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SPETTACOLO

Hollywood

La seconda vita di Terrence Malick: da 6 film in 40 anni a 3 nuovi lavori nel 2015

Il cineasta statunitense, da sempre riservatissimo e "avaro" di nuovi progetti, si prepara a una stagione cinematografica insolitamente intensa

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di Giancarlo Usai
Sei film in quarant’anni e altri tre nel giro di dodici mesi. È la strana "seconda vita" artistica di Terrence Malick che, ormai settantenne, ha deciso di dare una svolta alla sua carriera e mettere da parte la sua ossessiva riservatezza per vivere il lavoro sul set in modo meno intransigente. Noto per aver lasciato diffondere nel corso dei decenni pochissime foto che lo ritraggono, Malick è sempre rimasto nell’ombra: mai presente a festival o premiazioni, per lui hanno parlato i suoi film.

I grandi successi, ormai veri cult
"La rabbia giovane" e "I giorni del cielo" negli anni 70, una lunga pausa di oltre vent’anni e poi il ritorno con "La sottile linea rossa", vincitore a Berlino e pluricandidato agli Oscar. Dopo la Palma d’oro a Cannes con "The Tree of Life" (senza essersi presentato a ritirarla) e un fugace passaggio a Venezia con "To the Wonder", il cineasta statunitense si prepara a una stagione cinematografica intensissima. Due i film già in fase di post-produzione, di cui trapelano al momento poche informazioni sul cast e la trama, anche se è già tanto rispetto al silenzio assoluto che avvolgeva le precedenti pellicole.

I film che vedremo
Uno è “Knights of Cups”, previsto nelle sale americane già entro la fine del 2014. Un’opera che dovrebbe ruotare interamente attorno alla figura di un uomo, con le sue trasgressioni e i suoi eccessi. Nei panni del protagonista Christian Bale che, nelle interviste che ha rilasciato nelle scorse settimane, ha parlato di un "Terry in grandissima forma, pieno di idee". Pochi mesi di attesa da questo titolo ed ecco che dovrebbe arrivare un secondo film, ancora senza un nome, arricchito da un cast senza precedenti: ad affiancare ancora una volta Christian Bale ci saranno Cate Blanchett, Natalie Portman, Michael Fassbender, Ryan Gosling, Rooney Mara, Benicio Del Toro, Val Kilmer e Holly Hunter. Insomma, il meglio di Hollywood si dà appuntamento sul nuovo set di Malick. La storia tratterà ancora uno dei temi cui il regista è più affezionato: due triangoli amorosi si incroceranno provocando una serie di imprevedibili e drammatiche conseguenze.

Progetti ambiziosi e ricchi di star
I cast stellari non sono una novità nel cinema di Malick. Già ne "La sottile linea rossa", molti divi avevano vestito i panni dei soldati di stanza a Guadalcanal accettando parti di pochi minuti senza neanche avere un compenso. Da John Travolta a George Clooney, tutti comparivano sullo schermo per pochi istanti. E alcuni non hanno fatto mistero di avere recitato in sequenze poi tagliate completamente al montaggio.

Il documentario 
E per finire, sempre nel 2015, arriverà anche quello che forse è il più misterioso e ambizioso dei tre progetti in cantiere: un documentario dal titolo "Voyage of Time", con Brad Pitt che farà da voce narrante all’imponente tentativo di raccontare "la nascita e la morte dell’universo conosciuto". Un’idea che a Malick deve essere venuta proprio mentre lavorava con Pitt ai tempi di "The Tree of Life": durante la lavorazione del film, infatti, al regista vennero in mente degli onirici e folli inserti che, tra una sequenza e l’altra che mettevano in scena i cambiamenti nella famiglia di provincia protagonista della storia, ritraevano immagini dell’origine "della vita", dai momenti della nascita del pianeta a quelli dell’estinzione dei dinosauri.

Un cinema istintivo e poco programmatico
Una cosa è certa, mentre cresce l’attesa tra gli appassionati di questo cineasta lirico e solenne: il suo stile ha preso una direzione ben precisa, confermata anche dai suoi interpreti. Ha infatti ridotto al minimo il peso della sceneggiatura e della pre-produzione, decidendo di lasciare che la macchina da presa catturi istanti di vita imprevisti e che attirano la sua attenzione quando si è già sul set. Un cinema, insomma, che si crea e si nutre della quotidianità nel senso più profondo che questo possa significare.