MONDO
Usa
Floyd, Trump ordina ritiro Guardia Nazionale da Washington
Revocato coprifuoco a New York

Il presidente Usa, Donald Trump, ha ordinato il ritiro della Guardia Nazionale da Washington, assicurando che la situazione è ora sotto controllo dopo giorni di proteste per la morte a Minneapolis dell'afroamericano George Floyd. "Ho appena ordinato alla nostra Guardia Nazionale di iniziare a ritirarsi da Washington DC ora che tutto è sotto controllo", ha twittato. "Torneranno a casa ma potranno tornare rapidamente, se necessario. Ieri sera molti meno manifestanti di quanto previsto", ha aggiunto.
Feretro George Floyd in Texas per funerale a Houston
Il capo della polizia di Houston, Art Acevedo, ha fatto sapere che il feretro di George Floyd è arrivato in Texas per un servizio commemorativo e un funerale. Ha anche aggiunto che la famiglia di Floyd è arrivata in sicurezza. Una camera ardente di sei ore è prevista per domani a Houston, seguita da servizi funebri e sepoltura martedì nel sobborgo di Pearland. I precedenti memoriali sono stati tenuti per Floyd a Minneapolis e Raeford, nella Carolina del Nord, vicino a dove era nato.
Sono proseguite in tutti gli Stati Uniti le manifestazioni in nome di George Floyd, nonostante in molte città come New York sia scattato il coprifuoco. Nella Grande Mela una marea di manifestanti ha marciato sul Manhattan Bridge. Nella capitale Washington migliaia di persone in strada, nell'area della Casa Bianca, così come a Los Angeles. La sindaca di Washington, la democratica Muriel Bowser, si è unita ai manifestanti.
Donald Trump, nel giorno in cui l'America intera ha marciato contro il razzismo e la polizia violenta, rompe un silenzio durato ore e twitta 'Law and order!', ordine e legalità. Un messaggio lanciato dall'interno di una Casa Bianca mai così blindata e assediata da decine di migliaia di manifestanti pacifici, che per ore hanno protestato anche per le strade della capitale Washington.
Trump voleva il dispiegamento di 10 mila soldati per le strade di Washington e di altre città americane per spegnere le proteste. Il presidente Usa avrebbe avanzato la richiesta in un meeting alla Casa Bianca lunedì, ma questa sarebbe stata respinta dal segretario alla Difesa, Mark Esper, e dal capo di Stato maggiore delle Forze armate americane, Mark Milley. Lo riportano diversi media Usa, citando fonti del Pentagono. Esper alla fine mise a disposizione circa 1.600 militari nella regione di Washington pronti a supportare, in caso di necessità, i 5.000 uomini della Guarda nazionale già mobilitati. Ma giovedì sera quei 1.600 soldati sono stati richiamati.
Il generale Milley, nel corso di un confronto molto teso con Trump, avrebbe quindi contestato la legalità di un eventuale decreto del presidente per mobilitare le truppe e avrebbe effettuato una serie di chiamate al Congresso per allertare sulle richieste di Trump, compresa una telefonata alla speaker Nancy Pelosi e un'altra al leader dei senatori democratici Chuck Schumer.
Si dimette responsabile editoriali del Nyt, ira Trump
Il responsabile della pagina degli editoriali e dei commenti del New York Times, James Bennet, si è dimesso dopo le polemiche per la pubblicazione dell'op-ed del senatore repubblicano Tim Cotton in cui si chiedeva l'intervento dell'esercito per sedare le proteste nelle città americane. Lo ha reso toto con un tweet lo stesso quotidiano spiegando che le dimissioni hanno effetto immediato. Sempre su Twitter la reazione di Donald Trump, che difende l'opinione pubblicata di Cotton e definisce il Nyt "Fake News".
New York e Chicago, revocato il coprifuoco
Il sindaco di New York Bill De Blasio ha annunciato via Twitter la revoca con effetto immediato del coprifuoco notturno in vigore nella città. "New York City: revochiamo il coprifuoco, effetto immediato. Ieri e nella serata abbiamo visto il meglio della nostra città. Domani faremo il primo grande passo per ripartire". Il coprifuoco era stato imposto tra le 20 e le 5 del mattino tutti i giorni fino al 7 giugno compreso. Due agenti di polizia di New York sono stati sospesi dal servizio senza stipendio per episodi avvenuti durante le manifestazioni anti-razzismo. Uno dei due ha spintonato una donna facendola cadere a Brooklyn venerdì scorso, l'altro è accusato di aver strappato la protezione che un manifestante aveva sul viso e di averlo cosparso di spray. I due saranno sottoposti ad azione disciplinare. Stessa misura è stata presa dal sindaco di Chicago, Lori Lightfoot.
La polemica tra repubblicani
Parte dell'establishment del partito repubblicano si appresta a non votare Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre. Secondo il New York Times il tycoon, come nel 2016, non avrà il voto dell'ex presidente George W.Bush e del senatore ed ex candidato alla presidenza Mitt Romney. Gli ex speaker della Camera John Boehner e Paul Ryan non hanno ancora deciso, mentre la vedova del senatore John McCain, Cindy, voterà Joe Biden. Ma anche un gruppo di figure di punta del partito sarebbe oggi tentato dal votare per l'ex vicepresidente democratico.
L'ex segretario di stato americano Colin Powell, che ha servito nell'amministrazione di George W. Bush, alle elezioni presidenziali di novembre voterà per Joe Biden. Powell, generale, da sempre repubblicano, è stato il primo afroamericano a diventare capo della diplomazia Usa. "La gente sta realizzando che Donald Trump è un pericolo per il paese. Si è allontanato dalla costituzione", ha detto in una intervista alla Cnn criticando la risposta del tycoon alle proteste di questi giorni.
"Colin Powell, un vero truffatore, responsabile per aver portato l'America nelle disastrose guerre in medio oriente, ha appena annunciato che voterà per un altro truffatore, sleepy Joe Biden": così su twitter Donald Trump replica all'ex segretario di stato americano nell'amministrazione di George W. Bush. "Powell non aveva detto che l'Iraq aveva 'armi di distruzione di massa'? non le avevano, ma noi siamo andati in guerra!", scrive il presidente americano.
Feretro George Floyd in Texas per funerale a Houston
Il capo della polizia di Houston, Art Acevedo, ha fatto sapere che il feretro di George Floyd è arrivato in Texas per un servizio commemorativo e un funerale. Ha anche aggiunto che la famiglia di Floyd è arrivata in sicurezza. Una camera ardente di sei ore è prevista per domani a Houston, seguita da servizi funebri e sepoltura martedì nel sobborgo di Pearland. I precedenti memoriali sono stati tenuti per Floyd a Minneapolis e Raeford, nella Carolina del Nord, vicino a dove era nato.
Sono proseguite in tutti gli Stati Uniti le manifestazioni in nome di George Floyd, nonostante in molte città come New York sia scattato il coprifuoco. Nella Grande Mela una marea di manifestanti ha marciato sul Manhattan Bridge. Nella capitale Washington migliaia di persone in strada, nell'area della Casa Bianca, così come a Los Angeles. La sindaca di Washington, la democratica Muriel Bowser, si è unita ai manifestanti.
Donald Trump, nel giorno in cui l'America intera ha marciato contro il razzismo e la polizia violenta, rompe un silenzio durato ore e twitta 'Law and order!', ordine e legalità. Un messaggio lanciato dall'interno di una Casa Bianca mai così blindata e assediata da decine di migliaia di manifestanti pacifici, che per ore hanno protestato anche per le strade della capitale Washington.
Trump voleva il dispiegamento di 10 mila soldati per le strade di Washington e di altre città americane per spegnere le proteste. Il presidente Usa avrebbe avanzato la richiesta in un meeting alla Casa Bianca lunedì, ma questa sarebbe stata respinta dal segretario alla Difesa, Mark Esper, e dal capo di Stato maggiore delle Forze armate americane, Mark Milley. Lo riportano diversi media Usa, citando fonti del Pentagono. Esper alla fine mise a disposizione circa 1.600 militari nella regione di Washington pronti a supportare, in caso di necessità, i 5.000 uomini della Guarda nazionale già mobilitati. Ma giovedì sera quei 1.600 soldati sono stati richiamati.
Il generale Milley, nel corso di un confronto molto teso con Trump, avrebbe quindi contestato la legalità di un eventuale decreto del presidente per mobilitare le truppe e avrebbe effettuato una serie di chiamate al Congresso per allertare sulle richieste di Trump, compresa una telefonata alla speaker Nancy Pelosi e un'altra al leader dei senatori democratici Chuck Schumer.
Si dimette responsabile editoriali del Nyt, ira Trump
Il responsabile della pagina degli editoriali e dei commenti del New York Times, James Bennet, si è dimesso dopo le polemiche per la pubblicazione dell'op-ed del senatore repubblicano Tim Cotton in cui si chiedeva l'intervento dell'esercito per sedare le proteste nelle città americane. Lo ha reso toto con un tweet lo stesso quotidiano spiegando che le dimissioni hanno effetto immediato. Sempre su Twitter la reazione di Donald Trump, che difende l'opinione pubblicata di Cotton e definisce il Nyt "Fake News".
New York e Chicago, revocato il coprifuoco
Il sindaco di New York Bill De Blasio ha annunciato via Twitter la revoca con effetto immediato del coprifuoco notturno in vigore nella città. "New York City: revochiamo il coprifuoco, effetto immediato. Ieri e nella serata abbiamo visto il meglio della nostra città. Domani faremo il primo grande passo per ripartire". Il coprifuoco era stato imposto tra le 20 e le 5 del mattino tutti i giorni fino al 7 giugno compreso. Due agenti di polizia di New York sono stati sospesi dal servizio senza stipendio per episodi avvenuti durante le manifestazioni anti-razzismo. Uno dei due ha spintonato una donna facendola cadere a Brooklyn venerdì scorso, l'altro è accusato di aver strappato la protezione che un manifestante aveva sul viso e di averlo cosparso di spray. I due saranno sottoposti ad azione disciplinare. Stessa misura è stata presa dal sindaco di Chicago, Lori Lightfoot.
La polemica tra repubblicani
Parte dell'establishment del partito repubblicano si appresta a non votare Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre. Secondo il New York Times il tycoon, come nel 2016, non avrà il voto dell'ex presidente George W.Bush e del senatore ed ex candidato alla presidenza Mitt Romney. Gli ex speaker della Camera John Boehner e Paul Ryan non hanno ancora deciso, mentre la vedova del senatore John McCain, Cindy, voterà Joe Biden. Ma anche un gruppo di figure di punta del partito sarebbe oggi tentato dal votare per l'ex vicepresidente democratico.
L'ex segretario di stato americano Colin Powell, che ha servito nell'amministrazione di George W. Bush, alle elezioni presidenziali di novembre voterà per Joe Biden. Powell, generale, da sempre repubblicano, è stato il primo afroamericano a diventare capo della diplomazia Usa. "La gente sta realizzando che Donald Trump è un pericolo per il paese. Si è allontanato dalla costituzione", ha detto in una intervista alla Cnn criticando la risposta del tycoon alle proteste di questi giorni.
"Colin Powell, un vero truffatore, responsabile per aver portato l'America nelle disastrose guerre in medio oriente, ha appena annunciato che voterà per un altro truffatore, sleepy Joe Biden": così su twitter Donald Trump replica all'ex segretario di stato americano nell'amministrazione di George W. Bush. "Powell non aveva detto che l'Iraq aveva 'armi di distruzione di massa'? non le avevano, ma noi siamo andati in guerra!", scrive il presidente americano.