POLITICA
L'ex premier al Corriere della Sera
Elezioni, D'Alema: il 5 marzo? Un governo del presidente
Un governo del presidente e il parlamento al lavoro su una legge elettorale nuova. Questo accadrà dopo il voto per l'esponente LeU, intervistato dal Corsera

"La classe dirigente ha il dovere di dire la verità al Paese: questa legge è congegnata perché nessuno abbia la maggioranza. Occorrerà lo sforzo di garantire una ragionevole governabilità, mentre il Parlamento avrà un compito costituente, a cominciare da una nuova legge elettorale". Lo dice Massimo D'Alema in un'intervista al Corriere della Sera.
"Il Paese pagherà un prezzo alto al fallimento del renzismo, al modo disastroso, superficiale e arrogante con cui ha affrontato questioni delicatissime come le riforme" prevede, aggiungendo che "per forza"ci sarà un governo del presidente, "una convergenza di tanti partiti diversi attorno a obiettivi molto limitati. E noi, che siamo una forza radicata nei valori democratici della Costituzione della solidarietà, dell'uguaglianza, del lavoro, daremo il nostro contributo, ponendo discriminanti di carattere programmatico per noi irrinunciabili" come "le enormi istanze sociali non rappresentate".
Non ci sono condizioni per allearsi col Pd
Niente alleanza con il Pd perché "non ci sono le condizioni politiche e programmatiche. Noi non partecipiamo ad ammucchiate. Le ragioni di dissenso sono molte". "Ma "per far perdere Renzi non era necessario fare un partito; bastava lasciarlo fare da solo", aggiunge D'Alema. E anzi "consiglierei al Pd di adottare una certa prudenza, anziché continuare ad attaccarci" "perché attaccare noi non porta voti a loro, ma ai 5 Stelle". "Mi ha colpito che sia Berlusconi sia Renzi, facendosi eco come spesso accade, abbiano presentato le elezioni come uno scontro tra loro e i 5 Stelle, ognuno rivendicando il ruolo di argine al populismo - dice ancora D'Alema - Dicono le stesse cose, ma Berlusconi è più credibile". La Lega di Salvini, dice, "ha venature di estremismo di destra di tipo neofascista".
"Il Paese pagherà un prezzo alto al fallimento del renzismo, al modo disastroso, superficiale e arrogante con cui ha affrontato questioni delicatissime come le riforme" prevede, aggiungendo che "per forza"ci sarà un governo del presidente, "una convergenza di tanti partiti diversi attorno a obiettivi molto limitati. E noi, che siamo una forza radicata nei valori democratici della Costituzione della solidarietà, dell'uguaglianza, del lavoro, daremo il nostro contributo, ponendo discriminanti di carattere programmatico per noi irrinunciabili" come "le enormi istanze sociali non rappresentate".
Non ci sono condizioni per allearsi col Pd
Niente alleanza con il Pd perché "non ci sono le condizioni politiche e programmatiche. Noi non partecipiamo ad ammucchiate. Le ragioni di dissenso sono molte". "Ma "per far perdere Renzi non era necessario fare un partito; bastava lasciarlo fare da solo", aggiunge D'Alema. E anzi "consiglierei al Pd di adottare una certa prudenza, anziché continuare ad attaccarci" "perché attaccare noi non porta voti a loro, ma ai 5 Stelle". "Mi ha colpito che sia Berlusconi sia Renzi, facendosi eco come spesso accade, abbiano presentato le elezioni come uno scontro tra loro e i 5 Stelle, ognuno rivendicando il ruolo di argine al populismo - dice ancora D'Alema - Dicono le stesse cose, ma Berlusconi è più credibile". La Lega di Salvini, dice, "ha venature di estremismo di destra di tipo neofascista".