L'inchiesta Onu sui crimini di guerra
Siria, Carla Del Ponte: ci sono le prove per condannare Assad, la Russia lo impedisce
L'ex procuratrice generale del Tribunale dell'Aja per l'ex Jugoslavia e il Ruanda ha lasciato la commissione sulla Siria, in polemica contro la "frustrante" mancanza di progressi. Mosca impedisce di portare Assad davanti a un tribunale speciale. "Non ho mai visto un conflitto così violento, nel quale vi siano così tanti bambini uccisi, torturati, decapitati"

La commissione indipendente d'inchiesta Onu sulla Siria ha raccolto prove a sufficienza per condannare il presidente siriano Bashar al-Assad per crimini di guerra. Lo ha affermato Carla Del Ponte, membro dimissionario della commissione, in due interviste pubblicate oggi da Matin Dimanche e SonntagsZeitung.
La 70enne svizzera, ex procuratrice generale del Tribunale penale internazionale dell'Aja per l'ex Jugoslavia e per il genocidio in Ruanda - ha rassegnato giovedì le dimissioni dalla commissione d'inchiesta sulla Siria, in polemica contro la mancanza di progressi. "Per sei anni la commissione ha indagato: adesso un procuratore dovrebbe continuare il nostro lavoro e portare i criminali di guerra davanti a un tribunale speciale, ma questo è esattamente quello che la Russia sta bloccando con il suo veto nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", ha detto Del Ponte.
Il lavoro della commissione d'inchiesta sulla Siria, attiva dall'agosto del 2011 per indagare sull'uso di armi chimiche e sulle violazioni dei diritti umani, è definito dall'ex commissaria "frustrante". "Senza giustizia in Siria non ci sarà mai la pace e quindi non vi potrà essere nessun futuro", ha sottolineato l'ex procuratrice, spiegando che "non ho mai visto un conflitto così violento, nel quale vi siano così tanti bambini uccisi, torturati, decapitati". "Le mie dimissioni vogliono essere una provocazione per mettere sotto pressione il Consiglio di sicurezza, che deve rendere giustizia alle vittime", ha dichiarato Del Ponte.