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ITALIA

Smentita la notizia della cattura, ancora in fuga i due detenuti evasi da Rebibbia

Il sindacato Sappe denuncia che "i sistemi di sicurezza del carcere di Rebibbia sono fuori uso da tempo"

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Esterno del carcere di Rebibbia a Roma
Roma

Mihai Florin Diaconescu e Catalin Ciobanu, i due romeni evasi ieri sera dal carcere di Rebibbia, sono ancora in fuga e non stati catturati in un appartamento a Tivoli dai carabinieri e dal Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria. A dare la notizia - che non aveva trovato conferma dagli investigatori - era stato Costantino
Massimo, segretario generale aggiunto Fns Cisl Lazio, che in un successivo comunicato si è smentito e ha precisato che continuano le ricerche dei due evasi, non ancora rintracciati.

I due avevano segato le sbarre e si erano calati giù con delle lenzuola annodate, riuscendo poi a fuggire a piedi. La più classica  - e clamorosa - delle evasioni l'hanno compiuta nel pomeriggio due giovani romeni, compagni di cella. Gli identikit dei due criminali - considerati pericolosi - sono stati diramati a tutte le unità.   

La fuga è avvenuta nel reparto G11 del Nuovo Complesso del carcere romano, penitenziario che ospita tra l'altro da qualche mese nell'aula bunker il processo per Mafia Capitale. I fuggiaschi sono Catalin Ciobanu e Mihai Florin Diaconescu, di 33 e 28 anni. Nessuno dei due ha una condanna all'ergastolo. Il primo è stato condannato, in via non definitiva, per omicidio. Il secondo ha una condanna definitiva per rapina, legata in particolare a rapine in villa, con fine pena nel 2021. Ai due era stato permesso di lavorare in magazzino. Secondo le prime ricostruzioni, sono riusciti a beffare la sorveglianza e dopo aver segato le sbarre del locale verso le 18.30 si sono calati all'esterno. La zona passeggi in cui si sono trovati è chiusa da tutti i lati, ma non nella parte superiore - secondo una fonte sindacale della polizia penitenziaria -, così sarebbero riusciti a scavalcare la recinzione. Poi hanno superato anche il muro di cinta di Rebibbia e si sono trovati in strada lungo via Tiburtina.

Il sindacato di polizia carceraria Fns Cisl dà la colpa al sovraffollamento di Rebibbia rispetto al numero inadeguato di agenti. "Il personale in servizio di Polizia Penitenziaria nei 14 Istituti Penitenziari della regione Lazio risulta essere sottodimensionato e non più rispondente alle esigenze funzionali degli Istituti - ha detto il segretario aggiunto -  dove si continua a registrare un esubero di detenuti rispetto alla capienza detentiva prevista". Nel Nuovo Complesso di Rebibbia ci sono secondo Fns Cisl 157 detenuti in più rispetto ai 1.235 previsti. Donato Capece, segretario del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, sottolinea che "quando è avvenuta l'evasione, nel reparto in cui erano detenuti i due soggetti evasi, c'erano di guardia solo due agenti per complessivi 150 detenuti" e che "i sistemi di sicurezza del carcere di Rebibbia sono fuori uso da tempo".

Ferri: nostre carceri sono sicure
"Non esiste nel nostro Paese un problema sicurezza delle carceri, sono tra le più sicure d'Europa. Questi sono fatti gravi ma isolati sui quali stiamo già lavorando per verificarne le cause. Le forze dell'ordine sono già al lavoro per cercare di rintracciare gli evasi". Lo ha detto a SkyTG24 il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, commentando l'evasione dei due detenuti.

"Nell'ultima legge di Stabilità - ha spiegato - il governo ha investito sia per quanto riguarda le risorse di personale, cercando di recuperare ingenti somme dedicate al personale della Polizia Penitenziaria, sia per potenziare i sistemi di allarme, perché siano più moderni e efficienti. Nel caso in questione sembra proprio che non abbia funzionato un sistema d'allarme per quanto riguarda le mura di cinta, quindi nel momento in cui hanno scavalcato non è stato segnalato alla centrale".