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MONDO

Sangue in Medio Oriente

Leyla, la neonata palestinese uccisa a Gaza mentre la madre protestava contro Israele

"Non voleva stare da sola e lo zio l'ha portata dalla madre",  racconta il corrispondente di “The Economist”, che è stato al funerale della bimba palestinese di 8 mesi tra le vittime di ieri

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È diventata il simbolo triste della giornata di ieri la bimba palestinese di appena 8 mesi morta ieri, probabilmente soffocata dai gas lacrimogeni, durante le manifestazioni al confine tra Striscia di Gaza e Israele. La piccola, Leyla al-Ghandhour, si trovava al confine con la madre perché non voleva restare a casa da sola.
 
Secondo il corrispondente della rivista britannica ‘The Economist’, Gregg Carlstrom, presente ai funerali della piccola, la madre si era infatti recata al confine con Israele a protestare e aveva lasciato Leyla a casa. "La bambina ha cominciato a piangere in maniera incontrollata, così suo zio ha deciso di portarla da sua madre, e lei è morta per i gas lacrimogeni", ha scritto Carlstrom sul suo profilo Twitter.

Indagine in corso sulla morte della neonata
In realtà, non è chiaro se la causa sia stata proprio l'inalazione di gas lacrimogeni. Lo ha reso noto un funzionario del ministero della Salute di Gaza, citato dall'agenzia di stampa Dpa coperto da anonimato. In precedenza era stata questa la dinamica, confermata dallo stesso ministero per la morte della piccola Leila al-Ghandour. Ora il funzionario, coperto da
anonimato perché non autorizzato a parlare con i media, ha riferito di un'indagine in corso sulle cause del decesso della neonata.