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ITALIA

Bimba uccisa nel Milanese: la madre non risponde ai giudici

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E' rimasta in silenzio davanti al gip di Milano, scegliendo di avvalersi della facoltà di non rispondere, Patrizia C., la donna rinchiusa a San Vittore con l'accusa di omicidio aggravato dal vincolo della discendenza per aver ucciso, soffocandola, la sera del 7 marzo la sua bimba di appena due anni nella loro casa a Cisliano, nel Milanese.  
 
La 41enne, assistita dai legali Valentina Cristalli e Ilenia Peotta, a quanto si è saputo, si è limitata a scrivere qualcosa su un foglio, ma non ha voluto nemmeno rilasciare spontanee dichiarazioni al giudice. E la sua difesa ha chiesto che vada agli arresti domiciliari in un luogo di cura.   Nelle prossime ore, il giudice Carlo Ottone De Marchi deciderà sulla convalida del fermo e sulla custodia cautelare inc arcere richiesta dalla Procura. Poi gli atti passeranno per competenza territoriale a Pavia.
 
Dopo l'interrogatorio durato solo pochi minuti, e avvenuto da remoto, il gip deciderà sulla richiesta di convalida del fermo e della misura cautelare in carcere avanzata dal pm di Milano Stefano Ammendola, per poi trasmettere gli atti alla Procura di Pavia, che sta indagando sul caso.   Secondo le indagini, come emerso dagli atti, la donna  che ha tentato di ferirsi dopo aver ucciso la piccola, avrebbe manifestato già in passato disagio e "ripudio della pregressa gravidanza". Ha due figli da una precedente relazione, affidati al padre.   Secondo gli inquirenti, la 41enne avrebbe voluto vendicarsi in quanto il marito, padre della bimba di due anni, non volevapiù proseguire la relazione con lei. "Un'azione terribile e incomprensibile - si legge nelle carte - attuata forse per colpire l'uomo nel suo punto più vulnerabile, la figlioletta alla quale era fortemente legato".