Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-38704281-d5d6-467f-ade3-765c573ccd0b.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Si era tuffato con 4 amici nel Naviglio

Un miracolo della scienza. Michi, il ragazzo di 15 anni vivo dopo 42 minuti sott'acqua

Arrivato al San Raffaele in condizioni disperate. I medici lo hanno attaccato a un macchinario all'avanguardia che drena il sangue del paziente, lo riscalda e riattiva la circolazione

Condividi
È rimasto sott'acqua per 42 lunghissimi minuti. Quasi un tempo di una partita di calcio. Quando è stato tirato fuori dalle acque del Naviglio, nei pressi di Castelletto di Cuggiono, il 24 aprile scorso, le condizioni di Michael, 15 anni, erano disperate. Era in arresto cardiaco, non si sa da quanto tempo. Oggi ha sorprendentemente recuperato completamente, scherza con i medici, pensa alla sua Juve che la
settimana prossima si giocherà la finale della Champions League.

Evento eccezionale
Per Alberto Zangrillo, Direttore di Anestesia e Rianimazione all'Ospedale San Raffaele, è un "evento eccezionale, di quelli che ci portano a pensare che certi parametri riguardanti la sopravvivenza in stato di ipossia devono essere rivisti".

L'incidente
Il 24 aprile scorso è una giornata calda. Di pomeriggio, Michi (così abitualmente lo chiamano) e altri quattro amici, decidono di fare un bagno nel Naviglio. I cinque si tuffano da un ponticello, alle 16,53, ma ne affiorano solo quattro. Michi resta sotto e non c'è verso di trovarlo nelle acque che in quel tratto sono torbide e vorticose. Ci provano in tanti, ma niente da fare. Arrivano gli addetti del 118, ma bisogna aspettare i sommozzatori dei Vigili del Fuoco per recuperarlo.

Il primo soccorso sull'elicottero
Nessuno ormai darebbe più alcuna chance al ragazzo. Quando lo tirano fuori sono le 17,35, sono passati 42 minuti, il ragazzo è in arresto cardiaco chissà da quanto, ma gli operatori del 118 gli fanno comunque il massaggio cardiaco e continuano anche nell'elicottero che lo porta al San Raffaele. "Senza questo - dice Zangrillo - sarebbe stato tutto inutile".

La temperatura corporea a 29 gradi
"C'è una leggera ripresa del ritmo cardiaco - aggiunge il rianimatore - ma assolutamente non valida per recuperare il flusso cerebrale. La temperatura corporea era di 29 gradi, le acque del Naviglio, segnavano 15 gradi. Ma le condizioni limite
per sperare in una ripresa sono l'immersione in acque non più calde di 5 gradi per un tempo non superiore ai 20 minuti, e in arresto cardiaco per non più di 6 minuti".

"Un intervento irrazionale"
Solo tenuto conto della giovane età e dell'acqua comunque abbastanza fredda del Naviglio (per assicurare un certo rallentamento delle funzioni vitali), Zangrillo decide di tentare "un intervento a prima vista anche per noi irrazionale". Attaccare Michi a un macchinario innovativo, l'ECMO, una sorta di "super by pass" che drena il sangue del paziente, lo riscalda e riattiva la circolazione. Poi vengono attuati altri trattamenti intensivi molto avanzati, di sostegno alle attività di cuore, reni, fegato, che già non funzionavano più.

Il recupero
Michi nel corso dei giorni comincia a rispondere alle terapie che lo portano lentamente a riprendere la funzionalità renale ed epatica. Gli stessi medici constatano increduli che Michi "comincia a riemergere. Siamo andati oltre le più rosee aspettative - dice ancora il medico - Abbiamo dovuto sacrificare (è stata amputata) la gamba destra sotto il ginocchio, per un problema di perfusione, ma la ripresa è stata totale: da una decina di giorni il ragazzo è tornato fra noi, con un recupero cognitivo perfetto. Fra pochi giorni sarà dimesso e comincerà la riabilitazione motoria, che però non dà alcuna preoccupazione".