Quarta e ultima deposizione in videoconferenza
Pedofilia, Pell: la mia mancanza è stata fidarmi del cappellano
"Avrei potuto fare di più": è il mea culpa del cardinal George Pell durante l'ultima deposizione con la commissione australiana che lo ha interrogato sui casi di abusi sessuali dei preti australiani. Le vittime: Pell viva con il peso delle sue responsabilità

"Avrei potuto fare di più". Mea culpa del cardinal George Pell durante l'ultima deposizione in videoconferenza con la commissione australiana che lo ha interrogato sui casi di abusi sessuali dei preti australiani. Pell ricorda di non aver preso provvedimenti quando uno studente gli confessò che un prete si "comportava male con i ragazzi". "Non feci niente al riguardo. Con l'esperienza di 40 anni dopo -aggiunge- certamente riconosco che avrei potuto fare di più". Pell, vescovo a Ballarat e poi arcivescovo a Melbourne negli anni '70 e '80, definisce "una disastrosa coincidenza" che in quegli anni si fossero verificati diversi casi di abusi sessuali sui minori da parte di uomini di chiesa.
La mia mancanza e' stata fidarmi del cappellano
"La mia mancanza e' stata quella di limitarmi ad andare dal cappellano della scuola per chiedergli se le voci fossero vere". Entra nel vivo con questa ammissione di responsabilita' l'audizione del cardinale George Pell sugli abusi sessuali comiuti da sacerdoti nelle diocesi di Ballart (dove e' stato vicario episcopale) e di Melbourne (dove e' stato vescovo ausiliare e poi arcivescovo). Il caso piu' spinoso che la Commissione Reale sta esaminando nella vidiconferenza con l'Hotel QUirinale di Roma riguarda padre Gerald Ridsdale, coinquilino di Pell per molti anni e assistente spirituale dell'Istituto Fratelli Cristiani di Bellart. Pell inoltre ha ammesso questa sera di aver sbagliato ad accompagnare Ridasdale in tribunale perche' cosi' le vittime hanno potuto pensare che lui appoggiava il noto pedofilo, ma gli era stato chiesto perche' il sacerdote avesse un punto di riferimento. Padre Ridasdle, oggi ultraottantenne ma ancora detenuto, abuso' anche di suo nipotr David. "Ho il sospetto che perche' ho accompagnato suo zio all'udienza del giudice, David rimase dispiaciuto", ha confidato Pell ai commissari.
"Non avevo intenzione di contestare le accuse - ha pero' spiegato - non volevo mancare di rispetto alle vittime, anzi ero a conoscenza che aveva arrecato un grande danno alla Chiesa".
Pell ha raccontato di una telefonata che che ebbe con David Ridsdale nei primi mesi del 1993, quando questi disse all'allora vescovo ausiliare Pell di essere stato abusato sessualmente dallo zio. Secondo la Commissione Pell avrebbe domandato al ragazzo cosa avrebbe potuto dargli per per mantenere la tranquillita', in altri termini, per comprare il silenzio. "Non ho mai impedito o scoraggiato nessuno di andare alla polizia", ha pero' replicato l'attuale super ministro delle finanze di Papa Francesco. "Ho parlato con lui a lungo. Lui non mi ha chiesto di fare qualcosa. Se mi avesse chiesto di fare qualsiasi cosa certamente lo avrei fatto", ha assicurato. La Commissione poi gli ha anche chiesto spiegazioni sulla frase detta nella serata di lunedi', "si tratta di una storia triste - aveva detto il porporato - ma non e' stata di grande interesse per me". "Ricordo", ha risposto, "Mi dispiace per la scelta delle parole. Ero molto confuso, ho risposto male". Interrogato poi dall'avvocato che rappresenta le vittime, Stephen Odgers, Pell ha negato ancora una volta di aver offerto degli aiuti finanziari a David per comprare il suo silenzio.
Un altro caso esaminato questa sera riguarda la denuncia di una madre che accusava padre Paul David Ryan di aver abusato suo figlio di 12 - 13 anni nel bagno. La Commissione reale lo scorso anno, ascoltando la testimonianza del cappellano militare australiano, monsignor Glynn Murphy, che fu segretario del vescovo di Ballarat tra il 1990 e il 1997, ha potuto dimostrare che all'epoca il vescovo di Ballarat, Ronald Mulkearns, dopo aver ricevuto la enuncia della signora effettivamente decise per un trasferimento immediato di Ryan a un'altra parrocchia. Dopo un paio di mesi a Ararat, Ryan e' stato inviato negli Stati Uniti per essere curato clinicamente per questi disturbi psico-mentali. Interrogato in proposito, Pell ha detto che, anche se era consapevole che Ryan era stato inviato negli Stati Uniti, non sapeva che li' avrebbe ricevuto delle cure per il comportamento che aveva assunto nei confronti di giovani ragazzi.
"Io credetti alla dichiarazione che il vescovo fece al clero, secondo cui era negli Stati Uniti per motivi di studio", ha affermato il cardinale Pell. Tuttavia, il porporato ha ammesso che gia' allepoca egli considerava Ryan "un potenziale problema, ma non ero consapevole del fatto che c'era un problema pedofilia e ho pensato che fosse stato inviato in Usa fondamentalmente per studiare".
Venerdì incontrerà alcune vittime
Alla deposizione hanno partecipato anche diverse vittime di abusi di quegli anni, che hanno mostrato diffidenza sulla sincerità del cardinale. "Siamo delusi -ha detto uno di loro, Philip Nagle- per essere stati ingannati. Crediamo che George non sia stato né onesto né sincero". "George - ha aggiunto - deve vivere con il peso delle sue responsabilita'. Dovrebbe dimettersi ma non e' questo che chiediamo: la cosa riguarda il Vaticano, la Polizia Vittoriana, e la Commissione Reale". Venerdì prossimo, ha infine annunciato lo stesso Pell ai cronisti alla fine della deposizione, il cardinale incontrerà alcune delle vittime.