ITALIA
Violenza su donne
Violenza su suore: quando chi subisce lo stupro è una religiosa
La violenza sulle donne è una piaga sociale da estirpare che colpisce anche le suore

E' un fenomeno sommerso perché raramente colei che subisce un abuso sessuale riesce a portarlo alla luce attraverso una denuncia. Per questo l'Unione Internazionale delle Superiori Generali (Uisg) scende in campo e con una dichiarazione "contro ogni forma di abuso" invita le suore, vittime di violenze e stupri, a non restare in silenzio, a denunciare.
L'Unione Internazionale delle Superiori Generali (Uisg) raggruppa 2000 Superiori Generali delle Congregazioni religiose femminili di tutto il mondo e rappresenta oltre 500 mila religiose, alla vigilia del 25 novembre, Giornata internazionale della violenza contro le donne, lancia l'appello a tutte le religiose affinché "Ogni donna religiosa che sia stata vittima di abusi denunci quanto accaduto alla Superiora della propria Congregazione ed alle Autorità Ecclesiastiche e civili competenti".
L'Uisg promette ed assicura "ascolto ed accompagnamento" a chi ha il "coraggio di denunciare" esprimendo "profondo dolore e indignazione per la serie di abusi perpetrati nella Chiesa e nella società".
La promessa di stare "accanto alle donne e agli uomini che hanno dimostrato coraggio, denunciando i casi di abuso alle autorità" è una promessa spassionata ed accorata.
L'Uisg condanna "i fautori della cultura del silenzio e dell'omertà, che si servono spesso del pretesto di 'tutelare' la reputazione di un'istituzione o che definiscono tale atteggiamento 'parte della propria cultura'. Sosteniamo una trasparente denuncia di abuso alle autorità civili e penali, sia all'interno delle congregazioni religiose che nelle Parrocchie o Diocesi, o in qualsiasi spazio pubblico. L'abuso di ogni sorta - sessuale, verbale, emotivo, o un uso improprio del potere all'interno di una relazione - lede la dignità e il sano sviluppo della persona che ne è vittima".
Le Superiore Generali si impegnano " a collaborare con la Chiesa e le Autorità civili per aiutare le vittime di ogni forma di abuso a sanare le ferite del passato attraverso un processo di accompagnamento e di richiesta di giustizia e ad investire nella prevenzione dell'abuso attraverso una formazione collaborativa e programmi educativi per bambini, donne e uomini. Desideriamo costruire reti di solidarietà per contrastare queste situazioni disumanizzanti e contribuire a una nuova creazione nel mondo".
L'Unione Internazionale delle Superiori Generali (Uisg) raggruppa 2000 Superiori Generali delle Congregazioni religiose femminili di tutto il mondo e rappresenta oltre 500 mila religiose, alla vigilia del 25 novembre, Giornata internazionale della violenza contro le donne, lancia l'appello a tutte le religiose affinché "Ogni donna religiosa che sia stata vittima di abusi denunci quanto accaduto alla Superiora della propria Congregazione ed alle Autorità Ecclesiastiche e civili competenti".
L'Uisg promette ed assicura "ascolto ed accompagnamento" a chi ha il "coraggio di denunciare" esprimendo "profondo dolore e indignazione per la serie di abusi perpetrati nella Chiesa e nella società".
La promessa di stare "accanto alle donne e agli uomini che hanno dimostrato coraggio, denunciando i casi di abuso alle autorità" è una promessa spassionata ed accorata.
L'Uisg condanna "i fautori della cultura del silenzio e dell'omertà, che si servono spesso del pretesto di 'tutelare' la reputazione di un'istituzione o che definiscono tale atteggiamento 'parte della propria cultura'. Sosteniamo una trasparente denuncia di abuso alle autorità civili e penali, sia all'interno delle congregazioni religiose che nelle Parrocchie o Diocesi, o in qualsiasi spazio pubblico. L'abuso di ogni sorta - sessuale, verbale, emotivo, o un uso improprio del potere all'interno di una relazione - lede la dignità e il sano sviluppo della persona che ne è vittima".
Le Superiore Generali si impegnano " a collaborare con la Chiesa e le Autorità civili per aiutare le vittime di ogni forma di abuso a sanare le ferite del passato attraverso un processo di accompagnamento e di richiesta di giustizia e ad investire nella prevenzione dell'abuso attraverso una formazione collaborativa e programmi educativi per bambini, donne e uomini. Desideriamo costruire reti di solidarietà per contrastare queste situazioni disumanizzanti e contribuire a una nuova creazione nel mondo".