MONDO
Missione non fu solo americana
Uccisione di Bin Laden, il premio Pulitzer Hersh smentisce Obama
Secondo fonti anonime pachistane e funzionari dell'intelligence americani, il leader di Al-Qaeda fu tenuto prigioniero dal 2006 e furono i servizi segreti pachistani a rivelare la posizione agli Usa. Per la Casa Bianca si tratta di una "ricostruzione falsa e infondata"

"La Casa Bianca continua a sostenere che la missione sia stata un affare tutto americano e che gli alti generali dell'esercito pakistano, oltre che l'Inter-services Intelligence ISI (l'intelligence pachistana), non furono informati in anticipo del raid. Tutto questo è falso, come lo sono molti altri elementi dell'amministrazione Obama. La storia della Casa Bianca potrebbe essere stata scritta da Lewis Carroll" (autore di Alice nel Paese delle meraviglie).
Inizia così il lungo articolo, pubblicato sulla London Review of Books, con cui il premio Pulitzer Seymour Hersh smentisce il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sulla missione che portò all'uccisione di Osama Bin Laden nel maggio del 2011. Secondo Hersh, a differenza della versione ufficiale data da Washington, il leader dell'organizzazione terroristica Al Qaeda non si nascose volontariamente ad Abbottabad, ma fu fatto prigioniero in questa località nel 2006 dai servizi segreti di Islamabad, da usare come leva contro i talebani e Al Qaeda e come strumento di negoziazione con gli Stati Uniti. Per ricostruire questa e altre "verità" il giornalista cita fonti anonime pachistane e americane, tra cui "un alto funzionario dell'intelligence in pensione".
Subito dopo la missione, condotta dalle forze speciali americane (Navy Seal), Obama rivelò ai media che era stata effettuata un'incursione segreta e che il team avevano condotto un duro scontro a fuoco nel compound di Bin Laden. Diversa la verità delle fonti ascoltate da Hersh: la Cia non avrebbe scoperto la posizione di Bin Laden monitorando gli spostamenti dei suoi corrieri, ma avrebbe ricevuto indicazioni direttamente da un funzionario pachistano che voleva ottenere la ricompensa di 25 milioni di dollari offerta dagli Stati Uniti. In base a questa nuova ricostruzione dei fatti, quindi, sarebbero stati proprio gli alti funzionari pachistani ad aiutare gli americani nelle operazioni. In particolare assicurando che non venisse lanciato nessun allarme dopo il decollo dei due elicotteri statunitensi, con a bordo una ventina di Navy Seals, al confine con l'Afghanistan. Addirittura, una fonte avrebbe rivelato a Hersh: "La verità è che Bin Laden era un anziano invalido, ma questo non possiamo dirlo".
Dopo un weekend di silenzio stampa, è arrivata la reazione della Casa Bianca che ha definito le rivelazioni del premio Pulitzer "asserzioni senza fondamento". In particolare Washington ritiene "palesementa falsa" la ricostruzione fatta da Hersh secondo la quale l'Amministrazione Obama collaborò con l'intelligence pachistana per uccidere Bin Laden. Il portavoce della Casa Bianca per la Sicurezza nazionale, Ned Price, ha ribadito che l'operazione fu una "missione unilaterale degli Stati Uniti".
Seymour Hersh, giornalista e scrittore statunitense, ha vinto il premio Pulitzer nel 1970 con un reportage sul massacro di My Lai durante la guerra in Vietnam. Ha scritto di Iraq, Iran e Siria e viene spesso criticato per l'ampio uso di fonti anonime negli articoli.
Inizia così il lungo articolo, pubblicato sulla London Review of Books, con cui il premio Pulitzer Seymour Hersh smentisce il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sulla missione che portò all'uccisione di Osama Bin Laden nel maggio del 2011. Secondo Hersh, a differenza della versione ufficiale data da Washington, il leader dell'organizzazione terroristica Al Qaeda non si nascose volontariamente ad Abbottabad, ma fu fatto prigioniero in questa località nel 2006 dai servizi segreti di Islamabad, da usare come leva contro i talebani e Al Qaeda e come strumento di negoziazione con gli Stati Uniti. Per ricostruire questa e altre "verità" il giornalista cita fonti anonime pachistane e americane, tra cui "un alto funzionario dell'intelligence in pensione".
Subito dopo la missione, condotta dalle forze speciali americane (Navy Seal), Obama rivelò ai media che era stata effettuata un'incursione segreta e che il team avevano condotto un duro scontro a fuoco nel compound di Bin Laden. Diversa la verità delle fonti ascoltate da Hersh: la Cia non avrebbe scoperto la posizione di Bin Laden monitorando gli spostamenti dei suoi corrieri, ma avrebbe ricevuto indicazioni direttamente da un funzionario pachistano che voleva ottenere la ricompensa di 25 milioni di dollari offerta dagli Stati Uniti. In base a questa nuova ricostruzione dei fatti, quindi, sarebbero stati proprio gli alti funzionari pachistani ad aiutare gli americani nelle operazioni. In particolare assicurando che non venisse lanciato nessun allarme dopo il decollo dei due elicotteri statunitensi, con a bordo una ventina di Navy Seals, al confine con l'Afghanistan. Addirittura, una fonte avrebbe rivelato a Hersh: "La verità è che Bin Laden era un anziano invalido, ma questo non possiamo dirlo".
Dopo un weekend di silenzio stampa, è arrivata la reazione della Casa Bianca che ha definito le rivelazioni del premio Pulitzer "asserzioni senza fondamento". In particolare Washington ritiene "palesementa falsa" la ricostruzione fatta da Hersh secondo la quale l'Amministrazione Obama collaborò con l'intelligence pachistana per uccidere Bin Laden. Il portavoce della Casa Bianca per la Sicurezza nazionale, Ned Price, ha ribadito che l'operazione fu una "missione unilaterale degli Stati Uniti".
Seymour Hersh, giornalista e scrittore statunitense, ha vinto il premio Pulitzer nel 1970 con un reportage sul massacro di My Lai durante la guerra in Vietnam. Ha scritto di Iraq, Iran e Siria e viene spesso criticato per l'ampio uso di fonti anonime negli articoli.