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POLITICA

Manovra, la Camera approva. 298 sì, 125 no e 8 astenuti

Il testo della legge di Bilancio ora va al Senato per il via libera definitivo. Si riapre la partita sul  recovery plan. Renzi guarda oltre il Conte-bis

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In tempi rapidissimi la Manovra arriverà a palazzo Madama per il via libero definitivo,  già è noto che il governo porrà la questione di fiducia. Un solo voto con il quale il provvedimento potrà diventare legge scongiurando l'ipotesi che il Paese entri in esercizio provvisorio.

La conta dei numeri a disposizione sul pallottoliere avverrà, in vista dell'esame d'Aula, con ogni probabilità oggi, ma secondo fonti parlamentari la maggioranza non corre rischi e la Manovra dovrebbe avere il via libero definitivo il 30 dicembre. A Montecitorio sulla fiducia i voti favorevoli erano stati 314, quelli contrari 230 dopo che si era abbattuta sul testo la scure della Ragioneria a fronte di 80 emendamenti approvati in commissione. Ieri sera è arrivato il secondo disco verde sul testo: 298 i sì e 125 i no, otto gli astenuti.

Incassata la legge di Bilancio, per il governo Conte-bis si apre una fase critica, i primi giorni di gennaio potrebbero essere quelli in cui Matteo Renzi ha annunciato da tempo: questo governo Conte è finito se non cambia profondamente. E i tempi della pre-crisi si intrecciano con quelli del recovery plan. 

Già a partire dalle prossime ore la definizione del piano entrerà nel vivo con i partiti di maggioranza che presenteranno i rispettivi pacchetti di proposte al capo del governo. Ma è sulle osservazioni di Iv che la tensione tornerà ad alzarsi. Oggi pomeriggio è prevista una conferenza stampa di Matteo Renzi in cui ribadirà il suo no alla fondazione per la cybersecurity, no allo spezzettamento dei progetti, no alla nomina di Fabrizio Barca a commissario per il recovery plan. 

Ed è prioprio la questione della struttura che dovrà controllare l’attuazione dei progetti, dopo la bocciatura della proposta iniziale del Presidente del Consiglio di sei super manager e trecento consulenti, a restare totalmente aperta .

Solo dopo aver sciolto questi nodi il premier potrà riconvocare la maggioranza e quindi  il Consiglio dei Ministri per il via libera alla bozza del recovery plan dovrebbe slittare alla prima settimana del 2021. Una bozza destinata a cambiare sensibilmente, non solo negli obiettivi ma anche nei saldi, con un prevedibile rafforzamento di risorse sulla sanità ed è quindi probabile che possa essere inviato a Bruxelles non prima dell’Epifania.