ITALIA
Mps, Gup di Milano respinge l'archiviazione: imputazione coatta per Profumo e Viola

Il Gup di Milano, Livio Antonello Cristofano ha disposto l'imputazione coatta nei confronti degli ex manager Mps Fabrizio Viola, ora ad della Banca Popolare di Vicenza, Alessandro Profumo, indicato come prossimo amministratore delegato di Leonardo e per Paolo Salvadori, ex presidente del collegio sindacale di Monte dei Paschi di Siena. Tutti accusati di falso in bilancio e aggiotaggio.
"Ho certezza della correttezza del mio operato e come sempre ho piena fiducia nella giustizia", ha dichiarato Alessandro Profumo dopo la decisione del giudice.
Il giudice si era riservato nei giorni scorsi di decidere sull'opposizione all'archiviazione presentata dall'associazione consumatori Codacons e oggi ha depositato il provvedimento col quale, in sostanza, 'ordina' alla procura di chiedere il rinvio a giudizio per gli indagati.
Disposta, invece, l'archiviazione, come chiesto dalla Procura, per sette persone tra cui anche gli ex vertici di Rocca Salimbeni Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, già a processo a Milano, assieme ad altri imputati, per la gestione di Mps.
La Procura aveva insistito per la richiesta di archiviazione sia per le 11 persone fisiche che per la banca, indagata per la legge 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti per i reati commessi dai dipendenti. Il fascicolo era stato trasmesso a Milano da Siena a fine luglio dell'anno scorso per ragioni di competenza territoriale. I magistrati milanesi titolari dell'inchiesta, i pm Mauro Clerici, Stefano Civardi e Giordano Baggio, ai primi di settembre presentarono richiesta di archiviazione sia per le persone fisiche che per l'istituto di credito. A opporsi all'epilogo giudiziario della vicenda erano stati il Codacons e i piccoli azionisti.
Nel frattempo, era intervenuto anche il pg Felice Isnardi che aveva disposto ulteriori accertamenti sulla posizione della banca, sfruttando la possibilità che gli concede l'articolo 58 della legge 231 di svolgere "gli accertamenti indispensabili e, qualora ritenga ne ricorrano le condizioni, contestare all'ente le violazioni amministrative conseguenti al reato" entro sei mesi dalla comunicazione del decreto motivato dell'archiviazione emesso dalla Procura.
Nell'ambito di questi approfondimenti, è stata eseguita anche una perizia tecnica sui derivati Santorini e Alexandria da cui sarebbero derivate le perdite milionarie nascoste nei bilanci.
Il giudice, disponendo l'imputazione coatta per gli ex vertici di Mps che presero il posto di Mussari e Vigni, ha valorizzato, da quanto si è saputo, una consulenza tecnica disposta dal sostituto procuratore generale Felice Isnardi che ha deciso di effettuare approfondimenti investigativi (come prevede la legge) sulla presunta responsabilità amministrativa di Banca Mps, la cui posizione di indagata era stata, invece, archiviata dai pm. Una nuova consulenza che è servita, in particolare, per accertare quale impatto avrebbe avuto la contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria sui bilanci di Mps, dal 2012 fino alla semestrale del 2015, se l'operazione fosse stata effettuata "a saldi chiusi" anziché "a saldi aperti" come è avvenuto.
"Ho certezza della correttezza del mio operato e come sempre ho piena fiducia nella giustizia", ha dichiarato Alessandro Profumo dopo la decisione del giudice.
Il giudice si era riservato nei giorni scorsi di decidere sull'opposizione all'archiviazione presentata dall'associazione consumatori Codacons e oggi ha depositato il provvedimento col quale, in sostanza, 'ordina' alla procura di chiedere il rinvio a giudizio per gli indagati.
Disposta, invece, l'archiviazione, come chiesto dalla Procura, per sette persone tra cui anche gli ex vertici di Rocca Salimbeni Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, già a processo a Milano, assieme ad altri imputati, per la gestione di Mps.
La Procura aveva insistito per la richiesta di archiviazione sia per le 11 persone fisiche che per la banca, indagata per la legge 231 del 2001 sulla responsabilità degli enti per i reati commessi dai dipendenti. Il fascicolo era stato trasmesso a Milano da Siena a fine luglio dell'anno scorso per ragioni di competenza territoriale. I magistrati milanesi titolari dell'inchiesta, i pm Mauro Clerici, Stefano Civardi e Giordano Baggio, ai primi di settembre presentarono richiesta di archiviazione sia per le persone fisiche che per l'istituto di credito. A opporsi all'epilogo giudiziario della vicenda erano stati il Codacons e i piccoli azionisti.
Nel frattempo, era intervenuto anche il pg Felice Isnardi che aveva disposto ulteriori accertamenti sulla posizione della banca, sfruttando la possibilità che gli concede l'articolo 58 della legge 231 di svolgere "gli accertamenti indispensabili e, qualora ritenga ne ricorrano le condizioni, contestare all'ente le violazioni amministrative conseguenti al reato" entro sei mesi dalla comunicazione del decreto motivato dell'archiviazione emesso dalla Procura.
Nell'ambito di questi approfondimenti, è stata eseguita anche una perizia tecnica sui derivati Santorini e Alexandria da cui sarebbero derivate le perdite milionarie nascoste nei bilanci.
Il giudice, disponendo l'imputazione coatta per gli ex vertici di Mps che presero il posto di Mussari e Vigni, ha valorizzato, da quanto si è saputo, una consulenza tecnica disposta dal sostituto procuratore generale Felice Isnardi che ha deciso di effettuare approfondimenti investigativi (come prevede la legge) sulla presunta responsabilità amministrativa di Banca Mps, la cui posizione di indagata era stata, invece, archiviata dai pm. Una nuova consulenza che è servita, in particolare, per accertare quale impatto avrebbe avuto la contabilizzazione dei derivati Santorini e Alexandria sui bilanci di Mps, dal 2012 fino alla semestrale del 2015, se l'operazione fosse stata effettuata "a saldi chiusi" anziché "a saldi aperti" come è avvenuto.