ITALIA
Coop sotto inchiesta
Ischia, il ruolo chiave di Simone: voleva un incontro con il generale Adinolfi
Intercettato anche il generale della Guardia di finanza. Il dirigente della Cpl Concordia arrestato nega le accuse: "Non l'ho mai conosciuto"

Francesco Simone, il responsabile delle relazioni istituzionali della Cpl Concordia arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti versate dalla cooperativa, avrebbe chiesto a un suo amico di organizzare un incontro fra l'ex presidente della Cpl, Roberto Casari, e il generale della Gdf Michele Adinolfi. La circostanza emerge da una delle informative del Noe dei carabinieri allegate alle carte dell'inchiesta, dalle quali si apprende che lo stesso generale è stato intercettato. La vicenda, costellata di "omissis" riguardanti proprio le telefonate dell'esponente della Gdf, è riassunta nel capitolo dedicato alla questione della bonifica della sede di Roma della Cpl: gli indagati, infatti, temevano di essere intercettati e per questo si attivarono.
La paura delle intercettazioni
Simone, "per scongiurare il pericolo di essere monitorati, parla con Verrini della necessità di attivare il segretario del generale Adinolfi e poi lo stesso alto ufficiale, verosimilmente suggeritogli da qualcuno che è a conoscenza che il citato ufficiale si presta a tale tipologia di attività dietro remunerazione". Simone contatta anche tale Matteo Giuseppe Lopez, che i carabinieri scrivono essere "tenente colonnello dell'esercito in quiescenza" e "proprietario della Sigint, il cui stato di servizio non è noto ma che potrebbe conoscere Adinolfi". Il "contatto" per arrivare al generale, ipotizzano gli investigatori, potrebbe essere David Cocuzzoli, amico di Simone. L'8 gennaio del 2014 i due parlano al telefono e il dirigente della Cpl lo invita a cena.
L'interrogatorio dei pm
Cocuzzoli afferma che la compagna, che si chiama Bianca, sarà a cena dal generale. A quel punto, annotano i carabinieri, "Simone propone di organizzare un incontro tra Adinolfi e Casari". "La conferma che si tratti di Adinolfi - si legge - arriva dalla conversazione telefonica tra il predetto e la moglie Lilli il medesimo giorno, in cui la donna dice che sarà a cena con Bianca". Interrogato dai pm, Simone ha smentito di conoscere il generale. "Non l'ho mai conosciuto e non c'ho mai parlato - ha messo a verbale - escludo categoricamente di aver corrisposto alcunché all'Adinolfi in relazione alla bonifica". Non nega però di essersi attivato, quando la Cpl perse prima l'appalto per il Sant'Orsola di Bologna e poi quello per l'Agenzia spaziale italiana.
La ricostruzione dei carabinieri
Su queste vicende, ha raccontato, "compilai una sorta di appunto/dossier che volevo consegnare alla Gdf. Cocuzzoli, mio amico, mi disse che la sua compagna Bianca era amica del generale Adinolfi e che avrebbe potuto far arrivare quest'appunto al generale". Una ricostruzione, scrivono i carabinieri, "alquanto fantasiosa e inverosimile". La bonifica, comunque fu fatta: costò, dice sempre Simone, tremila euro alla Cpl e risultò negativa. "Fu determinata - ha messo a verbale - dal timore che la Cpl fosse destinataria di spionaggio industriale e ciò anche perché il presidente Casari era già stato spiato da Tavaroli".
La paura delle intercettazioni
Simone, "per scongiurare il pericolo di essere monitorati, parla con Verrini della necessità di attivare il segretario del generale Adinolfi e poi lo stesso alto ufficiale, verosimilmente suggeritogli da qualcuno che è a conoscenza che il citato ufficiale si presta a tale tipologia di attività dietro remunerazione". Simone contatta anche tale Matteo Giuseppe Lopez, che i carabinieri scrivono essere "tenente colonnello dell'esercito in quiescenza" e "proprietario della Sigint, il cui stato di servizio non è noto ma che potrebbe conoscere Adinolfi". Il "contatto" per arrivare al generale, ipotizzano gli investigatori, potrebbe essere David Cocuzzoli, amico di Simone. L'8 gennaio del 2014 i due parlano al telefono e il dirigente della Cpl lo invita a cena.
L'interrogatorio dei pm
Cocuzzoli afferma che la compagna, che si chiama Bianca, sarà a cena dal generale. A quel punto, annotano i carabinieri, "Simone propone di organizzare un incontro tra Adinolfi e Casari". "La conferma che si tratti di Adinolfi - si legge - arriva dalla conversazione telefonica tra il predetto e la moglie Lilli il medesimo giorno, in cui la donna dice che sarà a cena con Bianca". Interrogato dai pm, Simone ha smentito di conoscere il generale. "Non l'ho mai conosciuto e non c'ho mai parlato - ha messo a verbale - escludo categoricamente di aver corrisposto alcunché all'Adinolfi in relazione alla bonifica". Non nega però di essersi attivato, quando la Cpl perse prima l'appalto per il Sant'Orsola di Bologna e poi quello per l'Agenzia spaziale italiana.
La ricostruzione dei carabinieri
Su queste vicende, ha raccontato, "compilai una sorta di appunto/dossier che volevo consegnare alla Gdf. Cocuzzoli, mio amico, mi disse che la sua compagna Bianca era amica del generale Adinolfi e che avrebbe potuto far arrivare quest'appunto al generale". Una ricostruzione, scrivono i carabinieri, "alquanto fantasiosa e inverosimile". La bonifica, comunque fu fatta: costò, dice sempre Simone, tremila euro alla Cpl e risultò negativa. "Fu determinata - ha messo a verbale - dal timore che la Cpl fosse destinataria di spionaggio industriale e ciò anche perché il presidente Casari era già stato spiato da Tavaroli".