ITALIA
La cronaca
Franzoni spera nei domiciliari. I periti: "Non ucciderà più"
Tribunale sorveglianza Bologna si riserva sui domiciliari della donna in carcere per l'omicidio del figlio. Parere contrario della Procura, l'avvocato: "Ci spera"

Il tribunale di Sorveglianza di Bologna si è riservato di decidere sulla richiesta di domiciliari per Annamaria Franzoni, condannata a 16 anni di carcare, di cui ne ha scontati 6, per l'omicidio del figlio Samuele, avvenuto nel 2002 a Cogne, in provincia di Aosta.
"Non potrebbe più uccidere un figlio"
"Il tema della recidiva è stato categoricamente escluso", ha riferito Paola Savio, avvocato della Franzoni, al termine dell'udienza al Tribunale di Sorveglianza di Bologna. Entrambi i periti, sia Augusto Balloni che Pietro Pietrini, consulente di parte, unitamente a Giuseppe Sartori, docente all'università di Padova, che hanno curato la consulenza tecnica di parte "hanno segnalato come un passaggio opportuno importante" il fatto che la donna non possa più uccidere un proprio figlio.
Contrario il sostituto procuratore
Il sostituto procuratore generale Attilio Dardani si è opposto alla richiesta di scarcerazione di Annamaria Franzoni, condannata in via definitiva "perché sostiene che prima debba essere posta in essere la psicoterapia e, dopo all'esaurimento del ciclo di questa, se ne possa riparlare" ha spiegato Lorenzo Imparato, uno degli avvocati della Franzoni.
"Terapia fuori dal carcere"
"Non è stato precisato in alcun modo" quanto tempo sarebbe necessario per il completamento della psicoterapia "anche perché il perito e i consulenti tecnici sono contrari a quello che la procura generale ha sostenuto. Per entrambi i periti, del tribunale e di parte, la terapia la può fare fuori dal carcere" ha aggiunto l'avvocato.
"Non potrebbe più uccidere un figlio"
"Il tema della recidiva è stato categoricamente escluso", ha riferito Paola Savio, avvocato della Franzoni, al termine dell'udienza al Tribunale di Sorveglianza di Bologna. Entrambi i periti, sia Augusto Balloni che Pietro Pietrini, consulente di parte, unitamente a Giuseppe Sartori, docente all'università di Padova, che hanno curato la consulenza tecnica di parte "hanno segnalato come un passaggio opportuno importante" il fatto che la donna non possa più uccidere un proprio figlio.
Contrario il sostituto procuratore
Il sostituto procuratore generale Attilio Dardani si è opposto alla richiesta di scarcerazione di Annamaria Franzoni, condannata in via definitiva "perché sostiene che prima debba essere posta in essere la psicoterapia e, dopo all'esaurimento del ciclo di questa, se ne possa riparlare" ha spiegato Lorenzo Imparato, uno degli avvocati della Franzoni.
"Terapia fuori dal carcere"
"Non è stato precisato in alcun modo" quanto tempo sarebbe necessario per il completamento della psicoterapia "anche perché il perito e i consulenti tecnici sono contrari a quello che la procura generale ha sostenuto. Per entrambi i periti, del tribunale e di parte, la terapia la può fare fuori dal carcere" ha aggiunto l'avvocato.