SALUTE
l'opinione
Sperimentazione animale da UE stop a petizione
Il vicepresidente della Commissione Europea Katainen ha dichiarato irricevibile la petizione proposta da vari gruppi animalisti europei per la messa al bando nell’Unione della sperimentazione di farmaci sugli animali. Una decisione in tal senso non corrisponde alle attuali modalità di ricerca scientifica, e metterebbe a rischio non solo la sicurezza dei farmaci prodotti in Europa ma anche il comparto, che non potrebbe più competere col resto del mondo. Ecco l’opinione di Silvio Garattini, direttore dell’Istituto Farmacologico Mario Negri

La direttiva europea sulla sperimentazione animale non verrà modificata come dichiarato dalla Commissione Europea dopo un confronto svoltosi a seguito delle firme raccolte nella campagna Stop Vivisection. Nella dichiarazione della commissione si fa giustamente riferimento al fatto che al momento non sussistono alternative alla sperimentazione animale anche se è doveroso fare il possibile per ridurre il numero di animali utilizzati.
È una vittoria del buon senso! In contrasto con la direttiva europea la legge italiana proibisce che si studino tumori umani negli animali d’esperimento e che si valutino gli effetti tossici delle droghe illecite, limitazioni, soggette a moratoria fino al dicembre 2016, che impediscono in prospettiva di migliorare la conoscenza dei processi biologici e di ottenere nuovi farmaci. I metodi alternativi – essenzialmente cellule coltivate in provetta – vengono usati tutti i giorni nei nostri laboratori ma non sono sufficienti a riprodurre la complessità del più piccolo essere vivente. Fra l’altro nelle richieste del movimento animalista è presente una forte contraddizione: se, come si afferma, gli animali non sono un modello dell’uomo ancora meno lo saranno cellule coltivate in vitro.
Il Parlamento e il Governo italiani sui quali pende una procedura di infrazione per aver introdotto elementi restrittivi nel recepimento della direttiva, devono prenderne atto e ricondurre la legge nazionale allo spirito e alla lettera della direttiva europea per evitare di danneggiare la competitività dei ricercatori italiani.
È una vittoria del buon senso! In contrasto con la direttiva europea la legge italiana proibisce che si studino tumori umani negli animali d’esperimento e che si valutino gli effetti tossici delle droghe illecite, limitazioni, soggette a moratoria fino al dicembre 2016, che impediscono in prospettiva di migliorare la conoscenza dei processi biologici e di ottenere nuovi farmaci. I metodi alternativi – essenzialmente cellule coltivate in provetta – vengono usati tutti i giorni nei nostri laboratori ma non sono sufficienti a riprodurre la complessità del più piccolo essere vivente. Fra l’altro nelle richieste del movimento animalista è presente una forte contraddizione: se, come si afferma, gli animali non sono un modello dell’uomo ancora meno lo saranno cellule coltivate in vitro.
Il Parlamento e il Governo italiani sui quali pende una procedura di infrazione per aver introdotto elementi restrittivi nel recepimento della direttiva, devono prenderne atto e ricondurre la legge nazionale allo spirito e alla lettera della direttiva europea per evitare di danneggiare la competitività dei ricercatori italiani.