MONDO
Vespri a San Pietro per il Te Deum di fine anno
Papa: tanta miseria, non stiamo al balcone
Bergoglio dedica gran parte dell'ultima omelia dell'anno a Roma: "Una città piena di turisti, ma anche piena di rifugiati e persone che non trovano lavoro". Tra i presenti anche il sindaco di Roma Ignazio Marino

Poveri, infelici, rifugiati: "A Roma forse sentiamo più forte questo contrasto tra l'ambiente, maestoso e carico di bellezza artistica, e il disagio sociale di chi fa più fatica". Così il Papa nell'omelia per i vespri a San Pietro in occasione del Te Deum di fine anno. Un discorso dedicato per la maggior parte alla capitale. La "Roma dell'anno nuovo", ha detto Bergoglio, sarà "migliore" se non ci saranno persone che guardano la vita solo "dal balcone, in cartolina, senza coinvolgersi in tanti problemi umani". Tra i presenti anche il sindaco Ignazio Marino.
"Roma - ha detto Bergoglio - è una città di una bellezza unica. Il suo patrimonio spirituale e culturale è straordinario. Eppure, anche a Roma ci sono tante persone segnate da miserie materiali e morali, persone povere, infelici, sofferenti, che interpellano la coscienza non solo dei pubblici responsabili, ma di ogni cittadino. di rifugiati. Roma è piena di gente che lavora, ma anche di persone che non trovano lavoro o svolgono lavori sottopagati e a volte indegni; e tutti hanno il diritto ad essere trattati con lo stesso atteggiamento di accoglienza e di equità, perché ognuno è portatore di dignità umana".
Poi il Papa ha chiesto: "Che cosa faremo, come agiremo nel prossimo anno, per rendere migliore la nostra Città?". Ed ecco la risposta dello stesso Bergoglio: "La Roma dell'anno nuovo avrà un volto ancora più bello se sarà ancora più ricca di umanità, ospitale, accogliente; se tutti noi saremo attenti e generosi verso chi è in difficoltà; se sapremo collaborare con spirito costruttivo e solidale, per il bene di tutti".
"Alla fine dell'anno - ha concluso il Pontefice - noi cittadini romani, pensiamo anche a questa città. Com'è la qualità della vita? Dipende da tutti noi! Com'è la qualità della nostra cittadinanza? Quest'anno abbiamo contribuito, nel nostro piccolo, a rendere Roma vivibile, ordinata, accogliente? Il volto di una città è come un mosaico le cui tessere sono tutti coloro che vi abitano. Certo, chi è investito di autorità ha maggiore responsabilità, ma ciascuno è corresponsabile, nel bene e nel male".
"Roma - ha detto Bergoglio - è una città di una bellezza unica. Il suo patrimonio spirituale e culturale è straordinario. Eppure, anche a Roma ci sono tante persone segnate da miserie materiali e morali, persone povere, infelici, sofferenti, che interpellano la coscienza non solo dei pubblici responsabili, ma di ogni cittadino. di rifugiati. Roma è piena di gente che lavora, ma anche di persone che non trovano lavoro o svolgono lavori sottopagati e a volte indegni; e tutti hanno il diritto ad essere trattati con lo stesso atteggiamento di accoglienza e di equità, perché ognuno è portatore di dignità umana".
Poi il Papa ha chiesto: "Che cosa faremo, come agiremo nel prossimo anno, per rendere migliore la nostra Città?". Ed ecco la risposta dello stesso Bergoglio: "La Roma dell'anno nuovo avrà un volto ancora più bello se sarà ancora più ricca di umanità, ospitale, accogliente; se tutti noi saremo attenti e generosi verso chi è in difficoltà; se sapremo collaborare con spirito costruttivo e solidale, per il bene di tutti".
"Alla fine dell'anno - ha concluso il Pontefice - noi cittadini romani, pensiamo anche a questa città. Com'è la qualità della vita? Dipende da tutti noi! Com'è la qualità della nostra cittadinanza? Quest'anno abbiamo contribuito, nel nostro piccolo, a rendere Roma vivibile, ordinata, accogliente? Il volto di una città è come un mosaico le cui tessere sono tutti coloro che vi abitano. Certo, chi è investito di autorità ha maggiore responsabilità, ma ciascuno è corresponsabile, nel bene e nel male".