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POLITICA

Elezioni del 4 marzo

La Consulta dà via libera al voto per corrispondenza all'estero

Il voto degli italiani all'estero è salvo. La Corte costituzionale ha infatti dichiarato inammissibile la questione sollevata dal Tribunale di Venezia per un errore di percorso

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Luce verde dalla Corte costituzionale all'attuale sistema di voto all'estero, che avviene per corrispondenza. La questione di legittimità costituzionale, sollevata dal Tribunale di Venezia, è stata considerata inammissibile dai giudici. Il ricorso prendeva spunto dall'ultimo voto nazionale, quello referendario, ma le conseguenze avrebbero potuto toccare le consultazioni del prossimo 4 marzo.

I promotori, partiti dal caso di un veneziano residente in Slovacchia, avevano convinto il Tribunale veneto che "il voto per corrispondenza presenta tali e tante ombre da far persino dubitare che possa definirsi voto", e crea la possibilità teorica di frodi e voti di scambio. "Il cittadino italiano residente all’estero potrebbe benissimo mostrare volontariamente a terzi la scheda votata", raccontava il consigliere regionale di 'Siamo Veneto', Antonio Guadagnini, tra i promotori.

In palio 12 deputati e 6 senatori
Il consigliere puntava il dito contro le possibili frodi che potrebbero colpire gli oltre 4 milioni di schede che sono stati inviate agli aventi diritto residenti all'estero. In palio per l’estero ci sono 12 deputati e 6 senatori: è una cifra piccola ma in passato, in occasione di risultati incerti, ha fatto la differenza. E non sono mancate, ovviamente, le polemiche per le modalità di voto: la scheda arriva all'indirizzo estero ed entro il 1 marzo alle 16 vanno rispedite alle sedi diplomatiche di competenza, le quali le gireranno poi all'Italia dove avverrà il conteggio. 

Richiesta preventiva "inammissibile"
Secondo la Consulta, nel contesto di una procedura referendaria è inammissibile chiedere in via preventiva al Tribunale di sollevare la questione di costituzionalità di leggi elettorali. Difatti, la legge sul referendum e il successivo regolamento di attuazione prevedono espressamente che contro le operazioni di voto si possa proporre reclamo davanti all'Ufficio centrale per la circoscrizione estero e che, successivamente, possa intervenire anche l'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione, organo legittimato a sollevare l'incidente di costituzionalità. Questo errore di percorso ha impedito alla Corte di entrare nel merito.