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ITALIA

Come la piaga biblica narrata nell'Esodo

L'allarme di Coldiretti: milioni di cavallette hanno invaso le campagne di Nuoro

I terreni destinati all'agricoltura tra Ottana, Olotana e Orani sono ricoperti di cavallette. Un'area di oltre duemila ettari interamente devastata dalla fame atavica degli insetti. E' troppo tardi per correre ai ripari. Unico rimedio arare i terreni lasciati incolti dalle imprese agricole in crisi

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Non è la piaga biblica narrata nel libro dell'Esodo, ma milioni di cavallette disseminate a perdita di vista nelle campagne in provincia di Nuoro rappresentano comunque un fatto insolito e preoccupante. L'allarme è lanciato dalla Coldiretti che parla di devastazione per oltre 2mila ettari di terreno tra Ottana, Olotana e in particolare modo Orani dove ci sarebbero alcune zone in cui si cammina in tappeti di cavallette. 

La preoccupazione della Coldiretti
“Le cavallette ci mancavano – evidenzia il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis -, oltre a tutte le calamità naturali adesso diverse aziende si ritrovano a dover fare i conti anche con questo insetto. Sono milioni e milioni e stanno arrecando non pochi danni. Stanno divorando tutto quello che incontrano sul loro cammino e di conseguenza stanno lasciando gli animali senza pascolo e in alcuni casi stanno compromettendo il raccolto del foraggio e danneggiando la corteccia delle piante. Ci siamo rivolti alle istituzioni a tutti i livelli, comune, provincia e regione, per affrontare il problema, anche se sappiamo che per la stagione in corso siamo in ritardo”. In questo momento, infatti, gli insetti nella maggioranza sono adulti e trattarli avrebbe poca efficacia. Sarebbe invece opportuno fare un lavoro di prevenzione. “Stiamo chiedendo interventi preventivi – spiega il direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra Alessandro Serra –. Si potrebbero arare i terreni, soprattutto quelli incolti che rappresentano il luogo ideale per proliferare e questo la dice lunga sull'importanza del presidio dei territori svolto dalle imprese agricole. Oggi quei terreni sono poco frequentati e soprattutto poco coltivati a causa della crisi e dell’assenza di una vera politica agricola”.