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ECONOMIA

Cresce anche il potere d'acquisto rispetto al trimestre precedente del 6,6%

Istat: nel terzo trimestre 2020 aumentano reddito delle famiglie e spesa per consumi

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 6,3% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali delle famiglie è cresciuta del 12,1%. Deficit al 9,4% con misure anti Covid, scende pressione fiscale

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Nel terzo trimestre 2020 il reddito disponibile delle famiglie italiane è aumentato del 6,3% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi è cresciuta del 12,1%. Lo rende noto l'Istat sottolineando che, di conseguenza, la propensione al risparmio è stata pari al 14,6%,in diminuzione di 4,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, ma in crescita di 6,5 punti rispetto al terzo trimestre del 2019.   A fronte di un calo dello 0,3% del deflatore implicito dei consumi, il potere d'acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente del 6,6%. 

"Il marcato recupero dei consumi nel terzo trimestre - osserva l'istituto - ha determinato una sensibile riduzione del tasso di risparmio che rimane comunque a livelli molto superiori a quelli medi". A fronte di una variazione del -0,3% del deflatore implicito dei consumi, il potere d'acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente del 6,6%

Il tasso di investimento delle famiglie consumatrici nel terzo trimestre del 2020 è stato pari al 6,0%, 1,5 punti percentuali più alto rispetto al trimestre precedente, a fronte di un aumento degli investimenti fissi lordi del 43,2% e del gia' segnalato aumento del 6,3% del reddito lordo disponibile  La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,2%, è aumentata di 3,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 22,2%, è aumentato di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Deficit al 9,4% con misure anti Covid, scende pressione fiscale
La crisi Covid fa esplodere il deficit. Nel terzo trimestre 2020 l'indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche in rapporto al Pil è infatti salito al 9,4% (era il 2,2% nello stesso trimestre del 2019) secondo i dati Istat. Il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un'incidenza sul Pil del -5,9% (+1,0% nel terzo trimestre del 2019). Il saldo corrente delle AP è stato anch'esso negativo, con un'incidenza sul Pil del -3,7% (+0,8% nel terzo trimestre del 2019). Scende la pressione fiscale, che è stata pari al 39,3%, in riduzione di 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Le uscite totali nel terzo trimestre 2020 sono aumentate del 10,3% rispetto al corrispondente periodo del 2019 e la loro incidenza sul Pil (pari al 53,1%) è aumentatain termini tendenziali di 7,1 punti percentuali, precisal'Istat. Nei primi nove mesi del 2020 la relativa incidenza èstata pari al 55,2%, in aumento di 8,3 punti percentualirispetto al corrispondente periodo del 2019.   Le uscite correnti hanno registrato, nel terzo trimestre 2020, un aumento tendenziale del 5,3% dovuto principalmente all'incremento delle prestazioni sociali in denaro (+10,9%),mentre le uscite in conto capitale sono cresciute in termini tendenziali del 77,4% per effetto delle misure straordinarie a favore delle imprese messe in atto dalle amministrazioni pubbliche per contrastare gli effetti dell'emergenza sanitaria. Le entrate totali nel terzo trimestre 2020 si sono ridotte in termini tendenziali del 4,8% e la loro incidenza sul Pil è stata del 43,7%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2019. Nei primi tre trimestri dell'anno, l'incidenza delle entrate totali sul Pil è stata del 45,1%, in diminuzione di 1 punto percentuale rispetto al corrispondente periodo del 2019.   Le entrate correnti nel terzo trimestre 2020 hanno segnato,in termini tendenziali, una riduzione del 4,9% a fronte di un aumento delle entrate in conto capitale dell'8,5%.

Da febbraio -300 mila occupati e - 170mila disoccupati
I livelli di occupazione e disoccupazione registrati a novembre 2020 "sono inferiori a quelli di febbraio 2020, rispettivamente di 300 mila e di oltre 170 mila unità, mentre l'inattività è superiore di quasi 340 mila unità. Rispetto a febbraio, il tasso di occupazione è più basso di 0,6 punti percentuali e quello di disoccupazione torna invece a essere inferiore di 0,5 punti" afferma l'Istat, facendo riferimento al mese pre-Covid.

La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (287mila) e autonomi (-103mila) e tutte le classi d'età, fatta eccezione per gli over 50, che crescono di 130 mila unità per effetto della componente demografica. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 0,8 punti percentuali. Il livello dell'occupazione nel trimestre settembre-novembre 2020 e' superiore dello 0,6% a quello del trimestre precedente (giugno-agosto 2020), con un aumento di +127mila unità.