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ITALIA

46° convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria

Renzi:in 10 anni "ci saranno nuovi vincenti e nuovi perdenti",potremo essere tra i "nuovi vincitori"

Renzi ai giovani imprenditori: "Penso che nei prossimi 10 anni il mondo subirà trasformazioni ancora più incisive e penetranti del passato". Quindi "se l'Italia prova a cambiare e mettersi in gioco, credo abbia le capacità di essere tra quelli che saranno i nuovi vincitori. Per farlo bisogna cambiare e smetterla di remare contro il paese". 

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L'Italia, "se si rimette in gioco", ha le caratteristiche per essere tra i "nuovi vincitori".  Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha motivato i giovani di Confindustria riuniti a Santa Margherita Ligure. 

"Non pensiamo - ha detto - che il mondo vada necessariamente meglio del passato dal punto delle prospettive può darsi, dipende da quello che accadrà nei prossimi dieci anni. Ma comunque, ha sottolineato, "penso che nei prossimi 10 anni il mondo subirà trasformazioni ancora più incisive e penetranti del passato. Si arriverà a creare un nuovo paradigma produttivo ed economico per cui ci saranno molte opportunità in più e molti problemi in più. Ci saranno nuovi vincenti e nuovi perdenti". Quindi, ha aggiunto al 46° convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria, "se l'Italia prova cambiare e mettersi in gioco, credo abbia le capacità di essere tra quelli che saranno i nuovi vincitori. Per farlo bisogna cambiare e smetterla di remare contro il paese. Tutti noi dobbiamo fare di più: chi dice abbiamo fatto tutto bene sbaglia ma qualcosa si è messo finalmente in moto".

Al Sud, ha aggiunto il presidente del Consiglio, "bisogna dire alla classe dirigente che il futuro non dipende da un decreto della presidenza del Consiglio o da un decreto ministeriale, ma dalla fame, dalla voglia di mettersi in gioco e di portare a casa i risultati. Il Sud deve trovare la consapevolezza che non è possibile non avere un progetto organico: qualità delle vita, dell'innovazione, dell'istruzione. Dobbiamo portare infrastrutture, banda larga e soprattutto legalità".

Ma il vero spartiacque è il referendum "per capire se il paese è governabile o no, la riforma costituzionale è l'arma contro gli inciuci e le ammucchiate". In questo modo, ha detto Renzi, "chiunque verrà dopo di me a governare deve sapere che se pigia un tasto succede qualcosa. Se Obama pigia un tasto succede qualcosa, se Merkel pigia un tasto succede qualcosa. Da noi se pigi un tasto non c'è neanche il filo collegato. Da noi c'è un sistema fatto per non cambiare le cose. Si parla di dittatura ma questa è l'unica dittatura in cui il presidente del consiglio non può cambiare un ministro, c'è un sistema totalmente bloccato". E il referendum, insiste il premier, se passerà "ti permetterà di avere una sola Camera che dà la fiducia e tempi certi per fare le leggi e di governare per cinque anni, chiunque verrà dopo di me potrà governare. La politica deve consentire al paese di funzionare in modo efficace." 

Ma, ha detto Renzi, "il punto chiave su cui ci giochiamo la credibilità del Paese è la semplificazione del sistema fiscale. Siamo a metà dell'opera. I risultati sono appena percepibili".

Per quanto riguarda, invece, i pericoli che potrebbero arrivare dalla Brexit, il premier ha detto di sentirsi tranquillo perché sarebbe "un clamoroso errore per l'Europa e per il Regno Unito. Il primo a pagare le conseguenze sarebbe il cittadino inglese. Non sono preoccupato per i sondaggi che sono scarsamente attendibili. Credo prevarrà il buonsenso e che gli inglesi non voteranno contro se stessi. Non sarebbe una sciagura sul lungo periodo ma preferisco tutta la vita che il Regno Unito rimanga in Europa".

"Sul trattato commerciale Europa-Usa, il Ttip, non so come va a finire - ha detto il presidente del Consiglio - Sono d'accordo con la massima trasparenza, se non si fa adesso non si farà per anni, quindi io sono per provarci, con la massima trasparenza. Bisogna garantire la massima trasparenza e dire che non si deve avere paura dei grandi accordi commerciali. Ma non sono sicuro che ce la facciamo".

Infine, il presidente del Consiglio ha detto ai giovani imprenditori che le priorità del Governo, in vista della prossima legge di Stabilità, sono "l'aumento della produttivita'" e la "semplificazione delle infrastrutture". Poi ha spiegato che "nel 2008 il valore degli appalti pubblici era pari a 40 miliardi, nel biennio 2012-2013, con Monti e Letta, era pari a 40 miliardi, cioè 20 miliardi l'anno. A forza di gomitate e cazzotti, oggi siamo passati a 58 miliardi a biennio, 29 miliardi l'anno. Siamo a metà strada tra il 2012-2013 e il 2008".

Ora, ha concluso Renzi, "o vi tirate su le maniche o non c'è piano burocratico che ci salverà. Abbiamo  fatto le riforme, più di quante si pensasse, ma l'unica riforma strutturale necessaria è l'entusiasmo e la fiducia. O l'entusiasmo e il coraggio ce li mettete voi, oppure il Paese è bloccato".

Secondo il leader degli under 40 di Confindustria, Marco Gay, che ha introdotto il confronto con il premier, il dialogo tra giovani industriali ed il premier Matteo Renzi, a partire da oggi, è "una  opportunità che vogliamo cogliere con fiducia, perché dobbiamo tornare a correre, perchè dobbiamo mettere in campo tutto quello che è possibile". Poi Gay ha garantito: "La smettiamo con la lista delle spese delle cose che si dicono da sempre" e poi ci sarà "tutto il nostro impegno" a sostenere un percorso "perché solo le istituzioni possono portarci a ricostruire il ruolo che deve avere l'Italia nel mondo con la sua impresa e che siamo sicuri che ci meritiamo".