MONDO
Evento in diretta tv a meno di dieci giorni dal voto
Lavoro al centro dell'Eurodibattito. Nel confronto entra anche Lampedusa
A Bruxelles la prima sfida televisiva tra i cinque candidati alla presidenza della Commissione Ue. Tutti concordi: la gestione dell'emergenza immigrazione non può essere lasciata ai singoli paesi

Lavoro, euroscetticismo, giovani e uno sguardo al futuro dell'Europa. Nella sede di Bruxelles del Parlamento europeo è andato in scena il primo dibattito tra i candidati alla presidenza della Commissione Europea. Un evento inedito, trasmesso dalle tv pubbliche di tutto il Vecchio Continente e in cui l'Italia è stata al centro della discussione in particolare per quanto riguarda l'immigrazione e le tragedie nel Mar Mediterraneo. A fare le domande ai candidati il direttore di RaiNews24 Monica Maggioni.
Dibattito serrato e frecciate
Quello che si è svolto nell'emiciclo del Parlamento è stato un confronto corretto ma caratterizzato anche da critiche incrociate fra i candidati. Dibattito serrato, risposte concentrate in un minuto. A meno di dieci giorni dal voto, Martin Schulz (Pse), Jean-Claude Juncker (Ppe), Guy Verhofstadt (Alde), Ska Keller (Verdi) e Alexis Tsipras (Sinistra Europea) non si sono risparmiati attacchi e frecciate.
Disoccupazione e crisi economica
Si è partiti dall'economia e dalle politiche per risolvere il problema della disoccupazione. Tutti concordi sulla necessità di cambiare le cose e di imprimere un cambio di marcia all'Unione, anche se le ricette per farlo sono diverse. Netto, ad esempio, l'attacco all'austerity da parte di Tsipras, secondo il quale “bisogna fermare la paranoia del debito in Europa” e “cancellarlo parzialmente” e di Keller, per la quale “ci fa andare solo più profondamente nella crisi”. Per Schulz “l'ideologia per cui basta tagliare e gli investitori torneranno ha fallito. Ora, servono investimenti per generare crescita”. Secondo Juncker invece servono “un rigore responsabile senza eccessi” e nuove idee che favoriscano la crescita. Se non si fossero salvate alcune banche, aggiunge, “sarebbe crollata l'economia reale”. Verhofstadt propone un nuovo approccio e maggiore integrazione europea “per il sistema bancario, la digitalizzazione, l'energia”.
Immigrazione e Ucraina
Tra i temi più legati alla cronaca, c'è quello dell'immigrazione. Lampedusa è entrata nel dibattito, con tutti i candidati sostanzialmente concordi nell'affermare che la gestione dell'emergenza non può essere lasciata ai singoli paesi. Sulla politica estera, invece, le soluzioni indicate per la crisi in Ucraina sono differenti. Verhofstadt propone di “sanzionare maggiormente le persone vicine a Putin”, mentre Keller evidenzia la necessità per gli Stati europei di “essere indipendenti dalla Russia puntando sulle energie rinnovabili”. Per Schulz “l'Unione Europea non è una potenza militare e deve fare di tutto per evitare una guerra”, mentre secondo Juncker le sanzioni alla Russia sono giuste. Per Tsipras quella in Ucraina “è una ferita che si deve chiudere con la diplomazia e il dialogo”.
Euroscetticismo e appelli al voto
Aprire il potere ai cittadini arginare il potere delle lobby: queste le ricette proposte per combattere l'astensionismo e la crisi di immagini delle istituzioni europee. Candidati che si scaldano negli ultimi appelli al voto e sottolineano le proprie parole d'ordine: occupazione e ambiente per Keller, “lavoro, lavoro, lavoro” per Verhofstadt, “lotta alle divisioni fra Nord e Sud, giovani e vecchi, nuovi e vecchi membri” per Juncker, “Europa dei popoli con questioni importanti decise direttamente dai cittadini” per Tsipras e “Europa come casa, come posto dove si vive meglio tutti” per Schulz.
Domande dai social network
Il format del dibattito ha dato anche al pubblico a casa la possibilità di orientare la discussione, formulando domande attraverso i social media. Tra i temi che più hanno interessati gli utenti del web italiani ci sono le banche, l'immigrazione, la situazione in Grecia e la crisi in Ucraina. Complessivamente, il nostro Paese ha chiuso in quarta posizione per numero di tweet inviati sull'evento.
Dibattito serrato e frecciate
Quello che si è svolto nell'emiciclo del Parlamento è stato un confronto corretto ma caratterizzato anche da critiche incrociate fra i candidati. Dibattito serrato, risposte concentrate in un minuto. A meno di dieci giorni dal voto, Martin Schulz (Pse), Jean-Claude Juncker (Ppe), Guy Verhofstadt (Alde), Ska Keller (Verdi) e Alexis Tsipras (Sinistra Europea) non si sono risparmiati attacchi e frecciate.
Disoccupazione e crisi economica
Si è partiti dall'economia e dalle politiche per risolvere il problema della disoccupazione. Tutti concordi sulla necessità di cambiare le cose e di imprimere un cambio di marcia all'Unione, anche se le ricette per farlo sono diverse. Netto, ad esempio, l'attacco all'austerity da parte di Tsipras, secondo il quale “bisogna fermare la paranoia del debito in Europa” e “cancellarlo parzialmente” e di Keller, per la quale “ci fa andare solo più profondamente nella crisi”. Per Schulz “l'ideologia per cui basta tagliare e gli investitori torneranno ha fallito. Ora, servono investimenti per generare crescita”. Secondo Juncker invece servono “un rigore responsabile senza eccessi” e nuove idee che favoriscano la crescita. Se non si fossero salvate alcune banche, aggiunge, “sarebbe crollata l'economia reale”. Verhofstadt propone un nuovo approccio e maggiore integrazione europea “per il sistema bancario, la digitalizzazione, l'energia”.
Immigrazione e Ucraina
Tra i temi più legati alla cronaca, c'è quello dell'immigrazione. Lampedusa è entrata nel dibattito, con tutti i candidati sostanzialmente concordi nell'affermare che la gestione dell'emergenza non può essere lasciata ai singoli paesi. Sulla politica estera, invece, le soluzioni indicate per la crisi in Ucraina sono differenti. Verhofstadt propone di “sanzionare maggiormente le persone vicine a Putin”, mentre Keller evidenzia la necessità per gli Stati europei di “essere indipendenti dalla Russia puntando sulle energie rinnovabili”. Per Schulz “l'Unione Europea non è una potenza militare e deve fare di tutto per evitare una guerra”, mentre secondo Juncker le sanzioni alla Russia sono giuste. Per Tsipras quella in Ucraina “è una ferita che si deve chiudere con la diplomazia e il dialogo”.
Euroscetticismo e appelli al voto
Aprire il potere ai cittadini arginare il potere delle lobby: queste le ricette proposte per combattere l'astensionismo e la crisi di immagini delle istituzioni europee. Candidati che si scaldano negli ultimi appelli al voto e sottolineano le proprie parole d'ordine: occupazione e ambiente per Keller, “lavoro, lavoro, lavoro” per Verhofstadt, “lotta alle divisioni fra Nord e Sud, giovani e vecchi, nuovi e vecchi membri” per Juncker, “Europa dei popoli con questioni importanti decise direttamente dai cittadini” per Tsipras e “Europa come casa, come posto dove si vive meglio tutti” per Schulz.
Domande dai social network
Il format del dibattito ha dato anche al pubblico a casa la possibilità di orientare la discussione, formulando domande attraverso i social media. Tra i temi che più hanno interessati gli utenti del web italiani ci sono le banche, l'immigrazione, la situazione in Grecia e la crisi in Ucraina. Complessivamente, il nostro Paese ha chiuso in quarta posizione per numero di tweet inviati sull'evento.