MONDO
L'Isis rivendica l'attacco
Attentato contro consolato al Cairo. Gentiloni: "Presi di mira perché contro il Califfato"
Il ministro degli Esteri è nella capitale egiziana per portare la sua solidarietà al personale della sede diplomatica. Renzi: "L'Italia non abbandonerà mai gli amici e alleati, a cominciare dall'Egitto" nella lotta contro il fanatismo

"L'Italia è in prima linea nella lotta al Califfato" ed "è stata colpita per questo", spiega il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni all'indomani dell'attentato rivendicato dall'Isis contro il consolato italiano al Cairo. Il titolare della Farnesina è giunto nella capitale egiziana per portare la sua solidarietà al personale della sede diplomatica. Un attacco mirato ad "intimidire" l'Italia impegnata al fianco dell'Egitto contro il terrore, spiega Gentiloni.
Un impegno da cui il Paese non si sottrarrà, scrive Renzi su Facebook. "L'Italia non abbandonerà mai gli amici e alleati, a cominciare dall'Egitto, impegnati a combattere estremismo e fanatismo. E sono certo che su questi temi non mancherà la coesione nazionale e l'impegno di tutta la comunità internazionale".
Gentiloni: "Non soprende che Daesh rivendichi attacco"
"Non mi sorprende che Daesh (acronimo arabo per Isis) rivendichi l'attacco. È la linea che seguono sempre, per ogni azione. Che poi questo corrisponda a una effettiva responsabilità sull'autobomba, non abbiamo elementi per dirlo - afferma il ministro degli Esteri Gentiloni in un'intervista a Repubblica - Le caratteristiche dell'attacco ci dicono che lo scopo era sicuramente intimidatorio, colpire la presenza internazionale nell'ambito di uno scontro fra terrorismo fondamentalista ed Egitto. Ma noi non ci lasciamo intimidire".
"Oggi l'Egitto - sottolinea il ministro - è un Paese chiave dal punto di vista della sfida del fondamentalismo, per cui l'avvertimento può avere anche una dimensione internazionale". "Non vorrei - prosegue poi Gentiloni - che si esagerasse con la dietrologia: si è voluto colpire l'Italia per questo e quest'altro motivo… Attentati come questo possono avere anche aspetti casuali, cioè essere legati alla possibilità logistica di colpire una nazione occidentale che sostiene la lotta al terrorismo del governo egiziano."
L'Isis rivendica ma nessuna conferma
La rivendicazione dei jihadisti - che non è stata ancora provata - è arrivata ieri tramite un tweet del Site, l'agenzia Usa di monitoraggio della propaganda web del terrorismo islamico. Site segnala che un account di Twitter considerato vicino all'Isis avrebbe scritto: "Grazie alla benedizione di Allah i soldati dello Stato Islamico hanno fatto esplodere 450 kg di esplosivo piazzati dentro una macchina parcheggiata davanti al Consolato italiano al Cairo".
La dinamica dell'attentato
La carica esplosiva, comandata a distanza, sarebbe stata posta sotto una vettura ed azionata con un telecomando. Un morto e nove i feriti, ma nessun italiano. Oltre alla facciata esterna del Consolato - che era chiuso - sarebbero state danneggiate anche alcune abitazioni limitrofe e anche le condutture idriche. L'esplosione è avvenuta alle 6.30 di ieri mattina.
I terroristi, secondo gli esperti, avrebbero utilizzato 250 chili di tritolo. I materiali sarebbero gli stessi adoperati la scorsa settimana per l'assassinio del procuratore capo egiziano Hisham Barakat.
Un impegno da cui il Paese non si sottrarrà, scrive Renzi su Facebook. "L'Italia non abbandonerà mai gli amici e alleati, a cominciare dall'Egitto, impegnati a combattere estremismo e fanatismo. E sono certo che su questi temi non mancherà la coesione nazionale e l'impegno di tutta la comunità internazionale".
Gentiloni: "Non soprende che Daesh rivendichi attacco"
"Non mi sorprende che Daesh (acronimo arabo per Isis) rivendichi l'attacco. È la linea che seguono sempre, per ogni azione. Che poi questo corrisponda a una effettiva responsabilità sull'autobomba, non abbiamo elementi per dirlo - afferma il ministro degli Esteri Gentiloni in un'intervista a Repubblica - Le caratteristiche dell'attacco ci dicono che lo scopo era sicuramente intimidatorio, colpire la presenza internazionale nell'ambito di uno scontro fra terrorismo fondamentalista ed Egitto. Ma noi non ci lasciamo intimidire".
"Oggi l'Egitto - sottolinea il ministro - è un Paese chiave dal punto di vista della sfida del fondamentalismo, per cui l'avvertimento può avere anche una dimensione internazionale". "Non vorrei - prosegue poi Gentiloni - che si esagerasse con la dietrologia: si è voluto colpire l'Italia per questo e quest'altro motivo… Attentati come questo possono avere anche aspetti casuali, cioè essere legati alla possibilità logistica di colpire una nazione occidentale che sostiene la lotta al terrorismo del governo egiziano."
L'Isis rivendica ma nessuna conferma
La rivendicazione dei jihadisti - che non è stata ancora provata - è arrivata ieri tramite un tweet del Site, l'agenzia Usa di monitoraggio della propaganda web del terrorismo islamico. Site segnala che un account di Twitter considerato vicino all'Isis avrebbe scritto: "Grazie alla benedizione di Allah i soldati dello Stato Islamico hanno fatto esplodere 450 kg di esplosivo piazzati dentro una macchina parcheggiata davanti al Consolato italiano al Cairo".
La dinamica dell'attentato
La carica esplosiva, comandata a distanza, sarebbe stata posta sotto una vettura ed azionata con un telecomando. Un morto e nove i feriti, ma nessun italiano. Oltre alla facciata esterna del Consolato - che era chiuso - sarebbero state danneggiate anche alcune abitazioni limitrofe e anche le condutture idriche. L'esplosione è avvenuta alle 6.30 di ieri mattina.
I terroristi, secondo gli esperti, avrebbero utilizzato 250 chili di tritolo. I materiali sarebbero gli stessi adoperati la scorsa settimana per l'assassinio del procuratore capo egiziano Hisham Barakat.