MONDO
Fondi vaticani
Vaticano, Bergoglio: i fondi della Segreteria di Stato passano all'Apsa, via a commissione
Su disposizione di Bergoglio la gestione dei fondi vaticani viene tolta alla Segreteria di Stato e passata all'Apsa, l'amministrazione del patrimonio della sede apostolica, sotto il controllo e la vigilanza della segreteria per l'economia. Il Papa aveva già espresso questa sua "volontà" in una lettera al Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin il 20 agosto scorso

Nella serata di ieri 4 novembre Papa Francesco ha presieduto una riunione il cui oggetto "era promuovere l'attuazione di quanto chiesto dal Santo Padre con lettera al Segretario di Stato, in data 25 agosto 2020, sul passaggio della gestione amministrativa dei fondi della Segreteria di Stato alla amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) e del loro controllo alla segreteria per l'economia". Ne dà notizia il portavoce vaticano Matteo Bruni.
Nella stessa riunione il Papa ha costituito la "commissione di passaggio e controllo", che entra in funzione con effetto immediato, "per portare a compimento, nei prossimi tre mesi, quanto disposto nella lettera al Segretario di Stato".
La decisione arriva in seguito allo scandalo degli investimenti immobiliari a Londra e l'uso disinvolto dei fondi della Segreteria di Stato, tra cui l'Obolo di San Pietro. Su disposizione di Bergoglio la gestione dei fondi vaticani viene tolta alla Segreteria di Stato e passata quindi all'Apsa, l'amministrazione del patrimonio della sede apostolica, sotto il controllo e la vigilanza, peraltro, della segreteria per l'economia. Il Papa aveva già espresso questa sua "volontà" in una lettera al Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin il 20 agosto scorso.
La commissione è costituita da mons. Edgar Pena Parra, sostituto della Segreteria di Stato, mons. Nunzio Galantino, presidente dell'Apsa, e padre Juan Antonio Guerrero Alves, prefetto della segreteria per l'economia. Alla riunione di ieri sera col Papa hanno partecipato il card. Parolin, mons. Pena Parra, mons. Fernando Vergez, Segretario Generale del governatorato, mons. Galantino e padre Guerrero Alves.
La lettera del 20 agosto a Parolin
Nella lettera del 25 agosto al Card. Parolin, il Papa indicava come "di somma importanza che si definisca in maniera chiara quale sia la missione di ciascun ente in ambito economica e finanziario e la corrispondente maniera di attuare l'amministrazione e il controllo, al fine di evitare sovrapposizioni, frammentazioni o duplicazioni inutili e dannose". Secondo il Pontefice, inoltre, "non sembra necessario, nè opportuno che la Segreteria di Stato debba eseguire tutte le funzioni che sono già attribuite ad altri dicasteri". Bergoglio spiegava dunque che "è mia volontà che in futuro: la Segreteria di Stato trasferisca all'Apsa la gestione e l'amministrazione di tutti i fondi finanziari e del patrimonio immobiliare, i quali manterranno in ogni caso la propria finalità attuale".
"Una particolare attenzione - sottolineava Francesco - meritano gli investimenti operati a Londra ed il Fondo Centurion, dai quali occorre uscire al più presto o, almeno, disporne in maniera tale da eliminarne tutti i rischi reputazionali". Intanto il finanziere Raffaele Mincione, uno di quelli coinvolti nelle transazioni riguardanti il palazzo di Sloane Avenue a Londra, rende noto che "nella mattinata odierna è proseguita l'attività richiesta dalle autorità della Santa Sede per l'acquisizione di documenti e informazioni".
"Tutti i fondi che finora sono stati amministrati dalla Segreteria di Stato - proseguiva il Pontefice nella lettera - siano incorporati nel bilancio consolidato della Santa Sede". La segreteria per l'economia, aggiungeva, "attui il controllo e la vigilanza in materia amministrativa e finanziaria su tutti gli enti della curia romana" e "questo comporta che la Segreteria di Stato (...) in materia economica e finanziaria non avrà responsabilità di vigilanza e controllo di nessun ente della Santa Sede". Infine, "tenendo conto che la Segreteria di Stato non dovrà amministrare nè gestire patrimoni, sarà opportuno che ridefinisca il proprio ufficio amministrativo, oppure valuti la necessità della sua esistenza".
Nella stessa riunione il Papa ha costituito la "commissione di passaggio e controllo", che entra in funzione con effetto immediato, "per portare a compimento, nei prossimi tre mesi, quanto disposto nella lettera al Segretario di Stato".
La decisione arriva in seguito allo scandalo degli investimenti immobiliari a Londra e l'uso disinvolto dei fondi della Segreteria di Stato, tra cui l'Obolo di San Pietro. Su disposizione di Bergoglio la gestione dei fondi vaticani viene tolta alla Segreteria di Stato e passata quindi all'Apsa, l'amministrazione del patrimonio della sede apostolica, sotto il controllo e la vigilanza, peraltro, della segreteria per l'economia. Il Papa aveva già espresso questa sua "volontà" in una lettera al Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin il 20 agosto scorso.
La commissione è costituita da mons. Edgar Pena Parra, sostituto della Segreteria di Stato, mons. Nunzio Galantino, presidente dell'Apsa, e padre Juan Antonio Guerrero Alves, prefetto della segreteria per l'economia. Alla riunione di ieri sera col Papa hanno partecipato il card. Parolin, mons. Pena Parra, mons. Fernando Vergez, Segretario Generale del governatorato, mons. Galantino e padre Guerrero Alves.
La lettera del 20 agosto a Parolin
Nella lettera del 25 agosto al Card. Parolin, il Papa indicava come "di somma importanza che si definisca in maniera chiara quale sia la missione di ciascun ente in ambito economica e finanziario e la corrispondente maniera di attuare l'amministrazione e il controllo, al fine di evitare sovrapposizioni, frammentazioni o duplicazioni inutili e dannose". Secondo il Pontefice, inoltre, "non sembra necessario, nè opportuno che la Segreteria di Stato debba eseguire tutte le funzioni che sono già attribuite ad altri dicasteri". Bergoglio spiegava dunque che "è mia volontà che in futuro: la Segreteria di Stato trasferisca all'Apsa la gestione e l'amministrazione di tutti i fondi finanziari e del patrimonio immobiliare, i quali manterranno in ogni caso la propria finalità attuale".
"Una particolare attenzione - sottolineava Francesco - meritano gli investimenti operati a Londra ed il Fondo Centurion, dai quali occorre uscire al più presto o, almeno, disporne in maniera tale da eliminarne tutti i rischi reputazionali". Intanto il finanziere Raffaele Mincione, uno di quelli coinvolti nelle transazioni riguardanti il palazzo di Sloane Avenue a Londra, rende noto che "nella mattinata odierna è proseguita l'attività richiesta dalle autorità della Santa Sede per l'acquisizione di documenti e informazioni".
"Tutti i fondi che finora sono stati amministrati dalla Segreteria di Stato - proseguiva il Pontefice nella lettera - siano incorporati nel bilancio consolidato della Santa Sede". La segreteria per l'economia, aggiungeva, "attui il controllo e la vigilanza in materia amministrativa e finanziaria su tutti gli enti della curia romana" e "questo comporta che la Segreteria di Stato (...) in materia economica e finanziaria non avrà responsabilità di vigilanza e controllo di nessun ente della Santa Sede". Infine, "tenendo conto che la Segreteria di Stato non dovrà amministrare nè gestire patrimoni, sarà opportuno che ridefinisca il proprio ufficio amministrativo, oppure valuti la necessità della sua esistenza".