SPORT
Intervistato a “Radio anch'io Sport”
Tavecchio e il futuro del calcio: "Spero che il 2015 sia l'anno giusto per riformare i campionati"
I progetti del presidente della Figc: 18 squadre in Serie A, 20 in Serie B. Sacrifici economici in vista per gli arbitri, per i quali è in arrivo una spending review

Primo obiettivo per il 2015: iniziare la riforma dei campionati per portare la Serie A da 20 a 18 squadre. “Mi auguro che questo sia l’anno giusto”, dice ai microfoni di “Radio anch'io Sport” su Rai Radiouno il presidente della Figc Carlo Tavecchio. Il futuro del calcio italiano, nei piani del numero uno della Federazione, passa per una revisione complessiva del sistema.
Meno squadre, maggiori risorse
"Il sistema sportivo italiano implode perché le risorse stanno diminuendo”, spiega Tavecchio. “Se si riduce a 18 il numero di squadre in Serie A, la B ipoteticamente a 20, e la Lega Pro smette di fare storture sportive come i ripescaggi", prosegue il presidente della Figc, si può sfruttare il possibile "incremento" per un paio d'anni dei diritti radiotelevisivi a cui affiancare una "riduzione" degli attori in campo. "Ho avuto contatti con Damiano Tommasi (presidente Assocalciatori, ndr) – racconta - Non abbiamo ancora proposto un piano di riforma organico dei campionati, sono in corso delle trattative non di poco conto: prima dobbiamo trovare la quadra tra le leghe".
Il ruolo dei club
Centrale sarà la collaborazione dei club. "Le società sono soggetti privati, senza il loro apporto non si costruisce un sistema sportivo – afferma Tavecchio - Però si stanno trasformando sempre più in entità che producono crediti o debiti. È inutile iscrivere squadre che a metà campionato si ritirano, parlo delle serie intermedie e inferiori. Servono controlli preventivi".
Sacrifici in vista anche per gli arbitri
Sulla spending review nel calcio Tavecchio vede necessario un sacrificio anche da parte dell'Associazione italiana arbitri. "Su un budget di 160 milioni, con un costo di 50, una spending review dell'8% sulla spesa arbitrale secondo noi è fattibile. È inutile prendere un direttore di gara di Terza Categoria a 50 km di distanza da dove di disputerà la gara, ma magari a 20. In B ci sono in ballo 27 milioni". Se le società di A ritengono opportuno il gol non gol si possono valutare risparmi come 1,5 milioni di euro sugli arbitri di porta”.
Meno squadre, maggiori risorse
"Il sistema sportivo italiano implode perché le risorse stanno diminuendo”, spiega Tavecchio. “Se si riduce a 18 il numero di squadre in Serie A, la B ipoteticamente a 20, e la Lega Pro smette di fare storture sportive come i ripescaggi", prosegue il presidente della Figc, si può sfruttare il possibile "incremento" per un paio d'anni dei diritti radiotelevisivi a cui affiancare una "riduzione" degli attori in campo. "Ho avuto contatti con Damiano Tommasi (presidente Assocalciatori, ndr) – racconta - Non abbiamo ancora proposto un piano di riforma organico dei campionati, sono in corso delle trattative non di poco conto: prima dobbiamo trovare la quadra tra le leghe".
Il ruolo dei club
Centrale sarà la collaborazione dei club. "Le società sono soggetti privati, senza il loro apporto non si costruisce un sistema sportivo – afferma Tavecchio - Però si stanno trasformando sempre più in entità che producono crediti o debiti. È inutile iscrivere squadre che a metà campionato si ritirano, parlo delle serie intermedie e inferiori. Servono controlli preventivi".
Sacrifici in vista anche per gli arbitri
Sulla spending review nel calcio Tavecchio vede necessario un sacrificio anche da parte dell'Associazione italiana arbitri. "Su un budget di 160 milioni, con un costo di 50, una spending review dell'8% sulla spesa arbitrale secondo noi è fattibile. È inutile prendere un direttore di gara di Terza Categoria a 50 km di distanza da dove di disputerà la gara, ma magari a 20. In B ci sono in ballo 27 milioni". Se le società di A ritengono opportuno il gol non gol si possono valutare risparmi come 1,5 milioni di euro sugli arbitri di porta”.