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MONDO

L'intervista all'ex allenatore di arti marziali di Salhi

"Aveva una doppia personalità, praticamente una bomba a scoppio ritardato"

L'ex allenatore parla della doppia personalità di Yassin Salhi, capace di grande dolcezza con improvvisi scoppi di rabbia incontrollabile

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"Nei combattimenti faccia a faccia si lasciava picchiare senza reagire e senza
proteggere il volto. E poi, dopo qualche minuto, esplodeva di collera e picchiava con rabbia in tutte le direzioni. Era pericoloso per sé e per gli altri", ha raccontato a Le Parisien l'ex allenatore di arti marziali di Salhi, che parla del suo allievo come di "una bomba a scoppio ritardato" con "una doppia personalità". Una volta mi colpì - continua l'allenatore - perché era capace di grande dolcezza, ma poi aveva degli scoppi di rabbia incontrollabile. 

Yassin Salhi, arrestato per la decapitazione del suo datore di lavoro e il tentativo di causare un'esplosione in una fabbrica di gas vicino Lione, è un uomo massiccio con barba e capelli lunghi - ha raccontato il suo ex allenatore - e ha iniziato a frequentare la palestra circa quattro anni fa. Smise di allenarsi quando furono imposte regole più strette a tutela della laicità. L'allenatore gli disse che non poteva venire vestito con la djellaba, una lunga tunica portato da molti arabi, e lui così ha smesso di andare in palestra. Nelle sue conversazioni fuori dai corsi - ha raccontato l'allenatore - Salhi parlava sempre dell'Islam e aveva gli aveva confidato di essere stato sei mesi in Siria fra il 2010 e il 2011 per studiare in una scuola coranica.
 
Sempre l'ex allenatore ha raccontato che Salhi non arrivava sempre da solo in palestra. A volte era accompagnato da tre uomini che chiamava i "suoi fratelli", in altre occasioni lo aspettavano in macchina la moglie e i tre figli.