ITALIA
Un liquido sempre più 'prezioso'
Acqua, rapporto Cittadinanzattiva: sale costo, cresce dispersione
Dal 2007 il costo dell’acqua in Italia è cresciuto del 43%. E’ quanto afferma il Rapporto annuale prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva

Con una spesa media di 333 euro a famiglia, l’aumento rispetto all’anno precedente risulta pari al 7,4%. Inoltre, "la dispersione idrica non accenna a diminuire".
Secondo il report, "le differenze regionali sono rilevanti": la
Regione più cara è la Toscana con una media di 498 euro. Sopra la media i costi nelle Marche (429 euro), in Umbria (421 euro), in Emilia-Romagna (407 euro) e in Puglia (389 euro). L'aumento più consistente è di Vibo Valentia, con un costo lievitato del 54,7% rispetto al 2012. La regione meno cara risulta essere il Molise con
con una media di 143 euro. Firenze, Pistoia e Prato sono le città con le tariffe più care d’Italia, con 542 euro all'anno. Isernia è quella dove si spende di meno (120 euro).
Quanto alla dispersione, i dati non sono certo positivi: il sistema idrico italiano perde il 33% dell'acqua, con un costo calcolato in “3,7 miliardi di euro ogni anno". Il problema è "particolarmente accentuato al sud (42%) e al centro (33%)", mentre va relativamente meglio al Nord, che con il 27% di perdite si pone al di sotto della media nazionale. Il rapporto sottolinea inoltre l’aumento della dispersione idrica “dal 2007 in ben 56 città” e in 11 capoluoghi.
Il 2011, l’anno dei quesiti referendari per il ritorno all’acqua pubblica, sembra lontano anni luce. Il 12 e 13 giugno di quell’anno più del 54% degli aventi diritto decise che l’acqua non poteva essere considerata alla stregua di una merce qualunque e che il servizio doveva restare o rientrare in mano pubblica.
Secondo il report, "le differenze regionali sono rilevanti": la
Regione più cara è la Toscana con una media di 498 euro. Sopra la media i costi nelle Marche (429 euro), in Umbria (421 euro), in Emilia-Romagna (407 euro) e in Puglia (389 euro). L'aumento più consistente è di Vibo Valentia, con un costo lievitato del 54,7% rispetto al 2012. La regione meno cara risulta essere il Molise con
con una media di 143 euro. Firenze, Pistoia e Prato sono le città con le tariffe più care d’Italia, con 542 euro all'anno. Isernia è quella dove si spende di meno (120 euro).
Quanto alla dispersione, i dati non sono certo positivi: il sistema idrico italiano perde il 33% dell'acqua, con un costo calcolato in “3,7 miliardi di euro ogni anno". Il problema è "particolarmente accentuato al sud (42%) e al centro (33%)", mentre va relativamente meglio al Nord, che con il 27% di perdite si pone al di sotto della media nazionale. Il rapporto sottolinea inoltre l’aumento della dispersione idrica “dal 2007 in ben 56 città” e in 11 capoluoghi.
Il 2011, l’anno dei quesiti referendari per il ritorno all’acqua pubblica, sembra lontano anni luce. Il 12 e 13 giugno di quell’anno più del 54% degli aventi diritto decise che l’acqua non poteva essere considerata alla stregua di una merce qualunque e che il servizio doveva restare o rientrare in mano pubblica.