POLITICA
"La sinistra, che è nata per contrastare le diseguaglianze, deve fare di più"
Provenzano: "In Italia divario di genere tra i più gravi al mondo"
Il ministro per il Sud, invitato a un evento sulla Fase 3, ha rifiutato l'invito dopo aver visto che gli invitati erano tutti maschi. "Ho provato disagio. Tante volte mi accorgo dello squilibrio, nessuno di noi deve sentirsi assolto"

"In Italia abbiamo un divario di genere che è tra i più gravi al mondo. Qualche mese fa il World Economic Forum ha detto che per raggiungere la parità tra i sessi ci vorranno altri 257 anni". Lo afferma in un intervista a la Repubblica il ministro per il Sud Peppe Provenzano, spiegando il motivo per cui cui domenica scorsa ha rinunciato a partecipare a un evento sulla Ripartenza di cui era l’ospite d’onore. "È stato un gesto quasi istintivo. Gli invitati erano 14, tutti maschi. Ho provato disagio. Tante volte mi accorgo dello squilibrio, stavolta era una vera e propria rimozione", spiega il ministro ribadendo di non voler "colpevolizzare gli organizzatori. Sono persone che stimo e anzi mi sono scusato per aver detto no senza segnalarlo prima. Non è il fatto in sé, è il segno di un ritardo più generale". Provenzano non condanna nessuno "ma nessuno di noi maschi deve sentirsi assolto. Ci sono gesti sbagliati, disattenzioni, riflessi condizionati: nei luoghi di lavoro, nella vita politica, anche nelle nostre case. È un retaggio di secoli oggi sempre più inaccettabile".
"Qualche mese fa il World Economic Forum ha detto che per raggiungere la parità tra i sessi ci vorranno altri 257 anni. Ma dalle reazioni che ho avuto, dopo il mio rifiuto, non penso sia così". E spiega che è stato ringraziato soprattutto da donne, ma anche da qualche uomo. "Sono convinto sia una questione che riguarda tutti", prosegue. "La politica diventa forte anche quando riconosce i propri errori e li corregge. In questo caso è stato importante farlo. Ho giurato sulla Costituzione e in cuor mio sull'articolo 3. Dobbiamo avere ancora più cura. Ho provato a farlo da ministro: la mia capo gabinetto una donna. Su 4 uffici, 3 sono gestiti da donne. Ogni tanto dico che anche il dirigente maschio è bravo. Chi rappresenta le istituzioni ha il dovere di manifestare un'attenzione in più". E ciò, conclude, "non riguarda solo la politica. Penso agli editorialisti, alle prime pagine dei giornali, a tutta la società. Da un certo punto di vista i partiti hanno fatto passi avanti. Nel centrodestra c'è una classe femminile di primo piano" e quindi "la sinistra, che è nata per contrastare le diseguaglianze, deve fare di più. In particolare noi giovani dobbiamo praticare questa parità".
"Qualche mese fa il World Economic Forum ha detto che per raggiungere la parità tra i sessi ci vorranno altri 257 anni. Ma dalle reazioni che ho avuto, dopo il mio rifiuto, non penso sia così". E spiega che è stato ringraziato soprattutto da donne, ma anche da qualche uomo. "Sono convinto sia una questione che riguarda tutti", prosegue. "La politica diventa forte anche quando riconosce i propri errori e li corregge. In questo caso è stato importante farlo. Ho giurato sulla Costituzione e in cuor mio sull'articolo 3. Dobbiamo avere ancora più cura. Ho provato a farlo da ministro: la mia capo gabinetto una donna. Su 4 uffici, 3 sono gestiti da donne. Ogni tanto dico che anche il dirigente maschio è bravo. Chi rappresenta le istituzioni ha il dovere di manifestare un'attenzione in più". E ciò, conclude, "non riguarda solo la politica. Penso agli editorialisti, alle prime pagine dei giornali, a tutta la società. Da un certo punto di vista i partiti hanno fatto passi avanti. Nel centrodestra c'è una classe femminile di primo piano" e quindi "la sinistra, che è nata per contrastare le diseguaglianze, deve fare di più. In particolare noi giovani dobbiamo praticare questa parità".