avvengono principalmente in uno strato - detto "zona di transizione" - intermedio tra il mantello superiore e quello inferiore e non ancora più in giù, come prcedentemente si pensava. Anche in questo campo, quindi, lo studio condotto da Brandon Schmandt della University of New Mexico potrebbe aprire nuove prospettive nello studio dei fenomeni geologici più dirompenti e pericolosi per la nostra specie.