MONDO
Annullato il tavolo delle trattative
Hong Kong, studenti chiudono al dialogo con il governo. Scontri con i manifestanti filo-cinesi.
I leader della protesta hanno accusato la polizia di aver "chiuso gli occhi di fronte agli atti violenti". Scontri tra studenti e manifestanti filo-cinesi nel quartiere popolare di Mong Kok

Gli studenti di Hong Kong chiudono al dialogo con il governo; hanno annunciato di aver annullato i colloqui previsti dopo le aggressioni dei manifestanti filo-cinesi.
I leader della protesta accusano la polizia di aver "chiuso gli occhi di fronte ad atti violenti che hanno preso di mira manifestanti pacifici". La Federazione degli studenti di Hong Kong ha quindi annunciato che "non vi è altra opzione se non quella di annullare i colloqui" proposti dal governo per mettere fine alle proteste.
Scontri tra studenti e filo-cinesi
Al sesto giorno di proteste è degenerata in scontri nel quartiere popolare di Mong Kok il confronto tra i manifestanti contrari all'ingerenza di Pechino e quanti si oppongono alle manifestazioni che paralizzano la città. Gruppi di appartenenti a Anti-OccupyCentral, distinguibili dal nastro blu, e di persone senza distintivi di riconoscimento, hanno cominciato a distruggere le tende e i manifesti degli studenti.
L'editoriale che sfida gli studenti
Prove di dialogo messe in crisi già dal giornale ufficiale del Partito comunista cinese, il Quotidiano del Popolo, che oggi ha pubblicato un secondo editoriale fortemente critico verso gli studenti che reclamano elezioni veramente libere. La loro causa, secondo il giornale, "è destinata alla sconfitta" e le loro rivendicazioni non sono "né legali, né ragionevoli".
Il Dalai Lama: "Prego per Hong Kong"
I leader della rivolta giovanile Joshua Wong e Agnes Chow hanno invitato i partecipanti alla protesta a radunarsi a Tamar per far fronte ad un eventuale attacco della polizia. Il rischio di una rincorsa della tensione preoccupa l'Unione europea che ha lanciato un appello alle parti "a proseguire sulla strada della moderazione". "Il mio augurio è che il problema venga risolto pacificamente con beneficio reciproco. Questa è l'unica cosa che posso fare, pregare e sperare", ha commentato il Dalai Lama, riferendo di osservare "seriamente la situazione".
Le ragioni della protesta
La rivolta dei giovani ha come primo obiettivo l'annullamento delle severe limitazioni imposte in agosto da Pechino alle prossime elezioni per il "chief executive", che si terranno nel 2017. Il governo centrale ha deciso di consentire elezioni a suffragio universale ma i candidati non potranno essere più di tre e dovranno in precedenza essere approvati da un collegio elettorale controllato da Pechino. C.Y.Leung è diventato il principale bersaglio della contestazione dopo aver fatto intervenire la polizia contro gli studenti nella prima giornata di protesta, domenica.
I leader della protesta accusano la polizia di aver "chiuso gli occhi di fronte ad atti violenti che hanno preso di mira manifestanti pacifici". La Federazione degli studenti di Hong Kong ha quindi annunciato che "non vi è altra opzione se non quella di annullare i colloqui" proposti dal governo per mettere fine alle proteste.
Scontri tra studenti e filo-cinesi
Al sesto giorno di proteste è degenerata in scontri nel quartiere popolare di Mong Kok il confronto tra i manifestanti contrari all'ingerenza di Pechino e quanti si oppongono alle manifestazioni che paralizzano la città. Gruppi di appartenenti a Anti-OccupyCentral, distinguibili dal nastro blu, e di persone senza distintivi di riconoscimento, hanno cominciato a distruggere le tende e i manifesti degli studenti.
L'editoriale che sfida gli studenti
Prove di dialogo messe in crisi già dal giornale ufficiale del Partito comunista cinese, il Quotidiano del Popolo, che oggi ha pubblicato un secondo editoriale fortemente critico verso gli studenti che reclamano elezioni veramente libere. La loro causa, secondo il giornale, "è destinata alla sconfitta" e le loro rivendicazioni non sono "né legali, né ragionevoli".
Il Dalai Lama: "Prego per Hong Kong"
I leader della rivolta giovanile Joshua Wong e Agnes Chow hanno invitato i partecipanti alla protesta a radunarsi a Tamar per far fronte ad un eventuale attacco della polizia. Il rischio di una rincorsa della tensione preoccupa l'Unione europea che ha lanciato un appello alle parti "a proseguire sulla strada della moderazione". "Il mio augurio è che il problema venga risolto pacificamente con beneficio reciproco. Questa è l'unica cosa che posso fare, pregare e sperare", ha commentato il Dalai Lama, riferendo di osservare "seriamente la situazione".
Le ragioni della protesta
La rivolta dei giovani ha come primo obiettivo l'annullamento delle severe limitazioni imposte in agosto da Pechino alle prossime elezioni per il "chief executive", che si terranno nel 2017. Il governo centrale ha deciso di consentire elezioni a suffragio universale ma i candidati non potranno essere più di tre e dovranno in precedenza essere approvati da un collegio elettorale controllato da Pechino. C.Y.Leung è diventato il principale bersaglio della contestazione dopo aver fatto intervenire la polizia contro gli studenti nella prima giornata di protesta, domenica.