MONDO
In otto anni sono stati pagati 120 milioni di dollari ai gruppi terroristici
Onu: stop al pagamento di riscatti chiesti da al-Qaeda
Il Consiglio di sicurezza Onu ha chiesto a tutti i governi di mettere fine al pagamento di riscatti legati ad al-Qaeda, ribadendo anche l'embargo sui materiali utili alla costruzione di esplosivi

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto di mettere fine al pagamento dei riscatti chiesti da al-Qaeda e dai suoi gruppi affiliati che, negli
ultimi anni, hanno fatto dei sequestri una delle tecniche principali per raccogliere finanziamenti.
In un documento diffuso a New York, la commissione incaricata di monitorare le sanzioni contro al-Qaeda ha anche suggerito di rafforzare i divieti di spostamento nei confronti di persone sospette e di aumentare le liste stilate dai governi dei passeggeri “non ammissibili”.
Emabrgo sui materiali per esplosivi
Gli esperti hanno poi individuato negli ordigni improvvisati “la prima arma scelta da al-Qaeda e dai suoi affiliati” e ha chiesto a tutti i Paesi di mettere l'embargo sui materiali utili a costruire tali esplosivi.
In otto anni pagati 120 milioni di dollari in riscatti
In merito ai finanziamenti, gli esperti Onu hanno citato uno studio Usa che stima che tra il 2004 e il 2012 sono stati pagati 120 milioni di dollari in riscatti ai gruppi terroristici. “Nel 2012 sono stati riportati 1.283 rapimenti legati al terrorismo e un singolo ostaggio potrebbe equivalere a un riscatto a sette cifre per i terroristi”, hanno aggiunto.
Secondo gli esperti, inoltre, in Africa e in Asia si è registrato il 53 per cento di rapimenti nel 2012, con un aumento del 18 per cento rispetto al 2004. In Medioriente è invece il 19 per cento dei sequestri globali, quattro per cento in più rispetto al 2008.
Facendo notare come tutti i governi condannino il pagamento di riscatti ai terroristi, il Consiglio di sicurezza Onu ha quindi chiesto di mettere fine a questa pratica parlando di violazione delle sanzioni imposte dalle Nazioni Unite su individui o gruppi legati ad al-Qaeda.
Giovanni Lo Porto, un rapimento che continua da due anni
In questo momento, un italiano è sotto sequestro nella zona al confine tra Pakistan e Afghanistan, da sempre covo di estremisti islamici: Giovanni Lo Porto, 38 anni, palermitano, è stato rapito il 19 gennaio 2012. Assieme al collega tedesco Bernd Muehlenbeck, 59 anni, Il palermitano Lo Porto lavorava per l’Ong tedesca “Welth Hunger Hilfe” - aiuto alla fame nel mondo - nel sud del Punjab, per la costruzione di alloggi d’emergenza. Dei due non si hanno più notizie dal dicembre 2012, dall’ultimo video in cui Muehlenbeck chiedeva al governo tedesco di accogliere le richieste dei mujahidin.
ultimi anni, hanno fatto dei sequestri una delle tecniche principali per raccogliere finanziamenti.
In un documento diffuso a New York, la commissione incaricata di monitorare le sanzioni contro al-Qaeda ha anche suggerito di rafforzare i divieti di spostamento nei confronti di persone sospette e di aumentare le liste stilate dai governi dei passeggeri “non ammissibili”.
Emabrgo sui materiali per esplosivi
Gli esperti hanno poi individuato negli ordigni improvvisati “la prima arma scelta da al-Qaeda e dai suoi affiliati” e ha chiesto a tutti i Paesi di mettere l'embargo sui materiali utili a costruire tali esplosivi.
In otto anni pagati 120 milioni di dollari in riscatti
In merito ai finanziamenti, gli esperti Onu hanno citato uno studio Usa che stima che tra il 2004 e il 2012 sono stati pagati 120 milioni di dollari in riscatti ai gruppi terroristici. “Nel 2012 sono stati riportati 1.283 rapimenti legati al terrorismo e un singolo ostaggio potrebbe equivalere a un riscatto a sette cifre per i terroristi”, hanno aggiunto.
Secondo gli esperti, inoltre, in Africa e in Asia si è registrato il 53 per cento di rapimenti nel 2012, con un aumento del 18 per cento rispetto al 2004. In Medioriente è invece il 19 per cento dei sequestri globali, quattro per cento in più rispetto al 2008.
Facendo notare come tutti i governi condannino il pagamento di riscatti ai terroristi, il Consiglio di sicurezza Onu ha quindi chiesto di mettere fine a questa pratica parlando di violazione delle sanzioni imposte dalle Nazioni Unite su individui o gruppi legati ad al-Qaeda.
Giovanni Lo Porto, un rapimento che continua da due anni
In questo momento, un italiano è sotto sequestro nella zona al confine tra Pakistan e Afghanistan, da sempre covo di estremisti islamici: Giovanni Lo Porto, 38 anni, palermitano, è stato rapito il 19 gennaio 2012. Assieme al collega tedesco Bernd Muehlenbeck, 59 anni, Il palermitano Lo Porto lavorava per l’Ong tedesca “Welth Hunger Hilfe” - aiuto alla fame nel mondo - nel sud del Punjab, per la costruzione di alloggi d’emergenza. Dei due non si hanno più notizie dal dicembre 2012, dall’ultimo video in cui Muehlenbeck chiedeva al governo tedesco di accogliere le richieste dei mujahidin.