Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/ContentItem-6db1b62e-b2db-46c3-b046-03a6a7d00c9b.html | rainews/live/ | true
MONDO

Viaggio in Italia

Erdogan a Roma, colloquio di 50 minuti col Papa. Proteste per la visita del presidente turco

Cinquanta  minuti di colloquio a porte chiuse con il Pontefice. Il presidente turco oggi incontrerà anche il presidente Mattarella e il premier Gentiloni. Sit-in dei curdi a Castel S.Angelo, 3500 agenti mobilitati per garantire la sicurezza. Lettera di giornalisti e magistrati a Mattarella: "Si parli dei diritti umani violati"

Condividi
E' durata circa cinquanta minuti l'udienza di Papa Francesco al presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan. "Vi ringrazio per il vostro interesse", ha detto Erdogan al Papa arrivando in Vaticano, secondo quanto riferito dai presenti. Il Papa a sua volta ha ringraziato per la visita. L'incontro si  è svolto in un clima cordiale e sorridente.  Il Papa ha donato ad Erdogan un medaglione rappresentante un angelo spiegando: "Questo  un angelo della pace che strangola
il demone della guerra. E' simbolo di un mondo basato sulla pace e la giustizia".

Il presidente turco Erdogan, concluso l'incontro con il Papa, ha visto il Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Successivamente - secondo quanto riferiscono fonti turche al seguito del presidente - dovrebbe visitare la Basilica vaticana accompagnato dalla moglie. Per Erdogan questa  la sua prima visita in Vaticano.

L'uomo che gioca in proprio molte delle partite chiave del Medio Oriente dopo l'incontro con papa Francesco, incontrerà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale, poi il premier Paolo Gentiloni e vedrà un gruppo di imprenditori italiani. E se con il pontefice la prospettiva sul mantenimento dello status di Gerusalemme è comune, i colloqui con il capo dello Stato e il premier serviranno a ribadire il fatto che "le relazioni bilaterali sono eccellenti" - come ha detto lo stesso Erdogan prima della partenza - ma difficilmente scalfiranno le sue certezze non negoziabili sulla necessità della 'guerra' ai curdi e sulle responsabilità dell'Unione europea in merito allo stallo dei negoziati di adesione di Ankara.

Città blindata, 3500 agenti per garantire la sicurezza
Una città blindata per una visita che suscita reazioni contrastanti e non poche proteste. Roma accoglie Recep Tayyip Erdogan, il presidente turco temuto e corteggiato in ordine sparso da Oriente e Occidente, con aree off limits, bonifiche a tappeto, reparti speciali in campo. Una visita di sole 24 ore assieme alla moglie e ad alcuni ministri - Erdogan è atterrato poco dopo le 19 a Fiumicino e ripartirà già stasera  -, ma la capitale  mobilitata come nei giorni del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma nel marzo scorso quando, però, i leader a Roma erano una trentina. Per proteggere il presidente turco dal rischio di attentati e tenere lontane le proteste annunciate sono stati mobilitati 3.500 agenti.

Sit-in dei curdi a Castel S.Angelo
Presidio, ai Giardini di Castel Sant'Angelo, contro la visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan nella Capitale. Il presidio è stato promosso dalla Rete Kurdistan.  La protesta, aveva fatto sapere la stessa Rete Kurdistan romana su Fb, serve a "dire con forza #ErdoganNotWelcome Roma non ti vuole, Roma rifiuta il silenzio complice del governo sui bombardamenti ad Afrin". Il presidio è al di fuori della 'green zone' dove è stato vietato di manifestare per motivi di sicurezza.

Magistrati e giornalisti: "Riflettori sui diritti umani"
L'Associazione nazionale magistrati e la Federazione della stampa hanno inviato una lettera a Mattarella perché "venga posta attenzione alla questione dei diritti umani violati" in Turchia. Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, chiede all'Italia di avere "la schiena dritta" di fronte a chi rappresenta un "regime sanguinario e spietato" e critica l'annunciata mancanza della rituale conferenza stampa. Matteo Salvini ritiene che "ospitare l'estremista turco Erdogan sia un vergognoso atto di sottomissione" e sottolinea che "con la Lega al governo la Turchia non entrerà mai in Europa".

Sull'ingresso di Ankara nell'Unione, Erdogan aveva già rilanciato in un'intervista alla Stampa, sostenendo che  l'Ue che "blocca l'accesso al negoziato" e che invece la Turchia desidera la "piena adesione". L'incontro con il Papa  "un'opportunità significativa per attirare l'attenzione sui valori umani comuni, l'amicizia e i messaggi di pace" e per discutere della "lotta contro razzismo e islamofobia".


Visita in Vaticano 
"Vedo questa visita come un'opportunità significativa di attirare l'attenzione sui valori umani comuni, l'amicizia e i messaggi di pace". In questo modo il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, al momento della partenza da Istanbul, ha parlato della sua imminente visita ufficiale in Vaticano indicando di cosa parlerà con Papa Bergoglio: "Discuteremo di Palestina, Gerusalemme, Siria, Iraq, antiterrorismo, questioni dei rifugiati, aiuti umanitari"  aggiungendo che si discuterà anche "della crescente islamofobia in Occidente e della lotta contro il razzismo culturale". Elogiando poi il ruolo attivo di Papa Francesco da quando ha assunto la guida della Chiesa, il presidente turco ha detto che "abbiamo accolto in particolare la sua posizione su Gerusalemme". "In questo periodo abbiamo parlato diverse volte al telefono. La sua posizione è stata davvero importante per mostrarci cosa possiamo fare insieme a lui in quanto leader dei cristiani nel mondo", ha detto Erdogan.


Erdogan: "A Macerata è stato terrorismo"
Erdogan, parlando insolitamente dell'attacco di sabato a Macerata, ha affermato di considerare la xenofobia alla pari del terrorismo.  Il raid di Macerata e' "un attacco razzista, non diverso da episodi di attacchi a moschee luoghi legati alla religione islamica. Abbiamo visto quanto accaduto in Myanmar. Dinanzi a questi episodi e' obbligatorio mostrare una reazione decisa". Nell'agenda dell'incontro con papa Francesco vi e' anche l'aumento di islamofobia e razzismo in Europa: "Quanto avvenuto a Macerata - ha affermato Erdogan -mostra la grandezza di questo problema".

La guerra in Siria
Ma sul nemico numero uno, i curdi, non si discute nemmeno. All'aeroporto di Istanbul, prima di imbarcarsi per Roma, Erdogan ha fatto il bilancio dei "terroristi neutralizzati" dall'inizio dell'offensiva turca contro l'enclave curdo-siriana di Afrin il 20 gennaio scorso: 935 tra morti, feriti e prigionieri. Al rapporto con l'Italia, invece, il presidente turco ci tiene: "Lavoriamo insieme per la pace e la stabilità nel Mediterraneo. Come alleati Nato, contribuiamo alla sicurezza reciproca". Ed  convinto che i 20 miliardi di interscambio dell'anno scorso possono raddoppiare e già nel 2020 "puntiamo a 30 miliardi di dollari".

Rapporti Italia-Turchia 
​"Con l'Italia i nostri rapporti sono eccellenti" ha poi detto il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan prima di partire per l'Italia. Con Roma, ha spiegato, "lavoriamo insieme per la pace e stabilità del Mediterraneo e siamo alleati in ambito Nato. Aggiungo che il volume di scambi commerciali tra i nostri due Paesi ha toccato i 30 miliardi di dollari". Argomenti dell'incontro con Mattarella e con Gentiloni saranno la politica, l'economia e la difesa, "in particolare l'accordo raggiunto per la vendita degli elicotteri Agusta" ma anche un aggiornamento rispetto all'operazione militare che la Turchia sta svolgendo nel nord della Siria e alla lotta di Ankara contro il terrorismo.


Gli affari con l'Italia
Di affari il 'sultano' parlerà nel tardo pomeriggio con i grandi gruppi italiani. Impregilo, Leonardo, Pirelli, Snam, Ferrero, Astaldi, probabilmente il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia vedranno Erdogan in un noto albergo del centro, suo quartier generale fin da stasera e rigorosamente blindato per tutti. A partire dalla stampa, che non avrà alcuna finestra per incontrare il leader turco in nessuno dei suoi appuntamenti romani.