ITALIA
Nuova accusa
Il parroco arrestato a Prato è indagato anche per truffa. Avvocato: "Vuole disintossicarsi"
"Quando il vescovo gli bloccò i conti iniziò a chiedere i soldi ai fedeli", dopo le accuse di traffico di droga, spaccio di sostanze stupefacenti, appropriazione indebita, e tentate lesioni, la procura indaga anche per truffa

Chiesa gremita, in centinaia si sono raccolti nella parrocchia dell'Annunciazione alla Castellina alla presenza del vescovo di Prato monsignor Giovanni Nerbini: "È una preghiera di riparazione in segno di consolazione, perdono, verità e giustizia".
Un ritrovarsi per una comunità sconvolta dopo l'arresto del sacerdote don Francesco Spagnesi, 40 anni, con le accuse di traffico di droga, spaccio e appropriazione indebita, perché acquistava la 'droga dello stupro' con i soldi delle offerte dei fedeli alla parrocchia dando vita a festini hard con il compagno, e tentate lesioni, perché avrebbe celato la sieropositività ad alcuni partner sessuali.
L'ex parroco finito agli arresti domiciliari a metà settembre è ora indagato anche per truffa, l'ultima contestazione degli investigatori è la presa d'atto di presunti illeciti che avrebbe commesso chiedendo denaro ai fedeli dopo l'interdizione del vescovo a utilizzare i conti della parrocchia, divieto scattato alla fine dell'aprile scorso (Insospettiti dalle ingenti spese che avevano prosciugato le casse della parrocchia). In quel frangente don Spagnesi - come lui stesso ha confermato lunedì nell'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari - si trovava a dover reperire denaro per l'acquisto di stupefacenti: si era dunque rivolto ad alcuni dei fedeli e conoscenti con messaggi privati per chiedere aiuti economici da destinare "a famiglie bisognose che erano cadute in povertà durante il periodo della lotta al Covid". Il prete chiedeva versamenti di denaro su una carta prepagata a lui intestata.
A distanza di una settimana dallo scandalo parla l'avvocato Federico Febbo, difensore di Spagnesi insieme alla collega Costanza Malerba: "Il massiccio uso di cocaina - prosegue il legale - lo ha distaccato dalla realtà fino a fargli vivere una doppia vita. Don Spagnesi ha detto che vuole disintossicarsi, che vuole iniziare un percorso e per questo già nei prossimi giorni riceverà una visita del personale del Sert". Secondo il legale il prete avrebbe già consegnato un elenco dei parrocchiani danneggiati, con le relative offerte, nell'intenzione di risarcirli.
Un ritrovarsi per una comunità sconvolta dopo l'arresto del sacerdote don Francesco Spagnesi, 40 anni, con le accuse di traffico di droga, spaccio e appropriazione indebita, perché acquistava la 'droga dello stupro' con i soldi delle offerte dei fedeli alla parrocchia dando vita a festini hard con il compagno, e tentate lesioni, perché avrebbe celato la sieropositività ad alcuni partner sessuali.
L'ex parroco finito agli arresti domiciliari a metà settembre è ora indagato anche per truffa, l'ultima contestazione degli investigatori è la presa d'atto di presunti illeciti che avrebbe commesso chiedendo denaro ai fedeli dopo l'interdizione del vescovo a utilizzare i conti della parrocchia, divieto scattato alla fine dell'aprile scorso (Insospettiti dalle ingenti spese che avevano prosciugato le casse della parrocchia). In quel frangente don Spagnesi - come lui stesso ha confermato lunedì nell'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari - si trovava a dover reperire denaro per l'acquisto di stupefacenti: si era dunque rivolto ad alcuni dei fedeli e conoscenti con messaggi privati per chiedere aiuti economici da destinare "a famiglie bisognose che erano cadute in povertà durante il periodo della lotta al Covid". Il prete chiedeva versamenti di denaro su una carta prepagata a lui intestata.
A distanza di una settimana dallo scandalo parla l'avvocato Federico Febbo, difensore di Spagnesi insieme alla collega Costanza Malerba: "Il massiccio uso di cocaina - prosegue il legale - lo ha distaccato dalla realtà fino a fargli vivere una doppia vita. Don Spagnesi ha detto che vuole disintossicarsi, che vuole iniziare un percorso e per questo già nei prossimi giorni riceverà una visita del personale del Sert". Secondo il legale il prete avrebbe già consegnato un elenco dei parrocchiani danneggiati, con le relative offerte, nell'intenzione di risarcirli.