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MONDO

La ricorrenza

19 agosto: giornata mondiale umanitaria. Per ricordare per chi è eroe ogni giorno

Un giorno per pensare a tutti gli operatori umanitari nel mondo. E ricordare quelli uccisi nell’attentato del 2003 al quartier generale delle Nazioni Unite a Baghdad: quel 19 agosto morirono 22 persone, tra cui il rappresentante speciale dell’Onu in Iraq Sergio Vieira de Mello

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Foto René De Vries/ECHO
di Emma Farnè
Jack lo fa perché anche lui è stato profugo. Sofiene perché vuole migliorare la vita delle persone. Hazel per salvarle, quelle vite. Sono tre dei migliaia di operatori umanitari che lavorano nel mondo e che oggi le Nazioni Unite vogliono celebrare con una giornata a loro dedicata. Un'iniziativa nata per ricordare le vittime dell'attentato a Baghdad nel 2003, quando, sempre un 19 agosto, sono morte 22 persone, tra cui il rappresentante Onu in Iraq Sergio Vieria de Mello.

Le Nazioni Unite mostrano in molti video che cosa fa un operatore umanitario. Eccone uno:



Attacchi agli operatori in aumento
Gli attacchi contro gli operatori umanitari non sono mai stati così frequenti. Il 2013 è stato l'anno del record, con 454 operatori umanitari coinvolti in aggressioni: sono avvenuti soprattutto in Afghanistan. Oltre un terzo (155) delle vittime è stato ucciso. Gli operatori nazionali sono il bersaglio più frequente: solo in un caso su sei le vittime sono operatori umanitari internazionali. Ecco perché, sottolinea la Commissaria Europea agli Aiuti Umanitari, "Il lavoro dell'operatore umanitaria sta diventando sempre più difficile". E nel mondo, ricorda Kristalina Georgieva, "Nel mondo ci sono 51 milioni di profughi, ancora di più che nella seconda guerra mondiale".

Su twitter, quest'anno la campagna "eroi umanitari" (#HumanitarianHeroes) racconta il lavoro di chi rischia la vita tutti i giorni per aiutare chi è in difficoltà:




Ue principale donatore
Il principale donatore per gli aiuti umanitari è l'Unione Europea (Commissione e Stati membri). Solo l'anno scorso, l'Ue ha soccorso 124 milioni di persone. Aiuti che sono arrivati, per esempio, alle vittime dei conflitti in Siria, nella Repubblica Centrafricana e in Sud Sudan. Ma anche ai superstiti di catastrofi naturali in Asia, alle persone colpite dall'insicurezza alimentare nel Sahel e alle popolazioni vulnerabili per i "conflitti dimenticati", come i rifugiati colombiani o le vittime del conflitto nel Kachin (in Myanmar/Birmania). La Commissione coopera con oltre 200 organizzazioni umanitarie, non governative e internazionali, come l'Onu.