MONDO
Stati Uniti
Jeb: "L'America merita di meglio". Il "terzo" Bush si candida alla Casa Bianca
Il fratello dell'ex presidente George W. Bush, e figlio dell'altro ex presidente George H.W. Bush, presenta ufficialmente la sua candidatura alla Casa Bianca per le elezioni presidenziali del 2016 e apre la campagna elettorale con il suo primo comizio a Miami.

In gioco c'è la nostra prosperita' e la nostra sicurezza, io e voi sappiamo che l'America merita di meglio". Con questo messaggio Jeb Bush, fratello di George W., si candida alle elezioni presidenziali del prossimo anno. L'ex governatore della Florida dà così ufficialmente il via alla sua corsa per la Casa Bianca.
"Il nostro Paese è sulla strada sbagliata. E ho deciso, mi candido per la presidenza", dice nel suo primo comizio elettorale a Miami. "Non darò niente e nessuno per scontato. Correrò con il cuore. Correrò per vincere". E subito attacca i Democratici di Barack Obama sull'economia, promettendo di lavorare per una crescita del 4% che possa creare 19 milioni di posti di lavoro: "Ci riprenderemo in mano il futuro e ci rimetteremo in piedi", assicura.
Bush promette di sanare quello che chiama il malfunzionamento di Washington, centro del potere politico americano. Ad ascoltare il suo discorso, al Miami Dade College, c'è la madre Barbara Bush, 90 anni, ma non gli ex presidenti George H.W. Bush, suo padre, e George W. Bush, suo fratello.
Jeb Bush, 62 anni, si presenta come un personaggio anti Washington con uno spirito attivo, pronto ad applicare i principi conservatori che dice di avere usato in Florida. "Porteremo Washington - la capitale statica di questo Paese dinamico - a non causare più problemi" e "torneremo dalla parte della libera impresa e della gente libera", dice Bush. "So come aggiustare questo. Perché l'ho fatto", aggiunge poi alludendo alla Florida.
La sfida con Hillary Clinton
Un conservatore sì, ma moderato. Determinato nel suo messaggio di ottimismo. Jeb Bush presenta così la sua discesa in campo. Intende essere sé stesso, a partire dallo slogan della sua campagna, "Jeb! 2016", che omette il cognome di famiglia. Irrompendo nel campo repubblicano particolarmente affollato di candidati, il 'terzo' Bush parte già da predestinato frontrunner nella sfida con il 'pezzo da novanta' dei democratici, Hillary Clinton. E cambia così il ritmo della campagna 2016, che con la battaglia tra le 'dinastie' d'America entra ormai nel vivo.
"Il nostro Paese è sulla strada sbagliata. E ho deciso, mi candido per la presidenza", dice nel suo primo comizio elettorale a Miami. "Non darò niente e nessuno per scontato. Correrò con il cuore. Correrò per vincere". E subito attacca i Democratici di Barack Obama sull'economia, promettendo di lavorare per una crescita del 4% che possa creare 19 milioni di posti di lavoro: "Ci riprenderemo in mano il futuro e ci rimetteremo in piedi", assicura.
Bush promette di sanare quello che chiama il malfunzionamento di Washington, centro del potere politico americano. Ad ascoltare il suo discorso, al Miami Dade College, c'è la madre Barbara Bush, 90 anni, ma non gli ex presidenti George H.W. Bush, suo padre, e George W. Bush, suo fratello.
Jeb Bush, 62 anni, si presenta come un personaggio anti Washington con uno spirito attivo, pronto ad applicare i principi conservatori che dice di avere usato in Florida. "Porteremo Washington - la capitale statica di questo Paese dinamico - a non causare più problemi" e "torneremo dalla parte della libera impresa e della gente libera", dice Bush. "So come aggiustare questo. Perché l'ho fatto", aggiunge poi alludendo alla Florida.
La sfida con Hillary Clinton
Un conservatore sì, ma moderato. Determinato nel suo messaggio di ottimismo. Jeb Bush presenta così la sua discesa in campo. Intende essere sé stesso, a partire dallo slogan della sua campagna, "Jeb! 2016", che omette il cognome di famiglia. Irrompendo nel campo repubblicano particolarmente affollato di candidati, il 'terzo' Bush parte già da predestinato frontrunner nella sfida con il 'pezzo da novanta' dei democratici, Hillary Clinton. E cambia così il ritmo della campagna 2016, che con la battaglia tra le 'dinastie' d'America entra ormai nel vivo.