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ITALIA

25 anni la strage di via d'Amelio

Sequestrati 1,5 milioni di euro a Riina. Clan Brancaccio: 34 arresti, anche il fratello di Lo Porto

Doppia operazione contro la mafia. La prima: 34 arresti e 60 milioni di euro di aziende e beni sequestrati in mezza Italia e riconducibili al clan Brancaccio - controllava tutto Pietro Tagliavia, ai domiciliari, con l'aiuto anche di Giuseppe Lo Porto (fratello dell'operatore umanitario ucciso da un drone Usa). In Sicilia, invece, scoperto e sequestrato il tesoretto di Riina: malato e in carcere, il boss aveva 1,5 milioni di euro di case, società e terreni

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Sono passati 25 anni dalla strage di via D'Amelio e la lotta alla mafia resta un corpo a corpo quotidiano, un lavoro incessante sul fronte delle inchieste, un intreccio di nomi immortali come quello di Totò Riina e insospettabili come il fratello maggiore di Giovanni Lo Porto (il cooperante ucciso tra Afghanistan e Pakistan da un drone americano, la paura di denunciare non ancora estirpata, la scoperta di tesoretti nascosti e moltiplicati.  E' quello che racconta la giornata di oggi, dall'alba: 34 arresti nel clan Brancaccio (tra cui Giuseppe Lo Porto) di Palermo con il sequestro di aziende e beni per 60 milioni di euro e 1,5 milioni di beni sequestrati invece a Riina (in carcere), alla moglie Ninetta Bagarella (che non ha reddito ma stacca assegni per oltre 40 mila euro) e al suo clan familiare. 

Il maxisequestro a Riina: la villa della latitanza e i litigi in famiglia
I carabinieri del Ros hanno squestrato la villa di Mazara del Vallo dove il boss dei boss ha trascorso parte della latitanza, tre società, 38 rapporti bancari e numerosi terreni ricondicibili a Riina e al suo clan familiare. I litigi vedono al centro la villa di Mazara: la moglie Ninetta Bagarella la voleva per sé e per i figli mentre era di fatto intestata al fratello di Riina, Gaetano, utilizzato come prestanome. E poi le terre, su cui il boss - malato e in carcere - aveva potere decisionale illimitato. Pur indebolito negli ultimi 5 anni da una serie di arresti e sequestri, il clan familiare di Riina ha mostrato di essere ancora in grado di controllare in modo capillare il suo territorio. 

Clan Brancaccio: 34 arresti tra cui il fratello di Lo Porto
Nessun commerciante ha denunciato un racket di minacce ed estorsioni, un giro di affari che raggiungeva mezza Italia, dalla Sicilia all'Emilia Romagna. Ora sono stati messi i sigilli a beni per 60 milioni di euro. Al centro il boss Pietro Tagliavia - che governava dai domiciliari, la cui famiglia è coinvolta nelle stragi del 92 e 93 - ma il nome che colpisce di più è quello di Giuseppe Lo Porto, fratello di Giovanni (il cooperante ucciso in un'operazione antiterrorismo tra Afghanistan e Pakistan da un drone Usa, per cui Obama alla fine si è scusato). Due anni e mezzo fa organizzava conferenze stampa per chiedere giustizia per il fratello, ora Lo Porto si scopre essere legato al clan Brancaccio: fedelissimo di Tagliavia, era lui a gestire la cassa e le estorsioni e poi ad organizzare l'invio di denaro ai detenuti.