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MONDO

New York Times

Senzatetto della Silicon Valley non sanno dove dormire: e passano la notte viaggiando su un autobus

Niente tweet, mele morsicate, aste online né tantomeno miliardi di dollari. La Silicon Valley che tutto il mondo conosce per i prodigi dell'high tech porta dentro di sé una delle ferite sociali degli Stati Uniti: qui il 75% dei senzatetto non trova nemmeno un rifugio temporaneo, il tasso più alto tra le grandi città. Per ripararsi dal freddo passano la notte viaggiando sull'autobus 22, ormai ribattezzato "Hotel 22". 

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C'è una Silicon Valley nascosta, invisibile, che non conosce algoritmi né computer. Lontana miliardi di dollari dalla culla dell'high tech di San Francisco ha come suo osservatorio privilegiato l'autobus notturno 22. Uno dei pochi attivi 24 ore al giorno, dopo il tramonto si trasforma nella casa dei senzatetto della zona. Il New York Times li racconta dalle 8.30 di sera alle 8.30 del mattino: salgono sull'autobus per ripararsi dal freddo, dopo un'ora e mezzo di strada scendono al capolinea e aspettano che il conducente rimetta in moto. E via così, anche otto giri a notte. Ognuno con il suo carico di cappotti e di frustrazione, di insulti verso i compagni di viaggio e di rassegnazione ad una vita senza casa. I residenti, ormai, lo chiamano "Hotel 22".



In otto minuti Elizabeth Lo - la filmaker che ha prodotto il documentario con il sostegno del Sundance Institute - mostra l'altro lato della culla di Apple, Twitter, Netflix ed eBay, solo per citare alcuni dei colossi della Silicon Valley. Secondo i dati del Dipartimento per la casa nell'area ci sono oltre 7.500 senzatetto e il 75% di loro non riesce a trovare nemmeno un rifugio temporaneo. È il dato più alto tra le grandi città degli Stati Uniti.