POLITICA
Napolitano, Grasso e Cancellieri: "intervento necessario"
"Il Parlamento decida sulle carceri"
“Dopo la sentenza della Corte europea - ha detto Pietro Grasso - la situazione di sovraffollamento carcerario che da anni contraddistingue la rete penitenziaria italiana è diventata una condizione giuridicamente, oltre che eticamente, non più rinviabile"

Come affrontare il problema del sovraffollamento carcerario è una scelta che spetta al Parlamento, ma il tempo stringe. Una soluzione va infatti trovata entro il 28 maggio prossimo altrimenti scatteranno le sanzioni dell’Europa e pioveranno sul nostro Paese migliaia di cause di detenuti. È questa la sintesi dell’intervento del presidente del Senato Pietro Grasso al convegno 'La clemenza necessaria. Amnistia indulto e riforma della giustizia'.
"Io sono impegnata a farcela – ha indirettamente risposto a Grasso la guardasigilli Anna Maria Cancellieri -, credo nell'ottimismo e nella volontà, quindi dico di sì, ce la faremo". Questa la posizione della ministra in merito alla scadenza fissata dalla corte di Strasburgo - alla data del 28 maggio 2014 - nei confronti dell'Italia come termine ultimo per risolvere l'emergenza carceraria.
Sul tema è intervenuto anche il Presidente Giorgio Napolitano che, sentito a margine del convengo al Senato, ha detto che "il Parlamento deve avere il senso di responsabilità necessario per dire che vuol fare innanzitutto un provvedimento di indulto, necessario per ottemperare alla decisione della Corte di Strasburgo. Oppure - ha detto ancora il capo dello Stato - prendersi la responsabilità di considerarlo non necessario sapendo che c'è la scadenza del maggio 2104" per sanare i rilievi della Corte di Strasburgo all'Italia.
NAPOLITANO
Il Capo dello Stato ha spiegato di avere ascoltato con attenzione la relazione "molto forte" del costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, il quale "ha sostenuto che l'indulto è la sola misura capace di ottemperare alle fortissime raccomandazioni e intimazioni della Corte di Strasburgo nei confronti dell'Italia". Quindi, secondo Giorgio Napolitano, "il Parlamento è assolutamente libero di fare le sue scelte", anche perché il messaggio alle Camere dello scorso ottobre non era "un prendere o lasciare". "Il mio messaggio - ha spiegato il capo dello Stato parlando con i giornalisti al Senato – indicava l'esigenza di misure strutturali per evitare un nuovo affollamento carcerario e anche la possibilità di un indulto, seguito anche da una amnistia ma - ha precisato - di un indulto".
GRASSO
Leggi “cancerogene” e tempi della giustizia troppo lunghi alla base delle “storture” del sistema giudiziario italiano per Grasso che ha ricordato come “in qualità di Presidente del Senato, non intendo venire meno alla promessa fatta, all'atto della mia candidatura, di un impegno attivo per la riforma della giustizia”.
“Amnistia e indulto sono provvedimenti rispetto ai quali il Parlamento italiano è sovrano” ma, ha spiegato Grasso, entro il 28 maggio 2014 "l'Italia dovrà conformarsi alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo dello scorso 8 gennaio, adottando rimedi strutturali capaci di ridurre la popolazione carceraria e di prevenirne, pro futuro, la crescita. Le conseguenze, in caso di mancata ottemperanza, sarebbero gravi”.
“Dopo la sentenza della Corte europea la situazione di sovraffollamento carcerario che da anni contraddistingue la rete penitenziaria italiana è diventata una condizione giuridicamente, oltre che eticamente, non più rinviabile. Dopo la sentenza Torreggiani - ha continuato il presidente di palazzo Madama - la Corte di Strasburgo ha ricevuto circa 2.500 ricorsi da detenuti italiani che denunciano le condizioni cui sono sottoposti a causa del sovraffollamento. Altri 730 ricorsi su analoghe questioni sono ad oggi all'esame della Corte. La ricerca di una soluzione strutturale al problema è oggi una necessità per il nostro Paese”. Perché, se queste cause arriveranno a giudizio l’Italia sarà condannata a pagare fior di risarcimenti.
Leggi cancerogene e impegno per riforma "Abbiamo leggi che io definisco 'carcerogene' – ha detto Grasso - perché creano nuovi reati e determinano altri condannati che poco senso ha tenere nei penitenziari piuttosto che in strutture diverse di sostegno. Oggi, come Presidente del Senato, non intendo venire meno alla promessa fatta, all'atto della mia candidatura, di un impegno attivo per la riforma della giustizia. Lo intendo fare nel rispetto di quel ruolo arbitrale che è proprio della carica che ricopro".
La riforma della giustizia - ha continuato Grasso - non preclude, ma anzi presuppone, che si prosegua con sempre maggiore incisività nella ristrutturazione della rete carceraria, soprattutto per garantire condizioni di vita più adeguate agli standard internazionali. Non è casuale che la Corte europea dei diritti dell'uomo abbia richiamato come parametro della propria decisione l'articolo 3 della Convenzione europea, rubricata come "proibizione della tortura". Presto ddl per pene alternative "Nella direzione indicata dal Capo dello Stato nel messaggio al Parlamento del 7 ottobre scorso va il disegno di legge 'Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili', che è stato comunicato alla Presidenza del Senato il 21 novembre e che al più presto sarà portato in Aula”. Questo ddl, ha spiegato Grasso, "tocca diversi aspetti segnalati dal Presidente Napolitano e che mi stanno a cuore, in particolare l'introduzione delle pene detentive non carcerarie nel Codice Penale e l'intera riforma del sistema delle pene (quest'ultima introdotta dalla Commissione Giustizia del Senato); le modalità di espiazione della reclusione domiciliare e dell'arresto domiciliare; la depenalizzazione di fattispecie contravvenzionali disciplinate da leggi diverse dal Codice Penale, fra cui il reato di 'immigrazione clandestina'; la disciplina della sospensione del procedimento con messa alla prova dell'imputato; la sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili. Ritengo che questo complesso di interventi normativi contribuirà alla necessaria deflazione delle carceri, ma soprattutto eviterà che il fenomeno continui a riprodursi", ha concluso.
CANCELLIERI
"Porteremo in Cdm – ha detto la Cancellieri - un pacchetto di misure su carceri, processo penale e civile. Lo porteremo a uno dei prossimi Cdm, non appena passato questo momento delicato". Una questione quella del sovraffollamento carcerario all’attenzione dunque anche del governo. “Come ministro della giustizia – ha continuato la Cancellieri – posso solo auspicare un'ampia convergenza delle forze parlamentari su un provvedimento di clemenza che avverto come un'ulteriore e importante spinta per far decollare le riforme del sistema di giustizia penale che abbiamo messo in cantiere". "La competenza istituzionale per adottare provvedimenti di amnistia e indulto è chiaramente riservata dalla Costituzione al Parlamento - ha ricordato il ministro - quel quorum richiesto, così elevato e superiore a quello stesso previsto per la revisione costituzionale, impone un accordo che superi la maggioranza politica contingente".
"Io sono impegnata a farcela – ha indirettamente risposto a Grasso la guardasigilli Anna Maria Cancellieri -, credo nell'ottimismo e nella volontà, quindi dico di sì, ce la faremo". Questa la posizione della ministra in merito alla scadenza fissata dalla corte di Strasburgo - alla data del 28 maggio 2014 - nei confronti dell'Italia come termine ultimo per risolvere l'emergenza carceraria.
Sul tema è intervenuto anche il Presidente Giorgio Napolitano che, sentito a margine del convengo al Senato, ha detto che "il Parlamento deve avere il senso di responsabilità necessario per dire che vuol fare innanzitutto un provvedimento di indulto, necessario per ottemperare alla decisione della Corte di Strasburgo. Oppure - ha detto ancora il capo dello Stato - prendersi la responsabilità di considerarlo non necessario sapendo che c'è la scadenza del maggio 2104" per sanare i rilievi della Corte di Strasburgo all'Italia.
NAPOLITANO
Il Capo dello Stato ha spiegato di avere ascoltato con attenzione la relazione "molto forte" del costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, il quale "ha sostenuto che l'indulto è la sola misura capace di ottemperare alle fortissime raccomandazioni e intimazioni della Corte di Strasburgo nei confronti dell'Italia". Quindi, secondo Giorgio Napolitano, "il Parlamento è assolutamente libero di fare le sue scelte", anche perché il messaggio alle Camere dello scorso ottobre non era "un prendere o lasciare". "Il mio messaggio - ha spiegato il capo dello Stato parlando con i giornalisti al Senato – indicava l'esigenza di misure strutturali per evitare un nuovo affollamento carcerario e anche la possibilità di un indulto, seguito anche da una amnistia ma - ha precisato - di un indulto".
GRASSO
Leggi “cancerogene” e tempi della giustizia troppo lunghi alla base delle “storture” del sistema giudiziario italiano per Grasso che ha ricordato come “in qualità di Presidente del Senato, non intendo venire meno alla promessa fatta, all'atto della mia candidatura, di un impegno attivo per la riforma della giustizia”.
“Amnistia e indulto sono provvedimenti rispetto ai quali il Parlamento italiano è sovrano” ma, ha spiegato Grasso, entro il 28 maggio 2014 "l'Italia dovrà conformarsi alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo dello scorso 8 gennaio, adottando rimedi strutturali capaci di ridurre la popolazione carceraria e di prevenirne, pro futuro, la crescita. Le conseguenze, in caso di mancata ottemperanza, sarebbero gravi”.
“Dopo la sentenza della Corte europea la situazione di sovraffollamento carcerario che da anni contraddistingue la rete penitenziaria italiana è diventata una condizione giuridicamente, oltre che eticamente, non più rinviabile. Dopo la sentenza Torreggiani - ha continuato il presidente di palazzo Madama - la Corte di Strasburgo ha ricevuto circa 2.500 ricorsi da detenuti italiani che denunciano le condizioni cui sono sottoposti a causa del sovraffollamento. Altri 730 ricorsi su analoghe questioni sono ad oggi all'esame della Corte. La ricerca di una soluzione strutturale al problema è oggi una necessità per il nostro Paese”. Perché, se queste cause arriveranno a giudizio l’Italia sarà condannata a pagare fior di risarcimenti.
Leggi cancerogene e impegno per riforma "Abbiamo leggi che io definisco 'carcerogene' – ha detto Grasso - perché creano nuovi reati e determinano altri condannati che poco senso ha tenere nei penitenziari piuttosto che in strutture diverse di sostegno. Oggi, come Presidente del Senato, non intendo venire meno alla promessa fatta, all'atto della mia candidatura, di un impegno attivo per la riforma della giustizia. Lo intendo fare nel rispetto di quel ruolo arbitrale che è proprio della carica che ricopro".
La riforma della giustizia - ha continuato Grasso - non preclude, ma anzi presuppone, che si prosegua con sempre maggiore incisività nella ristrutturazione della rete carceraria, soprattutto per garantire condizioni di vita più adeguate agli standard internazionali. Non è casuale che la Corte europea dei diritti dell'uomo abbia richiamato come parametro della propria decisione l'articolo 3 della Convenzione europea, rubricata come "proibizione della tortura". Presto ddl per pene alternative "Nella direzione indicata dal Capo dello Stato nel messaggio al Parlamento del 7 ottobre scorso va il disegno di legge 'Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili', che è stato comunicato alla Presidenza del Senato il 21 novembre e che al più presto sarà portato in Aula”. Questo ddl, ha spiegato Grasso, "tocca diversi aspetti segnalati dal Presidente Napolitano e che mi stanno a cuore, in particolare l'introduzione delle pene detentive non carcerarie nel Codice Penale e l'intera riforma del sistema delle pene (quest'ultima introdotta dalla Commissione Giustizia del Senato); le modalità di espiazione della reclusione domiciliare e dell'arresto domiciliare; la depenalizzazione di fattispecie contravvenzionali disciplinate da leggi diverse dal Codice Penale, fra cui il reato di 'immigrazione clandestina'; la disciplina della sospensione del procedimento con messa alla prova dell'imputato; la sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili. Ritengo che questo complesso di interventi normativi contribuirà alla necessaria deflazione delle carceri, ma soprattutto eviterà che il fenomeno continui a riprodursi", ha concluso.
CANCELLIERI
"Porteremo in Cdm – ha detto la Cancellieri - un pacchetto di misure su carceri, processo penale e civile. Lo porteremo a uno dei prossimi Cdm, non appena passato questo momento delicato". Una questione quella del sovraffollamento carcerario all’attenzione dunque anche del governo. “Come ministro della giustizia – ha continuato la Cancellieri – posso solo auspicare un'ampia convergenza delle forze parlamentari su un provvedimento di clemenza che avverto come un'ulteriore e importante spinta per far decollare le riforme del sistema di giustizia penale che abbiamo messo in cantiere". "La competenza istituzionale per adottare provvedimenti di amnistia e indulto è chiaramente riservata dalla Costituzione al Parlamento - ha ricordato il ministro - quel quorum richiesto, così elevato e superiore a quello stesso previsto per la revisione costituzionale, impone un accordo che superi la maggioranza politica contingente".