POLITICA
Il voto, su richiesta del Tribunale di Milano, slitta a dopo il 15 aprile
Senato. Giunta boccia proposta mediazione Pd sull'utilizzo delle intercettazioni delle "olgettine"
La Giunta doveva valutare se autorizzare il Tribunale di Milano all'utilizzo di 11 intercettazioni tra Berlusconi e le "olgettine". I voti contrari sono stati nove, cinque gli astenuti e sei a favore

La Giunta per le immunità del Senato dice no alla proposta di mediazione avanzata dal Pd e fatta propria dal relatore Dario Stefano di concedere l'autorizzazione solo per tre delle undici telefonate intercettate tra Berlusconi e le Olgettine. I voti contrari sono stati 9, 5 astenuti e 6 a favore. La Giunta dovrebbe tornare a riunirsi mercoledì della prossima settimana e si dovrà nominare un nuovo relatore.
La richiesta di Berlusconi
In questo modo il voto quasi sicuramente è destinato a slittare a dopo il 15 aprile, così come aveva chiesto lo stesso Silvio Berlusconi in una lettera inviata alla Giunta per le Immunità del Senato. Berlusconi, infatti, aveva chiesto di rinviare il voto su l'uso delle sue intercettazioni con alcune 'Olgettine' ad una data successiva al 15 aprile, cioè a dopo l'udienza preliminare. E questo, ha spiegato, per avere una "precisa evidenza" di quale sarà la definitiva formulazione di imputazione a suo carico.
La mediazione tentata dal presidente Stefano
La proposta originaria del relatore e presidente della Giunta, Dario Stefano, era quella di concedere l'autorizzazione solo per 5 delle 11 telefonate tra il Cav e le "olgettine" chieste dai magistrati di Milano per l'utilizzo ai fini processuali. In serata poi il senatore Pd, Claudio Moscardelli ha presentato una proposta di mediazione per arrivare comunque ad una definizione del caso in tempi rapidi. Moscardelli proponeva di dire sì all'autorizzazione per le prime tre telefonate: due della Guerra e una della Berardi. Il presidente della Giunta Stefano l'ha fatta subito sua e successivamente la Giunta l'ha respinta.
Il voto
Contro la proposta hanno votato i tre senatori di M5s, Felice Casson (Pd), tre di FI, Erica Stefani della Lega e la Fucsia (ex M5s). Si sono astenuti invece Andrea Augello (Ncd), Carlo Giovanardi (Idea), Nico D'Ascola (Ncd), Mario Ferrara, capogruppo di Gal al Senato e Enrico Buemi (Psi). Hanno votato invece a favore tutti altri senatori del Pd.
L'amarezza di Dario Stefano
Il presidente della Giunta per le immunità, Dario Stefano, appena terminata la seduta, ha dichiarato, amareggiato: "Mi sembrava ragionevole proporre l'assenso solo per le prime 5 in considerazione di un criterio oggettivo sulla tempistica che mantenesse però salvo il principio della casualità". "Con uno sforzo di mediazione - ha aggiunto - ho acceduto alla richiesta di un senatore del Pd di limitare la proposta favorevole esclusivamente per le prime due, sulle due utenze della Guerra, e per la prima, su quella della Berardi, ma è stata respinta anche per le astensioni e i voti in dissenso e per il voto contrario del centrodestra e di FI che pretendevano un no a tutto". "Ora - conclude Stefano - le regole mi impongono di lasciare l'incarico di relatore. Mi riservo di nominarne un altro, ma prima convocherò un Ufficio di presidenza. E' bene che si sappia che, bocciando la mia proposta di mediazione (più che di convinzione) il procedimento penale viene ulteriormente rallentato e chissà quando ora si potrà dare una risposta alla magistratura".
Le dichiarazioni dei senatori
"Questa storia - dichiara Mario Ferrara (Gal) - non sta davvero in piedi e sono gli stessi pm, negli atti giudiziari, a dire che ci sono grosse perplessità sul fatto che le intercettazioni in esame siano casuali".
"Ci sono 400 telefonate senza risposta - sostiene il Vicepresidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di Fi, Caliendo - e almeno 100 di queste sono fatte ad uno stesso numero di cui poi c'è anche la trascrizione. Mi chiedo come fa, chi trascrive tali ascolti, a dire che è tutto casuale?". "Peraltro - incalza Ferrara - queste ragazze, secondo quanto ci risulta, erano state messe sotto intercettazione per reati ambientali. Se il parlamentare fosse stato un altro, non Berlusconi, la Giunta non avrebbe esitato un solo momento a dire no alla richiesta dei magistrati".
Tra i senatori del Pd della Giunta c'è parecchio malcontento nei confronti di chi ha votato contro la proposta fatta propria dal relatore. Di fatto - sostengono alcuni parlamentari Pd - i senatori di M5s, almeno per ora, Berlusconi lo hanno salvato...
La richiesta di Berlusconi
In questo modo il voto quasi sicuramente è destinato a slittare a dopo il 15 aprile, così come aveva chiesto lo stesso Silvio Berlusconi in una lettera inviata alla Giunta per le Immunità del Senato. Berlusconi, infatti, aveva chiesto di rinviare il voto su l'uso delle sue intercettazioni con alcune 'Olgettine' ad una data successiva al 15 aprile, cioè a dopo l'udienza preliminare. E questo, ha spiegato, per avere una "precisa evidenza" di quale sarà la definitiva formulazione di imputazione a suo carico.
La mediazione tentata dal presidente Stefano
La proposta originaria del relatore e presidente della Giunta, Dario Stefano, era quella di concedere l'autorizzazione solo per 5 delle 11 telefonate tra il Cav e le "olgettine" chieste dai magistrati di Milano per l'utilizzo ai fini processuali. In serata poi il senatore Pd, Claudio Moscardelli ha presentato una proposta di mediazione per arrivare comunque ad una definizione del caso in tempi rapidi. Moscardelli proponeva di dire sì all'autorizzazione per le prime tre telefonate: due della Guerra e una della Berardi. Il presidente della Giunta Stefano l'ha fatta subito sua e successivamente la Giunta l'ha respinta.
Il voto
Contro la proposta hanno votato i tre senatori di M5s, Felice Casson (Pd), tre di FI, Erica Stefani della Lega e la Fucsia (ex M5s). Si sono astenuti invece Andrea Augello (Ncd), Carlo Giovanardi (Idea), Nico D'Ascola (Ncd), Mario Ferrara, capogruppo di Gal al Senato e Enrico Buemi (Psi). Hanno votato invece a favore tutti altri senatori del Pd.
L'amarezza di Dario Stefano
Il presidente della Giunta per le immunità, Dario Stefano, appena terminata la seduta, ha dichiarato, amareggiato: "Mi sembrava ragionevole proporre l'assenso solo per le prime 5 in considerazione di un criterio oggettivo sulla tempistica che mantenesse però salvo il principio della casualità". "Con uno sforzo di mediazione - ha aggiunto - ho acceduto alla richiesta di un senatore del Pd di limitare la proposta favorevole esclusivamente per le prime due, sulle due utenze della Guerra, e per la prima, su quella della Berardi, ma è stata respinta anche per le astensioni e i voti in dissenso e per il voto contrario del centrodestra e di FI che pretendevano un no a tutto". "Ora - conclude Stefano - le regole mi impongono di lasciare l'incarico di relatore. Mi riservo di nominarne un altro, ma prima convocherò un Ufficio di presidenza. E' bene che si sappia che, bocciando la mia proposta di mediazione (più che di convinzione) il procedimento penale viene ulteriormente rallentato e chissà quando ora si potrà dare una risposta alla magistratura".
Le dichiarazioni dei senatori
"Questa storia - dichiara Mario Ferrara (Gal) - non sta davvero in piedi e sono gli stessi pm, negli atti giudiziari, a dire che ci sono grosse perplessità sul fatto che le intercettazioni in esame siano casuali".
"Ci sono 400 telefonate senza risposta - sostiene il Vicepresidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di Fi, Caliendo - e almeno 100 di queste sono fatte ad uno stesso numero di cui poi c'è anche la trascrizione. Mi chiedo come fa, chi trascrive tali ascolti, a dire che è tutto casuale?". "Peraltro - incalza Ferrara - queste ragazze, secondo quanto ci risulta, erano state messe sotto intercettazione per reati ambientali. Se il parlamentare fosse stato un altro, non Berlusconi, la Giunta non avrebbe esitato un solo momento a dire no alla richiesta dei magistrati".
Tra i senatori del Pd della Giunta c'è parecchio malcontento nei confronti di chi ha votato contro la proposta fatta propria dal relatore. Di fatto - sostengono alcuni parlamentari Pd - i senatori di M5s, almeno per ora, Berlusconi lo hanno salvato...