Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-6bb8a42f-99f2-4b22-8da3-e1406b25223a.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Deposta stamane corona alloro Altare della Patria

25 aprile. Mattarella: "Spartiacque imprescindibile in storia nazionale"

"Questa giornata, per gli italiani, rappresenta la festa civile della riconquista della libertà. La vittoria dell’umanità sulla barbarie. Il giorno di un nuovo inizio, pieno di entusiasmo, portato a compimento con la Costituzione Repubblicana del 1948" sottolinea il Capo dello Stato durante le celebrazioni al Quirinale

Condividi
"Il 25 aprile rappresenta uno spartiacque imprescindibile nella nostra storia nazionale". Sergio Mattarella celebra la Festa della Liberazione al Quirinale e ricorda che "l'Italia - affrancatasi, con il sangue di migliaia di martiri, da vent'anni di dittatura e di oscurantismo - tornò a sedersi nel novero delle nazioni civili, democratiche, pacifiche, dopo la guerra sanguinaria in cui era precipitata con il fascismo". Per il presidente della Repubblica "le conquiste politiche, sociali, culturali, i diritti, la libertà di opinione, di voto, di associazione, di cui godiamo oggi, trovano il loro saldo radicamento nel 25 aprile. E, grazie alla Repubblica e alla sua Costituzione nate dalla Resistenza, furono estesi a tutti, senza eccezioni. A chi partecipo' al movimento di Liberazione, a chi lo sostenne, a chi se ne sentì estraneo, anche a chi lo combattè".

"Quest'anno celebreremo anche i settantacinque anni della Repubblica. La Repubblica che ha avuto origine dalla Resistenza. Per molti anni, dopo la guerra, questa affermazione è stata ripetuta e ha accompagnato il processo di consolidamento della nostra democrazia. La Resistenza come laboratorio dove si sperimentò l'incontro e la collaborazione tra le grandi forze popolari, tra le diverse posizioni e culture politiche. La Resistenza come grande serbatoio di istanze morali" prosegue Mattarella.

"E' bene oggi chiedersi, dopo tanti anni - ha aggiunto - quale traccia sia rimasta di questa consapevolezza. Cosa significhi oggi, soprattutto per le generazioni più giovani, parlare di Resistenza. Ed è tanto più necessario in un tempo come quello che viviamo, nel quale l'orizzonte appare oscurato dall'angoscia, il futuro nascosto dall'incertezza e dalle ferite profonde prodotte dalla pandemia. Io credo che questa traccia sia ancora ben presente e chiara. E credo anche che, allontanandoci sempre più nel tempo da quell'esperienza così decisiva, siamo in grado di comprendere, con le lenti della storia, cosa fu davvero la Resistenza e perché essa è diventata patrimonio di tutti; e premessa della rinascita democratica".

Resistere fu "un regalo alle generazioni che sarebbero venute dopo. Questo è il lascito più vivo della Resistenza, il cui valore morale si è proiettato anche oltre il significato storico e politico di quella esperienza. Ed è per questo che quel patrimonio di ideali e valori ha continuato a parlarci cosi' a lungo e ci sostiene, oggi, nelle difficoltà del presente" dice ancora il Capo dello stato. E aggiunge: "Vorrei dire soprattutto ai giovani di oggi: il ricordo, la consapevolezza del dolore, dei sacrifici, dei tempi bui che, nel corso del tempo, abbiamo più volte attraversato, ieri come oggi, ci tengono uniti. Ci fanno riconoscere nel nostro comune destino. Quel ricordo è il cemento che tiene insieme la nostra comunità . Viva il 25 aprile, Viva la Repubblica, Viva l'Italia" conclude Mattarella. 

Questa mattina la deposizione della corona all'Altare della Patria
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio all'Altare della Patria, nella cerimonia per il 25 aprile. Presenti anche il presidente del Consiglio Mario Draghi, il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il presidente della Camera Roberto Fico, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Dopo l'esecuzione dell'inno nazionale, Mattarella ha deposto una corona al sacello del milite ignoto. Al termine dell'esecuzione del Silenzio, il consueto passaggio delle frecce tricolore nel cielo di Roma. Mattarella, dopo aver salutato le alte cariche dello Stato, ha lasciato piazza Venezia. 

Fuori programma del Capo dello Stato, deposta corona al Quadraro
Fuori programma inedito del Presidente della Repubblica. Dopo l'omaggio all'Altare della Patria, il Capo dello Stato si è infatti recato nel popolare quartiere romano del Quadraro, in piazza dei Tribuni, dove si svolse una delle pagine più tristi e tragiche e poco ricordate della storia della Liberazione. Qui ha deposto una corona di alloro davanti al monumento che ricorda il rastrellamento e la deportazione di molti abitanti del quartiere. 

Il 17 aprile 2004, il Municipio X di Roma, nel cui territorio ricade il Quadraro, è stato insignito della Medaglia d'Oro al Valor Civile. Centro dei più attivi e organizzati dell'antifascismo, il quartiere Quadraro fu teatro del più feroce rastrellamento da parte delle truppe naziste. L'operazione, scattata all'alba del 17 aprile 1944 e diretta personalmente dal maggiore Kappler, si concluse con la deportazione in Germania di circa un migliaio di uomini, tra i 18 e i 60 anni, costretti a lavorare nelle fabbriche in condizioni disumane. Molti di essi vennero uccisi nei campi di sterminio, altri, fuggiti per unirsi alle formazioni partigiane, caddero in combattimento.

Draghi al Museo storico della Liberazione: "Libertà non barattabili con nulla" 
"Libertà non barattabili con nulla". Così il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, in occasione della Festa del 25 aprile, al Museo storico della Liberazione di via Tasso. E aggiunge: "Il linguaggio di odio ha germi di violenza, non va tollerato. Il dovere della memoria riguarda tutti, no a revisionismi fuorvianti". Insieme al ministro della Cultura, Dario Franceschini, e accompagnato dal presidente del Museo, Antonio Parisella, il premier visita l'edificio, in particolare la sede del Servizio e della Polizia di sicurezza tedeschi; la cella dove furono tenuti prigionieri Giuliano Vassalli e il tenente Arrigo Paladini e dove si trovano le testimonianze documentali dei prigionieri detenuti a via Tasso e uccisi alle Fosse Ardeatine e a Forte Bravetta e quelle del carcere di via Tasso. "Questo museo - sottolinea il premier - è luogo simbolo della memoria nazionale, è simbolo di rinascita dell'Italia intera. Invito i giovani a visitarlo". Al termine della visita Draghi ascolterà la testimonianza di Modestino De Angelis, figlio di Gerardo De Angelis imprigionato a via Tasso e poi ucciso alle Fosse Ardeatine. Quindi terrà un intervento e, prima di lasciare il Museo, firmerà il libro d'Onore.