ITALIA
Le indagini
Scajola, Gemayel smentisce: "Mai scritto lettera di protezione"
Attraverso il suo consigliere, l'ex presidente libanese fa sapere di non aver mai comunicato all'ex ministro dell'Interno la sua intenzione di attivarsi perchè fosse ospitato in Libano Amedeo Matacena. La lettera in questione è stata sequestrata a Scajola il giorno del suo arresto e attribuita ad Amin Gemayel

Arriva la smentita dell'ex presidente libanese Amin Gemayel su una presunta lettera scritta all'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola. Attraverso il suo consigliere, che parla con l'Ansa, fa sapere di non aver "mai scritto alcuna lettera di protezione a beneficio di nessuno", di non avere comunicato a Claudio Scajola la sua intenzione di attivarsi perchè fosse ospitato in Libano Amedeo Matacena.
La lettera in questione è quella scritta al computer in lingua francese sequestrata a Scajola il giorno del suo arresto. Nella missiva, indirizzata al "caro Claudio" e attribuita all'ex presidente libanese Amin Gemayel, il mittente scrive, tra l'altro, "mi occuperò a partire da domani di trovare un modo riservato per farlo uscire dagli Emirati Arabi poiché tratteremo il dossier con molta attenzione". In un altro passo della lettera è scritto: "Ho potuto patrocinare la questione e abbiamo già convenuto che una volta qui, egli potrà beneficiare, in maniera riservata, della stessa posizione che egli ha a Dubai, consegnandogli un documento di identificazione con dati anagrafici affinché egli possa rimanere nel nostro Paese e condurre una vita normale, naturalmente sotto la nostra responsabilità".
Nell'interrogatorio, avvenuto il 18 maggio a Regina Coeli, Claudio Scajola avrebbe ammesso di aver ricevuto via fax una lettera attribuita a Gemayel in cui l'ex presidente lo assicurava che si sarebbe interessato per fare riparare in Libano Matacena, l'ex deputato di Forza Italia condannato a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ora a Dubai. A preannunciare l'arrivo della lettera, secondo la segretaria di Scajola, Roberta Sacco, sarebbe stato Vincenzo Speziali, un imprenditore catanzarese che dal 2005 vive a Beirut ed è sposato con una donna libanese.
"Confermo - avrebbe detto Scajola nel corso dell'interrogatorio - che si tratta della missiva di cui ho parlato prima, che io colloco qualche giorno prima dell'incontro con Speziali del 16 gennaio 2014. L'appunto aggiuntivo potrebbe essere stato vergato di suo pugno dallo Speziali in occasione dell'incontro avvenuto nella data indicata. Certo non è di mio pugno". Continua "Speziali mi propose un incontro con Chiara Rizzo e un consigliere di Gemayel per affrontare l'argomento" dell'asilo politico a Matacena. Seppi da Speziali - ha aggiunto l'ex ministro - "che a tale incontro non avrebbe preso parte il consigliere di Gemayel qualche giorno prima della data fissata, tanto è vero, se ben ricordo, che mi era stato detto che avrebbero mandato una lettera che lo Speziali riferiva a Gemayel".
La lettera in questione è quella scritta al computer in lingua francese sequestrata a Scajola il giorno del suo arresto. Nella missiva, indirizzata al "caro Claudio" e attribuita all'ex presidente libanese Amin Gemayel, il mittente scrive, tra l'altro, "mi occuperò a partire da domani di trovare un modo riservato per farlo uscire dagli Emirati Arabi poiché tratteremo il dossier con molta attenzione". In un altro passo della lettera è scritto: "Ho potuto patrocinare la questione e abbiamo già convenuto che una volta qui, egli potrà beneficiare, in maniera riservata, della stessa posizione che egli ha a Dubai, consegnandogli un documento di identificazione con dati anagrafici affinché egli possa rimanere nel nostro Paese e condurre una vita normale, naturalmente sotto la nostra responsabilità".
Nell'interrogatorio, avvenuto il 18 maggio a Regina Coeli, Claudio Scajola avrebbe ammesso di aver ricevuto via fax una lettera attribuita a Gemayel in cui l'ex presidente lo assicurava che si sarebbe interessato per fare riparare in Libano Matacena, l'ex deputato di Forza Italia condannato a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, ora a Dubai. A preannunciare l'arrivo della lettera, secondo la segretaria di Scajola, Roberta Sacco, sarebbe stato Vincenzo Speziali, un imprenditore catanzarese che dal 2005 vive a Beirut ed è sposato con una donna libanese.
"Confermo - avrebbe detto Scajola nel corso dell'interrogatorio - che si tratta della missiva di cui ho parlato prima, che io colloco qualche giorno prima dell'incontro con Speziali del 16 gennaio 2014. L'appunto aggiuntivo potrebbe essere stato vergato di suo pugno dallo Speziali in occasione dell'incontro avvenuto nella data indicata. Certo non è di mio pugno". Continua "Speziali mi propose un incontro con Chiara Rizzo e un consigliere di Gemayel per affrontare l'argomento" dell'asilo politico a Matacena. Seppi da Speziali - ha aggiunto l'ex ministro - "che a tale incontro non avrebbe preso parte il consigliere di Gemayel qualche giorno prima della data fissata, tanto è vero, se ben ricordo, che mi era stato detto che avrebbero mandato una lettera che lo Speziali riferiva a Gemayel".