CULTURA
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Umberto Eco. Foto, frasi e ricordi, Twitter celebra il maestro
Il tutto avviene a notte fonda. Il 'fenomeno Eco' si diffonde silenzioso e inarrestabile

A pochi minuti dalla sua diffusione, la notizia della morte di Umberto Eco rimbalza sulla rete e fa letteralmente esplodere i social network. Cosi' su twitter lo scrittore che amava dire "chi non legge, a 70 anni avra' vissuto una sola vita", diviene in una manciata di minuti il top del trend italiano e il protagonista di centinaia di conversazioni. L'omaggio-social si traduce in decine di foto che ritraggono l'intellettuale in cattedra, mentre lavora, tra i suoi amati libri.
Il tutto avviene a notte fonda. Il 'fenomeno Eco' si diffonde silenzioso e inarrestabile. I cinguettii arrivano da tutta Italia, postati da politici, intellettuali, collegi e amici. Ma anche e soprattutto dai tanti lettori che lo hanno amato leggendo le pagine dei suoi libri, a cominciare da 'Il nome della Rosa', tradotto in tutto il mondo e con milioni di copie vendute.
Nel mare di tweet saltano agli occhi quelli di Bompiani (Lutto per la cultura, ci lascia Umberto Eco. Siamo addolorati), del sindaco di Milano Giuliano Pisapia (Addio maestro e amico, genio del sapere innamorato di Milano. La nostra citta' senza di te e' piu' triste e piu' povera).
Poi quelli di Ezio Mauro (Ciao Umberto, la cultura come passione', Gad Lerner (Rimpianto e tristezza per la scomparsa del grande Umberto Eco), Roberto Saviano (Nomina nuda tenemus. Addio professore), Gene Gnocchi (E' morto Umberto Eco. Gran dispiacere)'.
E ancora: Gianni Cuperlo (Renzi recitera' un suo passo per ricordare Umberto Eco: "Solita notte da lupi nel Bronx nel locale stan suonando un blues degli Stones"), Ivan Scalfarotto (E' mancato un grande italiano), Stefano Bonaccini (Lascio questa scrittura, non so per chi, non so piu' intorno a che cosa...'Il nome della rosa'. Ciao).
Poi quello della cantante Noemi (Umberto Eco una parte della nostra cultura e letteratura. Ora tocca a noi) e tanti altri ancora che citano le sue tante massime, diventate buone abitudine per generazioni di italiani: "Il bene di un libro sta nell'essere letto", "Chi legge avra' vissuto 5.000 anni. La letteratura e' un'immortalita' all'indietro", "I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare".
Il tutto avviene a notte fonda. Il 'fenomeno Eco' si diffonde silenzioso e inarrestabile. I cinguettii arrivano da tutta Italia, postati da politici, intellettuali, collegi e amici. Ma anche e soprattutto dai tanti lettori che lo hanno amato leggendo le pagine dei suoi libri, a cominciare da 'Il nome della Rosa', tradotto in tutto il mondo e con milioni di copie vendute.
Nel mare di tweet saltano agli occhi quelli di Bompiani (Lutto per la cultura, ci lascia Umberto Eco. Siamo addolorati), del sindaco di Milano Giuliano Pisapia (Addio maestro e amico, genio del sapere innamorato di Milano. La nostra citta' senza di te e' piu' triste e piu' povera).
Poi quelli di Ezio Mauro (Ciao Umberto, la cultura come passione', Gad Lerner (Rimpianto e tristezza per la scomparsa del grande Umberto Eco), Roberto Saviano (Nomina nuda tenemus. Addio professore), Gene Gnocchi (E' morto Umberto Eco. Gran dispiacere)'.
E ancora: Gianni Cuperlo (Renzi recitera' un suo passo per ricordare Umberto Eco: "Solita notte da lupi nel Bronx nel locale stan suonando un blues degli Stones"), Ivan Scalfarotto (E' mancato un grande italiano), Stefano Bonaccini (Lascio questa scrittura, non so per chi, non so piu' intorno a che cosa...'Il nome della rosa'. Ciao).
Poi quello della cantante Noemi (Umberto Eco una parte della nostra cultura e letteratura. Ora tocca a noi) e tanti altri ancora che citano le sue tante massime, diventate buone abitudine per generazioni di italiani: "Il bene di un libro sta nell'essere letto", "Chi legge avra' vissuto 5.000 anni. La letteratura e' un'immortalita' all'indietro", "I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare".