ECONOMIA
Ripartenza economia italiana è frenata da handicap competitivi
Confindustria: a rischio crescita Pil 2014 sopra 0,5%

Sono a rischio le previsioni di un incremento del Pil superiore allo 0,5% nel 2014, secondo Confindustria. La stima precedente dell'associazione era di +0,7%. "Due tipi di fattori frenano la ripartenza dell'economia italiana", si legge nella congiuntura flash, l'incertezza sulla solidità dello scenario globale e handicap competitivi. Incidono, inoltre, sul fronte interno "le lunghe code della crisi".
L'attenzione va posta, secondo viale dell'Astronomia, "sugli ostacoli fatti in casa", "tutto ciò che rende il paese poco attrattivo per gli investimenti: dall'eccessiva regolamentazione ai tempi lunghi della pubblica amministrazione, dalla tassazione alta (in particolare il cuneo fiscale) all'inefficienza della spesa pubblica". A questi si aggiungono la restrizione del credito "che è tornata a mordere a gennaio" e una "domanda interna molto fiacca.
Il rischio delle sanzioni a Mosca
Una eventuale escalation delle sanzioni verso la Russia metterebbe a rischio "11 mld di importazioni dall'Italia". La stima è contenuta in Congiuntura Flash di Confindustria che calcola come "un terzo dell'import russo dall'Italia è riconducibile a beni di consumo che sono i settori made in Italy più esposti a un'eventuale escalation delle sanzioni".
L'attenzione va posta, secondo viale dell'Astronomia, "sugli ostacoli fatti in casa", "tutto ciò che rende il paese poco attrattivo per gli investimenti: dall'eccessiva regolamentazione ai tempi lunghi della pubblica amministrazione, dalla tassazione alta (in particolare il cuneo fiscale) all'inefficienza della spesa pubblica". A questi si aggiungono la restrizione del credito "che è tornata a mordere a gennaio" e una "domanda interna molto fiacca.
Il rischio delle sanzioni a Mosca
Una eventuale escalation delle sanzioni verso la Russia metterebbe a rischio "11 mld di importazioni dall'Italia". La stima è contenuta in Congiuntura Flash di Confindustria che calcola come "un terzo dell'import russo dall'Italia è riconducibile a beni di consumo che sono i settori made in Italy più esposti a un'eventuale escalation delle sanzioni".