ITALIA
Bologna
Tentano di sequestrare un imprenditore, volevano estorcere 4 milioni di euro
L’idea era di rifarsi di truffe on line andate male. I Carabinieri, che hanno fermato il gruppo tra Milano e Bologna, hanno trovato anche un taser per torturare la vittima se non avesse versato milioni di euro

Tutto era pronto. Calcolato. Avevano trovato anche un appartamento dove tenere la vittima. Sventato dai Carabinieri il tentativo di una banda di 11 persone che era pronta a rapire un imprenditore informatico di 40 anni di Bologna. Gli volevano estorcere, almeno, 4 milioni di euro da trasferire su conti esteri in paradisi fiscali.
La sera prima del “colpo” a fermare il gruppo sono stati i Carabinieri di Corsico, vicino Milano e di Bologna. Gli arresti sono stati fatti tra il capoluogo lombardo, Verona e Reggio Emilia. Otto dei fermi sono stati eseguiti su richiesta del pm bolognese Roberto Ceroni, mentre gli altri tre su iniziativa dei militari.
Tutto parte da truffe on line
L'indagine è partita da una inchiesta per truffe informatiche della procura di Milano, che mesi fa aveva sequestrato alcuni conti correnti riconducibili a membri della banda. Da qui la necessità del gruppo di rientrare dei soldi 'persi', almeno 300mila euro. L’idea del rapimento viene a due veronesi, fratello e sorella, titolari di alcune ditte di componenti informatici, e di un reggiano, autista di bus pubblici, con piccoli precedenti di polizia, di mettere a segno il 'colpo'.
Il sequestro doveva avvenire ieri a Milano
Tra settembre ed ottobre la banda ha studiato il piano, facendo diversi sopralluoghi per individuare la casa del sequestro, fissando un appuntamento con l'imprenditore per ieri mattina, a Milano, dove doveva essere sequestrato, e pedinandolo nei suoi spostamenti da Bologna. A prelevarlo dovevano essere quattro napoletani, "manovalanza" li ha definiti il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Bologna, Pierluigi Solazzo. A contattarli sarebbe stato l'autista dell’autobus tramite l'intermediazione di un altro napoletano, "contiguo al clan camorristico Formicola". Ai membri della banda i militari hanno sequestrato, fascette, passamontagna, distintivi di guardie giurate, un manganello telescopico e anche un taser, che doveva servire a torturare l'imprenditore per costringerlo a versargli da uno a 4 milioni di euro.
Avevano messo a segno anche una rapina
Oltre a sventare il sequestro, i Carabinieri hanno eseguito anche 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere, due nei confronti del conducente di bus e di un altro reggiano, per una rapina commessa a Modena in una sala slot l'11 novembre. Anche in questo caso il “lavoro sporco” era stato appaltato a tre pregiudicati napoletani.
La sera prima del “colpo” a fermare il gruppo sono stati i Carabinieri di Corsico, vicino Milano e di Bologna. Gli arresti sono stati fatti tra il capoluogo lombardo, Verona e Reggio Emilia. Otto dei fermi sono stati eseguiti su richiesta del pm bolognese Roberto Ceroni, mentre gli altri tre su iniziativa dei militari.
Tutto parte da truffe on line
L'indagine è partita da una inchiesta per truffe informatiche della procura di Milano, che mesi fa aveva sequestrato alcuni conti correnti riconducibili a membri della banda. Da qui la necessità del gruppo di rientrare dei soldi 'persi', almeno 300mila euro. L’idea del rapimento viene a due veronesi, fratello e sorella, titolari di alcune ditte di componenti informatici, e di un reggiano, autista di bus pubblici, con piccoli precedenti di polizia, di mettere a segno il 'colpo'.
Il sequestro doveva avvenire ieri a Milano
Tra settembre ed ottobre la banda ha studiato il piano, facendo diversi sopralluoghi per individuare la casa del sequestro, fissando un appuntamento con l'imprenditore per ieri mattina, a Milano, dove doveva essere sequestrato, e pedinandolo nei suoi spostamenti da Bologna. A prelevarlo dovevano essere quattro napoletani, "manovalanza" li ha definiti il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Bologna, Pierluigi Solazzo. A contattarli sarebbe stato l'autista dell’autobus tramite l'intermediazione di un altro napoletano, "contiguo al clan camorristico Formicola". Ai membri della banda i militari hanno sequestrato, fascette, passamontagna, distintivi di guardie giurate, un manganello telescopico e anche un taser, che doveva servire a torturare l'imprenditore per costringerlo a versargli da uno a 4 milioni di euro.
Avevano messo a segno anche una rapina
Oltre a sventare il sequestro, i Carabinieri hanno eseguito anche 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere, due nei confronti del conducente di bus e di un altro reggiano, per una rapina commessa a Modena in una sala slot l'11 novembre. Anche in questo caso il “lavoro sporco” era stato appaltato a tre pregiudicati napoletani.