TECH
Dal presidente Rohani passi avanti verso l'accesso a internet
Svolta storica in Iran: autorizzate le connessioni 3G e 4G
Il presidente iraniano, malgrado le resistenze dei conservatori, ha autorizzato le connessioni 3G e 4G ai due principali operatori della Repubblica islamica. Resta vietato l'accesso ai 'siti proibiti' così come a Twitter e Facebook. Rohani, intanto, usa i social network per comunicare con l'Occidente

Il presidente iraniano, Hassan Rohani, vincendo le resistenze dei conservatori, ha
autorizzato il rilascio di licenze per la diffusione di connessioni 3G e 4G ai due principali operatori del Paese. Internet ad alta velocità sarà una realtà per milioni di utenti, ma restano bloccati i siti censurati dalle autorità. Tra questi anche Facebook, Twitter e YouTube. Rohani ha dovuto affrontare una dura opposizione prima di dare il via libera al provvedimento, soprattutto in ambienti militari e religiosi.
Apertura su Twitter
"I miei sforzi puntano ad assicurare che il mio popolo possa avere accesso a tutte le informazioni globalmente, come è nel loro #diritto". Con tanto di hastag, questa è stata la risposta del presidente iraniano Hassan Rohani a Jack Dorsey, fondatore di Twitter. Accadeva nell'ottobre 2013 con uno scambio di tweet passato alla storia.
Nel suo primo tweet a Rohani, Dorsey scriveva: "Buona sera Presidente. I cittadini iraniani sono capaci di leggere i tuoi tweet?". Qualche ora dopo, il presidente moderato rispondeva: "Buona sera @Jack. Come ho detto a @camanpour [si riferiva ad un'intervista alla giornalista della Cnn Christiane Amanpour, ndr] , i miei sforzi puntano ad assicurare che il mio popolo possa avere accesso a tutte le informazioni globalmente, come è nel loro #diritto". Dorsey infie replicava: "Ci faccia sapere cosa possiamo fare per renderlo realtà". L'account ha oltre 170.000 follower.
I tweet non sono suoi
Sebbene sia stato un piccolo scambio di opinioni, gran parte della stampa americana ha valutato che potesse rappresentare un "nuovo corso" per i cittadini iraniani.
Non tutti sembravano così convinti, però. Come racconta il settimanale americano Time, nel gennaio 2014, per gli occidentali l'account @HassanRouhani su Twitter è stato responsabile per gran parte del fascino del presidente iraniano. Perché lo faceva apparire in contatto con il mondo moderno e in linea con le aspirazioni dei giovani iraniani.
Durante un incontro con un piccolo gruppo di giornalisti al World Economic Forum di Davos, Rohani ha risposto a una domanda diretta con la 'confessione' che lui non scriveva i tweet associati al suo account: "Quelli sono scritti da 'amici' ", ha ammesso. Ciò non significa, ha aggiunto Time, che non fosse d'accordo con il contenuto.
Social Iran
Rohani, utente attivo dei social network, sia Facebook che Twitter, li usa anche per annunciare eventi geopolitici importanti. Su Twitter, Rohani aveva riferito della storica telefonata con il presidente americano, Barack Obama, a fine settembre del 2013. La conversazione è stata la prima tra i leader dei due paesi dalla caduta dello Scià Reza Palevi, nel 1979.
Le due piattaforme social, anche se usate da altri esponenti iraniani, restano vietate alla popolazione in generale, in base alla decisione di Mahmoud Ahmadinejad, predecessore dell'attuale presidente. Il divieto scaturì nel nel 2009 dopo la cosiddetta "Rivoluzione Verde".
autorizzato il rilascio di licenze per la diffusione di connessioni 3G e 4G ai due principali operatori del Paese. Internet ad alta velocità sarà una realtà per milioni di utenti, ma restano bloccati i siti censurati dalle autorità. Tra questi anche Facebook, Twitter e YouTube. Rohani ha dovuto affrontare una dura opposizione prima di dare il via libera al provvedimento, soprattutto in ambienti militari e religiosi.
Apertura su Twitter
"I miei sforzi puntano ad assicurare che il mio popolo possa avere accesso a tutte le informazioni globalmente, come è nel loro #diritto". Con tanto di hastag, questa è stata la risposta del presidente iraniano Hassan Rohani a Jack Dorsey, fondatore di Twitter. Accadeva nell'ottobre 2013 con uno scambio di tweet passato alla storia.
Nel suo primo tweet a Rohani, Dorsey scriveva: "Buona sera Presidente. I cittadini iraniani sono capaci di leggere i tuoi tweet?". Qualche ora dopo, il presidente moderato rispondeva: "Buona sera @Jack. Come ho detto a @camanpour [si riferiva ad un'intervista alla giornalista della Cnn Christiane Amanpour, ndr] , i miei sforzi puntano ad assicurare che il mio popolo possa avere accesso a tutte le informazioni globalmente, come è nel loro #diritto". Dorsey infie replicava: "Ci faccia sapere cosa possiamo fare per renderlo realtà". L'account ha oltre 170.000 follower.
I tweet non sono suoi
Sebbene sia stato un piccolo scambio di opinioni, gran parte della stampa americana ha valutato che potesse rappresentare un "nuovo corso" per i cittadini iraniani.
Non tutti sembravano così convinti, però. Come racconta il settimanale americano Time, nel gennaio 2014, per gli occidentali l'account @HassanRouhani su Twitter è stato responsabile per gran parte del fascino del presidente iraniano. Perché lo faceva apparire in contatto con il mondo moderno e in linea con le aspirazioni dei giovani iraniani.
Durante un incontro con un piccolo gruppo di giornalisti al World Economic Forum di Davos, Rohani ha risposto a una domanda diretta con la 'confessione' che lui non scriveva i tweet associati al suo account: "Quelli sono scritti da 'amici' ", ha ammesso. Ciò non significa, ha aggiunto Time, che non fosse d'accordo con il contenuto.
Social Iran
Rohani, utente attivo dei social network, sia Facebook che Twitter, li usa anche per annunciare eventi geopolitici importanti. Su Twitter, Rohani aveva riferito della storica telefonata con il presidente americano, Barack Obama, a fine settembre del 2013. La conversazione è stata la prima tra i leader dei due paesi dalla caduta dello Scià Reza Palevi, nel 1979.
Le due piattaforme social, anche se usate da altri esponenti iraniani, restano vietate alla popolazione in generale, in base alla decisione di Mahmoud Ahmadinejad, predecessore dell'attuale presidente. Il divieto scaturì nel nel 2009 dopo la cosiddetta "Rivoluzione Verde".